cdg f crocus 001   Nome scientifico:

CROCUS SP.

CROCUS ETRUSCUS

  Nome comune:  ZAFFERANO DI TOSCANA
  Famiglia: Iridaceae
  Fioritura: Gennaio-Marzo
  Habitat: prati umidi, luoghi erbosi e boschivi fino a 1500m.


Descrizione

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Il genere Crocus, classificato da Linneo nel 1753, presenta una spiccata variabilità nella morfologia e nella struttura delle sue cellule, che comporta evidenti problemi e incertezze di classificazione, tanto che tuttora non è stata raggiunta una completa suddivisione. Ad esempio, per quanto riguarda il Crocus neglectus, è stato oggetto di ulteriori revisioni per la distribuzione e l'aggiornamento tassonomico, da parte del prof.L.Peruzzi del Dipartimento Biologia Università di Pisa.

Il genere è presente in Italia con una quindicina di specie, tra cui 5 endemiche ed alcune coltivate, anche se spesso vengono individuate sottospecie che tendono ad ibridarsi tra di loro. (Generalmente nelle nostre zone e nella Toscana centro-meridionale, oltre al riconoscibile Crocus biflorus, si possono osservare sia il Crocus neglectus, sia il Crocus etruscus, specie endemica protetta a livello nazionale).

Il Crocus si prsenta come una piccola pianta erbacea perenne, alta fino a 20 cm, provvista di un bulbo-tubero di forma globosa, appiattita, avvolto da tuniche fibrose e circondato da radichette secondarie nella parte inferiore. 

Le foglie di color verde brillante, si originano direttamente dal bulbo, hanno forma lineare-lanceolata con una caratteristica linea longitudinale biancastra; larghe pochi mm, raggiungono il pieno sviluppo solo dopo la fase della fioritura. Le foglie inferiori invece,  sono ridotte in guaine opalescenti.

Il fiore, generalmente solitario è grande circa 4 cm. Si compone di tepali, saldati alle base in un tubo corollino, che si apre formando 6 lacinie a forma di coppa arrotondate all'apice, di tonalità violacea brillante, con varianti più chiare, fino al bianco. Dalla fauce, leggermente cigliata, sporgono 3 stami color arancio, che sovrastano le antere.  La pianta si differenzia dallo zafferano (Crocus Sativus) per la mancanza dei tre lunghi 'stimmi' rossi che contengono la preziosa polvere.

Il frutto è una capsula allungata, suddivisa in tre loculi contenente piccoli semi marronastri, provvisti di una piccola appendice che attrae le formiche, che provvedono così alla loro dispersione.

Il crocus è una pianta officinale tossica, utilizzata nell'antica medicina popolare, come sedativo, ipnotico, antispasmodico, stimolante e tonico.

Legato a innumerevoli racconti mitologici, il Crocus era ritenuto sia un fiore nuziale, che funereo, legato alla Grande Madre Terra, che rappresentava il ciclo della vita e della morte. Una leggenda narra che Krokòs, un giovane mortale innamorato della ninfa Smilax, fosse stato trasformato dagli dei, insieme alla giovane ninfa. Lui sarebbe diventato un Crocus e lei una Smilax aspera (Salsapariglia) perché loro amore impossibile, non avesse mai fine.

Citato dai poeti per la delicatezza del fiore, il Crocus è decantato dal Pascoli in una triste poesia.

La parola "Kròke", fu data alla pianta, dal filosofo e botanico greco Teofrasto, nel 322a.C., per indicare i filamenti e i lunghi stimmi gialli, ritenuti simboli di legami d'amore. Anche la parola zafferano dall'arabo 'zàfran', giustifica i filamenti giallastri, presenti nella pianta.

                    



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Crocus sp.  Falso Zafferano