cdg-a-pino-domestico   Nome scientifico: PINUS PINEA
  Nome comune: PINO DOMESTICO
  Famiglia: Pinaceae
  Fioritura: Aprile-Maggio
  Habitat: predilige suoli sciolti, sabbiosi non calcarei, freschi e ricchi. Presente in zone litoranee e collinari fino a 500/700m. Non è presente in Val d’Aosta, Piemonte, Trentino, Lombardia.


Descrizione

Si pensa che il pino domestico possa essere una pianta originaria delle coste del Mediterraneo orientale, introdotto in Italia fin dal tempo dei Romani, a scopo ornamentale. Benché non spontaneo rappresenta un simbolo delle zone litoranee della nostra penisola e delle isole maggiori, tanto che negli stati anglosassoni viene chiamato ‘’Italian stone Pine’’ e in Francia: ‘Pine d’Italie’.

Frequente lungo le coste, si trova anche in famose antiche pinete come quella di Migliarino, della Maremma Grossetana e quella di Ravenna citata da Dante come ‘divina foresta spessa e viva’!

Il Pino domestico è una pianta sempreverde, resinoso, alto fino a 30 m; con chioma conica larga e piatta dalaa tipica forma a ombrello, formata dai rami che si concentrano a raggiera solo nella parte alta del tronco.

Ha un vigoroso apparato radicale e un alto tronco eretto, colonnare spoglio di rami nei 2/3 inferiori della sua lunghezza. Talvolta negli esemplari più vecchi il tronco si biforca, fino a formare 2 chiome separate. In ambienti naturali può vivere fino a 250 anni, in quelli urbani fino a 100.

La corteccia è marrone-grigio-rossastro, fessurata in spesse e profonde placche sugherose, che formano squame allungate.

Le foglie aghiformi, sono  acute ma non pungenti, riunite in mazzetti di 2 elementi, color verde scuro. Lunghe 10/12 cm, racchiuse alla base in una breve guaina rossastra. Persistono sulla pianta da 2 a 4 anni.

Il pino non produce fiori ma ‘sporofilli, di cui i maschili (microsporofilli) consistono in un breve peduncolo che sostiene una parte squamiforme oblunga di colore giallastro. I femminili (macrosporofilli) si trovano nella parte alta della chioma sono meno evidenti, di forma ovoidale e di colore verdastro striato.

I frutti sono grossi coni globosi e legnosi (strobili), piuttosto pesanti, con spesse squame piramidali, color marrone rossiccio e la parte centrale cosparsa di resina.  All’interno si trovano 1 o 2 pinoli commestibili che maturano in 3 anni.

I coni detti popolarmente ‘pigne o pine’ vengono raccolte da ottobre per tutto l’inverno e tenute successivamente al sole primaverile che permette alle squame di aprirsi con facilità per liberare i pinoli. Questi sono contenuti in un guscio legnoso ricoperto da una polverina nerastra.

Il pino è  una pianta officinale da sempre usato per alleviare il mal di gola, la tosse, l’asma e i disturbi respiratori.

Il legno è biancastro-rosato, poco pesante, ma resistente all’umidità. Veniva usato in passato per le costruzioni navali, per i puntoni da miniera e le traversine ferroviarie. Poco apprezzato come combustibile, oggi trova impiego nell’industria cartaria. Nella sua resina, che serviva per la distillazione della trementina, talvolta è possibile notare degli insetti intrappolati da centinaia di anni.

Spesso purtroppo tra le foglie dei rametti sono presenti grossi involucri ragnatelosi contenenti le temute larve di ‘Thaumetopea pityocampa’, la ‘processionaria del pino’, pericolosa per l'uomo e per gli animali.

L’origine del suo nome potrebbe provenire dalla parola sanscrita ‘Pitu= resina’, che avrebbe originato il termine greco ‘Pitys’ e quello latino ‘Pinus’. L’epiteto ‘pinea’ sottolinea la commestibilità dei suoi frutti.

Sotto gli alberi di Pinus pinea,  si possono trovare i tartufi marzolini.

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