Stampa

 

IL CALCEDONIO di POGGIO CASTIGLIONE

calcedonioPrincipalmente l’area che comprende il Poggio di Castiglione fino al Fosso di Malentrata è stata a lungo oggetto di un forte sfruttamento per l’estrazione di vari minerali, primo tra tutti il calcedonio che la rese preziosamente famosa.

Fu infatti il granduca Ferdinando I°de’ Medici che alla fine del XVI° secolo fece aprire in quelle zone alcune cave già conosciute come “Calcedonj di Volterra”. Il calcedonio estratto veniva inviato al “Granducale Opificio delle Pietre Dure di Firenze”, per essere utilizzato in oggetti artistici, gioielli, nonché tarsie e decori per l’abbellimento di famose chiese e palazzi dell’epoca.

Inoltre, attraverso il porto di Livorno, veniva esportato perfino in India. Il calcedonio di Poggio Castiglione era molto apprezzato per l’elevata durezza e pregevolezza estetica conferita dalla varietà dei colori ricchi di sfumature e lucentezze opaline.

malentrata2Il calcedonio si origina da depositi di soluzioni acquose sature di silice e riveste con masse compatte e microcristalline, cavità e fratture che si aprono nelle rocce ofiolitiche. Prende il suo nome da “Chalkédon” antica città della Bitinia, vicino all’attuale Istambul, conosciuta in tempi lontani per l’estrazione di questo minerale.

 

 

 

LA MAGNESITE di MALENTRATA

malentrataNei primi decenni del 900, fu scoperto un importante giacimento di magnesite alla confluenza dei torrenti Ritasso e Malentrata, ritenuta di ottima qualità anche rispetto a quella che veniva già estratta al Poggio Castiglione.

Si trattava di cave a cielo aperto, ubicate in una difficile posizione, tanto che si presentavano difficoltà per il trasporto del materiale estratto. Vennero così allestiti una serie di piani inclinati, per far scivolare il minerale, collegati a una piccola ferrovia chiamata “Decauville”che con i suoi 700 metri di lunghezza affiancava la riva sinistra del Malentrata per collegarsi alla ferrovia di Villetta.


malentrata3La magnesite (carbonato di magnesio) si rinviene nelle rocce serpentinose, in blocchi e filoni particolarmente duri e compatti di colore bianco, giallastro e grigio. Si pensa che il suo nome possa derivare dal greco “Manisa” antica città macedone ricca di cave di magnesite che veniva usata come disinfettante per l’intestino.