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Nelle vicinanze del piccolo borgo medievale della Leccia, sorge un particolare santuario dedicato alla “Madonna del Libro”. Lo stile architettonico ricorda quello di una tipica chiesina andina, studiato e realizzato dal pittore Matteo De’ Gondi da Leccia, rientrato al suo paese natale, dopo il lungo soggiorno a Lima, dove eseguì opere pittoriche al seguito del re Garcia Hurtado De Mendoza.

Matteo da Leccia, con i suoi innumerevoli diversi appellativi con cui amava farsi chiamare, fu un artista camaleontico, dalla vita avventurosa e turbolenta. Nacque a La leccia nel 1540, dove il padre Piero (o Pietrantonio) Gondi nobile fiorentino, possedeva dei terreni e dei casali.

 Giovanissimo e già apprezzato pittore, frequentò la bottega di Michelangelo, partecipando alla decorazione della Cappella Sistina, di Villa d’Este e di altri palazzi signorili. Cambiando sempre nome, lo ritroviamo attorno al 1582 a La Valletta, varie volte in Spagna, infine a Lima presumibilmente intorno al 1590. Al suo rientro in Italia (circa 1599) volle regalare al suo borgo natio, il restauro in stile andino, del piccolo santuario, già esistente nei pressi del paese. Lo impreziosì anche  di un bellissimo dipinto rappresentante una Madonna con Bambino assorta nella lettura di un testo sacro, che dette il nome al piccolo oratorio come “Madonna del Libro”.
 La chiesetta in realtà era stata edificata oltre un secolo prima, alla fine del 1472, anno in cui l’esercito di Lorenzo de’ Medici, guidato dal duca di Montefeltro, entrò in guerra con Volterra per impossessarsi delle miniere di allume, alcune appena scoperte nei pressi di Sasso Pisano. La popolazione della Leccia affinché il piccolo borgo venisse risparmiato dalla furia della guerra, rivolse suppliche e accorate preghiere alla Vergine Maria, che sembra fosse miracolosamente apparsa a Antonina, una giovane del paese, promettendo pace e protezione.


 La chiesetta mostra un porticato esterno che avvolge la sua struttura a forma di “T” sui tre lati con massicci bastioni che sorreggono spesse arcature visibilmente asimmetriche. Queste le conferiscono un aspetto esotico simile allo stile delle vecchie chiese peruviane, inconsueto e unico in Toscana e in Italia.
 L’oratorio ha conservato il prezioso quadro della Madonna, eseguito da Matteo da Leccia fino al 1958, quando per motivi di sicurezza fu trasferito nella chiesa del borgo intitolata a San Bartolomeo, risalente al secolo XIII°.

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I restauri recenti

Il piccolo santuario, fu successivamente dedicato anche alla “Madonna della Grandine”, per rispettare il voto che nell’800, vide i raccolti della zona salvi dalle copiose grandinate, dopo le preghiere rivolte alla Vergine, dai fedeli.

La fede e il fervido culto mariano degli abitanti della Leccia per il loro piccolo oratorio, si è tramandato vivissimo per generazioni e ogni qualvolta la loro amata chiesetta, necessitava di cure e di restauri, tutti i compaesani si prodigavano personalmente e a proprie spese nell’esecuzione delle opere necessarie.

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 Durante la nostra visita al paese e al santuario, la gentilissima signora Fosca che ci accompagnava ci ha illustrato i particolari dell’ultimo restauro iniziato nel 1992 e terminato due anni dopo. All’inizio la maggior parte delle famiglie residenti alla Leccia e i proprietari di case non residenti, si autotassarono di 500.000 lire, altri avrebbero invece contribuito in mano d’opera pur di strappare al degrado la loro chiesa. Si costituì una vera e propria associazione “Gli amici della Leccia” per gestire e seguire il corso dei lavori di restauro fino alla collaborazione ufficiale delle autorità ecclesiastiche, delle Belle Arti e del Comune.

Durante l’ultima fase dei lavori, l’intonacatura dell’esterno della chiesa, evidenziò maggiormente il suo stile andino, finché l’8 di settembre 1994 in una limpida giornata di sole, la chiesetta della Madonna del Libro venne inaugurata……E come in un racconto di altri tempi, durante la cerimonia, all’improvviso il cielo sereno diventò scuro, nero, minaccioso. Le raffiche di vento scompigliavano la chioma dei cipressi appena piantumati che contornavano la chiesa, finché con un grande rombo, una fitta grandinata piombò sulla festa. La durata fu di pochi minuti e la sorpresa di tutti fu quella nel vedere il cielo ritornare in un istante completamente sgombro dalle nuvole. Tra l’incredulità e l’emozione, la gente ricorda e racconta quegli attimi come un evento soprannaturale, come se la loro amata Madonna avesse voluto ancora una volta manifestarsi, con un piccolo segno divino.

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