cdg-a-ontano-nero   Nome scientifico: ALNUS GLUTINOSA
  Nome comune: ONTANO NERO
  Famiglia: Belulaceae
  Fioritura: Gennaio-Aprile
  Frutti: settembre-Novembre
  Habitat: si trova su terreni umidi, paludosi, sassosi in prossimità di corsi d’acqua. In tutte le regioni d’Italia. Da 0 a 1200m.


Descrizione

cdg-a-ontano-nero dis

L’Ontano nero è un albero a crescita piuttosto veloce e può vivere intorno a 150. Raggiunge un’altezza di circa 10-25 metri, con fusto dritto e slanciato, chioma piramidale o a cono largo, densa e piuttosto ramificata; ma spesso lo possiamo osservare in forma cespugliosa con portamento arbustivo a più tronchi, alto circa 8-10 metri.

La corteccia a seconda dell’età della pianta è marrone chiara-verdastro, con lenticelle e leggermente resinosa nelle piante più giovani; grigio-nerastra, fessurata in grandi placche nelle piante più vecchie.

L’apparato radicale si estende in maniera ampia con robuste radici di color giallo-rossastro, in grado di resistere alla sommersione e ai riporti di ghiaia durante le piene.

Le foglie sono caduche, alterne, portate da piccioli, lunghe circa 10 cm e larghe fino a 7, con lamina piuttosto coriacea. La forma è obovata, arrotondata alla base, leggermente dentate e smarginate all’apice. La parte superiore è lucida color verde scuro, mentre la pagina inferiore è leggermente appiccicosa, come pure i rametti più giovani(da cui l’epiteto: ‘glutinosa’).

L’Ontano nero è una pianta monoica e porta i piccolissimi fiori maschili e femminili sullo stesso albero. I maschili sono riuniti in amenti penduli verde-giallastro, lunghi fino a 10 cm. I femminili invece sono brevi, di colore rossastro.

Il frutto appare come un piccolo cono legnoso di color verde chiaro, che in autunno libera dei semini piatti con aletta traslucida. I frutti, una volta secchi e scuri possono rimanere sulla pianta per diversi mesi, talvolta addirittura per anni.

L’ontano è un elemento che caratterizza la vegetazione ripariale insieme a salici e pioppi e svolge un ruolo importante nell’equilibrio dell’ecosistema. Oltre a consolidare i terreni umidi, è una specie che contribuisce anche a migliorare il suolo, arricchendolo di azoto. Nelle sue radici si annidano dei batteri (Rhizobium) in grado di catturare l’azoto contenuto nell’aria e fissarlo nel terreno, migliorandolo e rendendolo più fertile.

Data la nota resistenza all’acqua e la durevolezza in sommersione, il legno dell’ontano, fin da tempi della preistoria veniva utilizzato per allestire villaggi e palafitte. In seguito impiegato nei terreni paludosi e lagunari, come nei basamenti delle costruzioni di Venezia. Per la facilità di lavorazione era usato per piccoli lavori di ebanisteria, pavimentazioni e per la realizzazione di zoccoli, giocattoli e stampi per fonderia. Ottimo anche come combustibile.

Tutte le parti della piante fornivano tinture in diverse tonalità. Il verde era ottenuto dai fiori; il marrone dai rametti e il rosso dalla corteccia, ricca di tannini usata anche per la preparazione di inchiostri e per la concia delle pelli.

La medicina popolare già conosceva le sue proprietà antinfiammatorie, febbrifughe, astringenti e antireumatiche, riscoperte oggi in preparati fitoterapici e omeopatici per combattere bronchiti e affezioni della gola.

Il nome latino della specie ‘Alnus’ ha un’incerta etimologia. Si pensa abbia origine da una parola celtica che significa ‘presso la riva= al-lan’; mentre l’epiteto ‘glutinosa’ si riferisce al fatto che le gemme, le foglie e i rametti giovani sono appiccicosi. ‘Ontano’, potrebbe derivare dalla forma tardo latina ‘alnetanus-aunetanus’, sempre col significato di ‘alnus’. L’appellativo ‘nero’ è dato dal colore della corteccia e per il fatto che tagliando i suoi rami, a contatto con l’aria diventano rossi, cosa che anticamente faceva pensare che fuoriuscisse del sangue per una oscura e misteriosa manifestazione diabolica.

  cdg-a-ontano-nero 002
  cdg-a-ontano-nero 003
  cdg-a-ontano-nero 004
  cdg-a-ontano-nero 005
  cdg-a-ontano-nero 006
   

Ontano nero -- Alnus glutinosa