Dall’acqua del fiume alla brezza della Rocca

anna stefano paolo

10.4 km, 06:14:02

Coordinate punto di partenza: 43°16'43.74"N 10°55'45.86"E   google maps cane-libero solo-estate
- Percorso il : 29/06/2017 - Tempo impiegato: 06:14:00 h - Tempo in movimento: 04:45:00 h
- Distanza percorsa: 10,00 km - Dislivello tot. In salita: 659 m - Pendenza: med. 11,8% max. 43,7%
Verificato il: 31/12/2019
- Note ---
- Difficoltà : EE
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Dall’acqua del fiume alla brezza della Rocca

Risalita del torrente Pavone per raggiungere la Rocca Sillana

Un interessante anello, che percorrendo sentieri conosciuti e altri completamente inediti, ci porterà a risalire un tratto del torrente Pavone per poi costeggiare la parte alta dell’aspra vallata, fino a raggiungere  l’antico fortilizio di Rocca Sillana, per godere delle insuperabili vedute disegnate dalle ultime luci della sera.

Abbiamo lasciato l’auto in un piccolo slargo lungo la strada di Lanciaia, dopo aver superato di poco  l’indicazione per la Rocca. Da qui  ci incamminiamo sulla stradina asfaltata in leggera discesa, fino a giungere alle località di S.Sisto e  Quercetello, facilmente riconoscibile per il grande podere ristrutturato a ridosso della carreggiata. In questo punto prenderemo a dx imboccando una carreggiabile sterrata interdetta da una catena metallica che impedisce il passaggio delle auto. Ci incamminiamo lungo di essa fino raggiungere un grande spiazzo servito una volta come imposto, ignorando la prima deviazione a sx che si trova poco prima del piazzale.

<<A firma di EB su Il Corazziere di Volterra 10-12 dicembre 1897, a puntate dal titolo “Castelli e industrie del Volterrano”, si descrive la zona di San Sisto e poi dice:                Al cavaliere di due torrentacci, Possera e Pavone, dall’acqua impetuosa, furenti, pericolosissime durante le piogge invernali asciutti letteralmente l’estate, sta il poggio della Lama…….Più su a sghembo del poggio è la vecchia Lama sul culmine di San Sisto......In vari punti di questa terra, la vanga del contadino ruppe malamente e inconsciamente la pace di decine e decine di secoli, e resti umani, e mise a nudo dei rozzi vasi funebri, che quegli avanzi contenevano. Adesso quei vasi non esistono più, forse perché resi friabili dall’azione logoratrice del terreno, o meglio per la nessuna importanza che vi dette chi li trovò.......Dalle poche indicazioni vaghe e grossolane è da supporli fussero preistorici, forse tipo Villanova. Gli oggetti che ne rimangono, le fibule sopra a tutto, ricordano e per la forma e il volume, la materia, gli arabeschi che vi sono disegnati, quelli trovati dal Chirici, illustrati dal Ghirardini. In Altro luogo si misero in luce le rovine di una antica costruzione, che in epoche molto lontane, probabilmente etrusche, dovette servire come fonderia.Una fonderia da far sorridere oggi, per la semplicità, ma che lasciò traccia della propria operosità, nei pezzi di rame fuso, ivi rimanenti.>>                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Altro importante ritrovamento di notevole valore archeologico, (oggi conserrvato al Museo Guarnacci di Volterra), venne alla luce nei campi di S.Sisto nel giugno del 1966, quando un cingolato di alcuni agricoltori, sollevò un'epigrafe di marmo di circa 80 x 50 cm con spessore di 5, con iscrizione incavata a ricordo di alcuni membri di una famiglia romana. Ritenuta un raro reperto, si ipotizza che la lastra di marmo possa essere collocata all'inizio dell'Era Cristiana e forse collegata agli avvenimenti della guerra tra i consoli romani Mario e Silla.

pavone rocca 001Dopo aver superato il piazzale contornato da alcuni rottami gettati tra gli alberi, dopo poche decine di metri incontriamo una seconda deviazione sempre sulla sx, che inizia a scendere in maniera decisa. La imboccheremo e la seguiremo scendendo quasi alla quota del fiume, facendo molta attenzione nell’ultimo tratto a non scivolare, data la pendenza e il fondo breccioso della piccola strada forestale. Dopo una breve depressione che ci obbliga risalire per un breve tratto, in prossimità di un impluvio, la carrareccia finisce. Dobbiamo perciò proseguire piegando a dx in direzione del fiume lungo un angusto sentiero che scende tra i rovi e piccoli rivoli d’acqua sorgiva che stoicamente, malgrado il caldo e la siccità, scendono dalla cupa arroventata roccia serpentina. Oltrepassato un breve tratto di bosco, ci ritroviamo sul greto del fiume e cogliamo l’occasione per cambiarci subito le scarpe, per poter camminare liberamente in acqua durante la risalita. Pur trovandoci in posti assolati nelle prime ore del pomeriggio, godiamo del refrigerio del fiume che ci rende il cammino piacevole e rilassante. Come di consuetudine, camminiamo lentamente e in silenzio per meglio gustare i colori e gli odori dello straordinario ambiente intorno a noi. Ogni tanto alzando lo sguardo verso l’alto, rimaniamo sorpresi dall’ incredibile profondità della vallata che ci sovrasta, così selvaggia e maestosa.Nonostante  la grande siccità di quest’anno, incontriamo ancora diversi pozzi profondi, che ci permettono di immergerci nelle fresche acque cristalline.

Dopo aver percorso 1300 metri in questo straordinario ambiente, giungiamo in un punto in cui sulla nostra sx, si vede affluire un copioso rivolo d’acqua, che soffermandoci per osservare meglio, capiamo che esce da una piccola apertura seminascosta tra i rovi e gli arbusti.  Si tratta della galleria di scolo della grande miniera del Pavone, che serviva un tempo a far defluire l’acqua durante le operazioni minerarie (43°16’44,7”N 10°56’39”E).

pavone rocca 002Continuiamo la lenta marcia di risalita, osservando attentamente ogni particolare vicino a noi e dopo circa 500 metri scorgiamo evidenti, nel mezzo al letto del fiume, i resti di vecchie opere murarie in mattoni, che ci segnalano di trovarci in prossimità delle antiche miniere di rame. Scrutando attentamente sulla nostra sx, qualche metro più in alto del livello del fiume, notiamo nella boscaglia l’ingresso di una galleria molto grande. La raggiungeremo per curiosare e scorgiamo a pochi metri nel suo interno, un grande cancello metallico che impedisce di entrare. Scattiamo alcune foto e notiamo che sopra l’arco di ingresso in mattoni, appaiono due nicchie nel muro. Immaginiamo che quella più in alto potesse contenere un immagine sacra, come in uso nelle miniere dell’epoca e quella sottostante forse avrebbe potuto contenere il nome e una preghiera.  In alto, poco sopra al cancello si scorge anche l’incisione di una data che si legge a stento.   

Dopo alcune piccole nostre ricerche, abbiamo dedotto che si possa trattare della ‘Galleria dei Mugnaioli’, dove sarebbero stati individuati e sfruttati filoni di minerale cuprifero tra i più pregiati e redditizi. Davanti l’imbocco sul greto semi asciutto del torrente, notiamo anche evidenti tracce di muratura a mattoni, opere che consentivano il passaggio sopraelevato di una passerella di collegamento della miniera, con la sponda opposta.

Alcuni studi del dott. Marrucci, pubblicati anche sulla rivista ‘La comunità di Pomarance’, descrivono con accuratezza i resti della ‘Galleria dei Mugnaioli’, con le sue innumerevoli diramazioni interne, oggi in gran parte ostruite dai detriti franati e naturalmente interdette ai visitatori.  Nel corso dell’anno 1832 furono fatti aprire nella galleria, da parte della società ‘Kleiber-Le Blanc’, due diversi cantieri che proseguirono ininterrottamente i lavori di escavazione, fino al 1834.  Il grosso filone di gabbro mineralizzato che attraversava  ‘Grotta Mugnaioli’ riuscì a fruttare ben ‘’19.486 libbre di buonissimo minerale’’ (circa 7 tonnellate), che fu ridotto in metallo alla fonderia dell’Accesa, gestita dalla stessa società. In una fase successiva, negli anni 1929-1931, da parte della signora Serafini, allora intestataria della concessione. In seguito urono di nuovo eseguiti dei lavori minerari intorno a Grotta Mugnaioli e durante le escavazioni fu anche intercettata parte della vecchia galleria già esistente.  Le esplorazioni produssero ancora circa 100 tonnellate di minerale di ottima qualità.

‘’’’….. Il grande filone cuprifero affiorante con grande potenza nella grotta, attraversava poi il Pavone e risaliva oltre la sponda sinistra del torrente perdendosi per le pendici del rilievo di Rocca Sillana per riapparire infine (messo in luce da una frana provocata da un terremoto) sull’altro lato dello stesso monte che declina sul torrente Possera, ovvero presso il Pod. Gorghe, tra Quercetello e Barbiano, lungo la strada per San Dalmazio, raggiungendo così la lunghezza di oltre 1700metri…..’’’’

pavone miniera 008Camminiamo ancora lungo l’ampio alveo, in questo punto quasi pianeggiante, ombreggiato ai lati da grandi piante di ontano nero e carpini. Sulla sx ci accompagnano tracce di vecchi muri legati all’attività estrattiva e in poco meno di 200 metri, giungiamo di fronte al grande complesso minerario della ‘Miniera del Pavone’. (43°16’25,9”N 10°56’36,6”E)   Per poter osservare meglio i resti della vecchia miniera, dobbiamo allontanarci temporaneamente dall’alveo del torrente e salire di qualche metro sulla sponda alla nostra sx. Ci appariranno da subito semi inghiottiti nella vegetazione della boscaglia, i numerosi ruderi murari di officine, magazzini, alloggi, scuderie, nonché pozzi, canali, fossetti e passaggi, che testimoniano quale importanza  avesse avuto questo luogo,  nel passato minerario e nell’economia della nostra zona. Gettato l’ultimo sguardo al grande arco in pietra, ingresso principale della lunga ‘Galleria Isabella’, torniamo di nuovo all’alveo del torrente e continuiamo a risalire. Con ulteriori 500 metri, giungiamo in prossimità di un’ ansa dove si apre un grande specchio d’acqua cristallina, ottima occasione per rinfrescarci e godere di un ultimo bagno prima di iniziare la grande ascesa verso Rocca Sillana. Guardandoci intorno si potrà scorgere, poco sopra il livello del fiume, un'altra galleria in muratura servita un tempo per far confluire l’acqua imbrigliata più a monte,  verso la miniera principale, dove veniva utilizzata per il lavaggio del minerale e l’azionamento di una pompa di estrazione.

pavone rocca 003Rifocillati e tonificati dall’ultimo bagno, riprendiamo le nostre cose, incamminandoci lungo il sentiero che in costante salita, ci porterà fino al podere Vivaio.  

Dovremmo prestare particolarmente attenzione per trovare l’imbocco del sentiero, poiché non essendo segnato e parzialmente nascosto dalla vegetazione, può essere di difficile individuazione. Dovremo tenerci sulla sponda dx e calcolare circa 50 metri poco più avanti dello specchio d’acqua; sicuramente oltre i primi cespugli e alberi che ci troveremo davanti, non sarà difficile notarne l’ingresso.  (Coord. 43°16’09,7”N 10°56’33,1”E).

Nonostante le iniziali difficoltà, esso poi si presenta ben percorribile e agevole, sia pur con una considerevole pendenza, che da quota 225metri, ci porterà in breve tempo a sfiorare i 380.

Ci troveremo fin da subito nel fitto bosco e dopo nel bel mezzo della solita pineta di pino marittimo, che ci accompagnerà fino al podere ‘Vivaio’. (Costretti a lambirlo proprio a pochi metri, raccomandiamo il  massimo rispetto della privacy). Continuiamo il cammino in direzione NW, fino a raggiungere il grande campo incolto attiguo alla proprietà e ne seguiremo tutto il margine di destra, facendo massima attenzione per individuare la piccola apertura, appena visibile sempre sulla dx in prossimità di una quercia. (coord.43°16’10”N  10°56’06,5”E)

A questo punto inizierà un tratto di sentiero molto bello ed avvincente, che richiede però notevole spirito di orientamento e di attenzione per essere seguito. Consigliamo di procedere lentamente e di aiutarsi con carta e gps, anche se alcuni flebili segni di vernice gialla ci garantiranno di essere sulla strada giusta!

Dal campo incolto si entra in una sorta di scamporata in mezzo a piccoli alberelli e piante di ginestre, per poi voltare leggermente a sx non appena iniziano i pini. Scendiamo ancora e quindi cominciamo di nuovo a risalire, da prima nel fitto della vegetazione e poi all’aperto lungo la costa di gabbro fra ginepri e arbusti. Attraversiamo un primo canalone e più o meno alla stessa quota, continuiamo a marciare in direzione Est. Da qui il cammino si farà molto interessante, arricchito da belle ed insolite prospettive sulla Valle del Pavone, sul paese di Montecastelli e verso il Podere Vivaio con un alternarsi di colline ricoperte di fitta vegetazione. Dopo circa 1 km di cammino dopo il podere Vivaio, ci troviamo in prossimità di un incrocio dove dovremmo fare molta attenzione ad immetterci nel sentiero giusto. Dopo questo punto, tutto sarà più facile, il camminamento sarà più evidente e pulito e non sarà più possibile sbagliare. Poco più avanti troveremo una piccola sorgente che sgorga dalle rocce di gabbro e da qui, tenendo la dx, inizieremo a scendere fino a quando incontreremo un bivio di sentieri dove terremo la sx,  marciando in direzione Nord. Cammineremo ancora per alcune centinaia di metri fino ad incontrare, oltre l’ordinata fila di pini che costeggiano il sentiero, un ulteriore incrocio dove terremo ancora la sx immettendoci nel vecchio sentiero ufficiale, che nella direzione opposta porterebbe invece di nuovo alle miniere. Da fare molta attenzione al successivo passaggio in prossimità della frana perché il breve tratto è molto esposto, ma anche facilmente superabile scegliendo di passare poco più in alto. Da qui cammineremo ancora per circa 400 metri, per poi incontrare sulla sx l’evidente segnatura del sentiero n°8 che ci condurrà fino alla sommità del poggio. Iniziamo lentamente a risalire per alcuni tratti molto ripidi e piuttosto faticosi. Sarà quindi l’occasione giusta per soffermarci, voltarci verso i vasti panorami e scattare alcune foto, per aver modo di rinfrancarci dallo sforzo, che sicuramente inizierà a farsi sentire, considerando che stiamo salendo fin dal punto che abbiamo lasciato il Pavone.   Camminiamo ancora e di tanto intanto tra le fronde dei pini e dei lecci, ci appare maestosa la sagoma della Rocca, che con le sue pietre arrossate dalle luci della tramonto, mostra un fascino ancora più austero. pavone rocca 004Ben presto, dopo l’ennesimo sforzo lungo il ciottoloso sentiero, si scorgono sulla nostra sx i ruderi della ‘Porta Volterrana’, che oltrepasseremo per guadagnare l’ingresso del fortilizio.

Giunti davanti all’ingresso principale, avremo modo di consumare la nostra cena godendoci le belle vedute serali sulla valle del Pavone. Se il giorno da noi scelto per il nostro lungo percorso, coincidesse con l’orario di apertura serale del monumento, sarà consigliabilissimo approfittare per un interessante visita guidata, nella magica atmosfera notturna all’interno della Rocca. (Contattare il sito relativo agli orari della Rocca Sillana)

Ci rimetteremo in cammino, scendendo lungo la ripida stradina che dalla rocca porta verso la strada di Lanciaia, in circa 600 metri.  Da qui confortati dal fresco della sera, svoltando a dx raggiungeremo in breve la nostra auto per concludere questo magnifico itinerario, sicuramente un po’ faticoso,  ma ricco e variegato come pochi!

PS: data la possibile difficoltà nel seguire la prima parte del sentiero che da Vivaio conduce a mezza costa verso Quercetello ed al raccordo per salire alla Rocca, abbiamo provato ad inserire in maniera sperimentale alcuni WP di riferimento che ci potranno aiutare e confermare la giusta strada. (Di seguito saranno riportati i valori dei WP e la loro posizione sulla mappa).

       

pavone rocca 005Sempre con lo sguardo rivolto al rosseggiare dal tramonto, determinati ad immortalare le immagini più belle, camminiamo spediti lungo la piccola strada in discesa, affiancata ora da vecchie mura di poderi dimenticati, ora da vaste distese di grano maturo accarezzate dal rosso della sera, che mescola l’armonia, i colori e le sfumature di un sensazionale quadro d’autore!

Compiuti quasi senza accorgersene gli ultimi metri di strada, giungiamo di nuovo alle nostre auto parcheggiate concludendo questa magnifica escursione, che in poco più di dieci km ci ha regalato 6 ore di autentico divertimento e relax, deliziandoci di momenti irripetibili vissuti in totale simbiosi con i nostri stupendi corsi d'acqua.

mappa pavone rocca 

Descrizione dei waypoints presenti sulla mappa (è possibile scaricare waypoints e traccia per GPS da qui)

000) 43°16'43,828"N       10°56'45,451"E  Partenza e arrivo

001) 43°16'5,694"N         10°56'20,98"E    Sentiero

002) 43°16'4,711"N         10°56'30,574"E  Pozzo

003) 43°16'44,692"N       10°56'38,951"E  Galleria di scolo della miniera del Pavone

004) 43°16'30,932"N       10°56'34,793"E  Galleria dei Mugnaioli

005) 43°16'25,914"N       10°56'36,622"E  Miniera del Pavone

006) 43°16'10,898"N       10°56'35,081"E  Imbocco sentiero per Vivaio

007) 43°16'9,725"N         10°56'33,112"E  Sentiero per Vivaio

008) 43°16'10,027"N       10°56'6,54"E      Scendere a destra sotto la quercia

009) 43°16'10,927"N       10°56'10"E         Pineta 

010) 43°16'12,112"N       10°56'10,63"E    Pineta

012) 43°16'16,489"N       10°56'6,572"E    Tenere la destra

013) 43°16'16,568"N       10°56'6,461"E    Sentiero

014) 43°16'17,756"N       10°56'17,041"E  Sentiero

015) 43°16'20,654"N       10°56'22,747"E  Sentiero

016) 43°16'21,076"N       10°56'22,79"E    Sentiero

017) 43°16'30,241"N       10°56'22,265"E  Sentiero

018) 43°16'37,553"N       10°56'24,59"E    Sentiero

019) 43°16'39,025"N       10°56'24,958"E  Sentiero

020) 43°16'51,215"N       10°56'18,708"E  Sentiero

021) 43°16'51,521"N       10°56'18,193"E  Sentiero