cdg-f-iperico   Nome scientifico: HYPERICUM PERFORATUM
  Nome comune: IPERICO-ERBA DI SAN GIOVANNI
  Famiglia: Hypericaceae
  Fioritura: Maggio-Agosto
  Habitat: comune nei prati, argini, boscaglie rade. Predilige suoli poveri di calcare. Fino a 1600 m.


Descrizione

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Pianta perenne erbacea rizomatosa, alta anche 1 metro, con fusti eretti legnosi fin dalla base.

I rami sono portati da steli percorsi da due piccoli rilievi longitudinali, che danno l’impressione che il gambo sia appiattito.

Le foglioline sono opposte, ovato-lanceolate di color verde oliva, con brevissimo picciolo e appaiono macchiettate di ghiandolette traslucide sul bordo esterno, simili a piccoli fori.

 

L’infiorescenza è riunita in corimbi, con fiori del diametro di circa 2 cm e mezzo, di colore giallo oro picchiettati ai margini, di puntini neri. Sono formati da 5 sepali acuti e 5 petali ovali dentellati, con ghiandole sul bordo.

I frutti sono capsule divise in tre settori, con strie longitudinaliche contengono semi cilindrici marronastri, grandi appena un millimetro.

 

I fiori stropicciati tingono le dita di rosso e secondo la medievale “medicina dei segni”, venivano utilizzati per curare le ferite.

L’Iperico contiene Ipericina, Flavonoidi, Oli essenziali e Tannini ed è conosciuto da oltre 2000 anni per le sue proprietà antidepressive, sedative, astringenti, antinfiammatorie ecc. Ne venivano fatte anche delle pomate analgesiche e antisettiche. Tutt'oggi viene utilizzato ancora il famoso “Olio di Iperico” per curare ferite, massaggiare parti doloranti, per lenire scottature e attenuare le rughe.

In passato l’Iperico era ritenuto ottimo “scaccia-demoni”, tanto che nel medioevo ne venivano appesi mazzetti sulle porte e sulle finestre delle case, per impedire a Satana di entrare.

Tradizionalmente la pianta raggiunge la fioritura massima il 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni e fa parte di quel gruppo di “erbe magiche” anticamente colte nella notte del solstizio d’estate, che venivano tradizionalmente messe in fusione nell’acqua e esposte su una finestra nella “notte magica” di San Giovanni. Il mattino successivo, la stessa acqua serviva per detergere il viso e assicurarsi in questo modo l’auspicio per la buona sorte. Secondo le più disparate tradizioni, anche un ramoscello benedetto in quella notte, se indossato, avrebbe assicurato protezione contro malattie e fulmini.

 

Il nome del genere proviene dalle parole greche Hyper=sopra e Eikon=immagine, col significato di “scacciare le immagini”, intese come ombre e spiriti. Il nome specifico Perforatum fa invece riferimento alle punteggiature visibili sui fiori e sulle foglie della pianta, che sembrano tanti forellini.

                    



   
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 Iperico-Erba di San Giovanni -- Hypericum perforatum