cdg-f-periploca-graeca   Nome scientifico: PERIPLOCA GRAECA
  Nome comune: PERIPLOCA MAGGIORE (In Toscana popolarmente: Topa)
  Famiglia: Apocinaceae
  Fioritura: Maggio-Giugno
  Habitat: luoghi umidi, ombrosi, boschi di caducifoglie, aree costiere. Generalmente da 0 a 200 metri. Presente in Liguria, Toscana, Puglia, Calabria, rara o assente nelle altre regioni.


Descrizione

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La Periploca greca è considerata una pianta molto rara in Italia, dove principalmente viene segnalata in poche stazioni della Liguria, Toscana, Puglia e Calabria.

E’ una specie relitta del ‘terziario’, un periodo geologico risalente a 65-2 milioni di anni fa, quando il clima delle nostre zone doveva essere tipicamente tropicale. Oggi, la specie è diffusa in alcune aree del Mar Nero, della Grecia e dell’Italia, dove viene considerata un relitto termofilo.

La Periploca è una pianta caducifoglia ramificata, lianacea, dai fusti legnosi, cilindrici che si avvolgono alle piante ospiti con una spirale sempre voltata verso sinistra. Cresce salendo alla ricerca di spazi più luminosi, raggiungendo un altezza di oltre 10 metri. I fusti alla base si presentano con pochi rami, lisci e grigiastri, ma si arricchiscono di foglie e piccole diramazioni man mano che si sviluppano.

Le foglie sono ovate, con margine liscio, base arrotondata e apice acuto; larghe da 2 a 5 cm e lunghe 4-15, portate su brevi piccioli. Sono di colore verde brillante, con nervatura marcata nella pagina superiore, mentre l’inferiore è resa più chiara da una sottilissima peluria.

I rami più esposti alla luce formano gruppi di 5-6 fiori portati da corimbi, con peduncoli di 2-3 cm. Hanno un gradevole aspetto estetico, costituiti da una corolla formata da 5 lacinie lanceolate, ripiegate verso il basso, con petali saldati alla base a formare un breve tubo con piccola fauce biancastra e lembi irsuti. Sono larghi circa 2-3 cm di colore purpureo sopra e verdastro sotto.

Il frutto è costituito da due baccelli cilindrici, allungati e appuntiti contenenti numerosi semi marroni, con ciuffetto apicale di peli biancastri.

La pianta è ricca di un latice che contiene ‘Periplocina’, un alcaloide altamente tossico che in antichità era usato come topicida. Dalla corteccia si può ricavare una droga dalle proprietà cardiotoniche, simili a quelle della Digitale, ma altamente tossica, da non utilizzare in autonomia. Oggi la Periploca, per la sua gradevole fioritura, viene anche coltivata come pianta ornamentale.

Il suo nome scientifico deriva da 2 parole greche: ‘Peri=intorno e Plekein=legare’, in riferimento al modo lianoso di aggrapparsi ai tronchi vicini. L’aggettivo ‘graeca’, allude invece alla regione Greco-Balcanica dove la pianta è spontanea.

Fotografata nelle vicinanze del torrente Ritasso. (Alcune delle foto sono di Dario Canaccini)

Pianta protetta

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