Questa piccola pianta, conosciuta in Toscana come “Erba della Paura”, è una specie endemica che allo stato spontaneo, è presente solo su poche porzioni del territorio italiano.
E’ una pianta erbacea perenne alta da 20 a 50 cm, con fusti gracili, arcuati, ascendenti e poco ramosi.
Le foglie sono strette, flessuose, opposte, con margine appena dentellato, di color verde chiaro, sempre più sottili verso la fine dello stelo.
L’infiorescenza è composta da 4-10 fiori disposti in verticilli, sorretti da un calice con 5 dentini appuntiti. La corolla è color bianco crema, con sfumature giallastre e screziature rosse alla fauce e sul labbro superiore del fiore.
Come tutte le piante del genere “Stachys”, ha proprietà stimolanti, toniche, aperitive ed era anticamente considerata il rimedio per ogni male, soprattutto per detergere ferite e piaghe e utilizzata per suffumigi per combattere la tosse insistente.
In Toscana veniva usata per “levare la paura”, in quanto chi aveva subito uno stress, veniva sottoposto a una specie di benedizione fatta con l’acqua in cui era stata bollita questa pianta, insieme a foglie di olivo e a briciole di pane. Recitando una preghiera rituale, l’acqua avrebbe dovuto addensarsi e in questo modo la paura sarebbe stata sconfitta.
Rigorosamente raccolta il 24 giugno, l'erba veniva poi essiccata e conservata in mazzetti.
Il nome greco del genere “Stachys”, significa spiga, mentre l’epiteto “recta” proviene dal latino e descrive il portamento “eretto” della pianta.
Popolarmente è chiamata “Erba Stregona” per l’alone di mistero che la circonda. La Stachys recta, importante serpentinofita, è una specie endemica dei substrati ofiolitici italiani ed è rigorosamente protetta.
Fotografata nel percorso della Vecchia Ferrovia del Ritasso (Riserva di Monterufoli).
|