cdg f marruca 001   Nome scientifico: PALIURUS SPINA CHRISTI
  Nome comune: MARRUCA – SPINA DI CRISTO
  Famiglia: Rhamnaceae
  Fioritura: Maggio-Luglio
  Habitat: boschi termofili, preferibilmente con substrato calcareo. Zone collinari fino a 600m. Presente su tutto il territorio italiano allo stato spontaneo o naturalizzato. Non rinvenuta in Val d’Aosta.


Descrizione

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La Marruca è una pianta perenne a portamento arbustivo-cespuglioso, originaria dell'Europa meridionale, dell'Asia occidentale e del Nord Africa, già conosciuta al tempo dei Greci e dei Romani.

Vegeta in terreni incolti di difficile colonizzazione, come pendii soleggiati, suoli aridi e sassosi, ma anche freschi fossati e terreni alluvionali, tanto che può resistere sia all'aridità, sia a basse temperature fino a meno 10 gradi.

Si presenta come un arbusto eretto, di altezza compresa tra 1 e 5 metri. La corteccia del tronco è scura con marcate sfumature rossastre, ruvida e scanalata negli esemplari più vecchi. I numerosi rami, intrigati a 'zig-zag', sono arcuati, flessibili e portano spine dritte o inclinate lunghe da 5 a 8 cm, la cui puntura è molto dolorosa.

Le foglie, sorrette da un breve picciolo sono caduche, alterne, lunghe 2-4 cm, di forma ovale appuntita, di colore verde lucido-brillante, percorse da tre venature principali. Hanno consistenza coriacea con margine sia dentellato, che intero.

I piccoli fiori ermafroditi sono raccolti in un'infiorescenza a ombrello; grandi appena 3-4 mm, di forma simile a una stella, con 5-6 petali di colore giallo-verdastro.

Il frutto è una caratteristica drupa legnosa discoidale, inizialmente verde, poi marrone a maturazione, formata da una cupola centrale, circondata da una curiosa aletta ondulata e membranosa, che ricorda la forma del cappello dei preti di una volta. All'interno è contenuto 1 piccolo seme scuro.

In passato la marruca veniva appositamente piantata per delimitare campi, giardini, pascoli e proprietà, ottenendo intricate siepi inviolabili dalla fauna selvatica e dal bestiame allevato.

I suoi frutti essiccati dal sapore di mela, una volta venivano tostati e macinati per ottenere un ottimo surrogato del caffé, o gradevoli infusi.

La pianta oltre ad essere un'apprezzabile mellifera, ha proprietà diuretiche e depurative, usata oggi nella moderna erboristeria come valido aiuto contro il colesterolo e gli acidi urici, presente anche nelle preparazioni di cosmetici contro la pelle grassa.

Il nome della specie “Paliurus” deriva dal greco “pàlin” e “uron” = “di nuovo e urina”, probabilmente alludendo alle proprietà diuretiche della pianta.  “Spina Christi” è invece un riferimento biblico in quanto la corona di spine di Cristo, sarebbe stata realizzata coi rami intrecciati di questa pianta. Infine la parola “Marruca” con cui viene comunemente chiamata la pianta, è forse connessa all’antico popolo dei “Marrucini” che abitava l’Abruzzo Citeriore (oggi dintorni di Chieti).

Il poeta Giovanni Pascoli nei suoi ''Primi Poemetti'', volle dedicare alla pianta alcuni versi intitolandoli  'La Siepe'

.....siepe che il passo chiudi co' tuoi rami

irsuti al ladro dormi 'l dì; ma dài

ricetto ai nidi e pascolo agli sciami;

siepe che rinforzai, che ripiantai,

quando crebbe famiglia, a mano a mano,

più lieto sempre e non più ricco mai;

d'albaspina, marruche e melograno,

tra cui la madre selva adorerà

io per te vivo libero e sovrano,

verde muraglia della mia città......

 

 

 

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Marruca - Spina di Cristo -- Paliurus spina Christi