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L’antico castello di Rocca San Silvestro si trova nella zona di Campiglia, alle pendici del Monte Calvi circondato dai rilievi collinari di Monte Rombolo, Poggio dei Manienti e Poggio Aione. Le rispettive  vallate dove sono evidenti i bianchi affioramenti di roccia calcarea, sono attraversate da numerosi filoni di minerale costituiti da Galena argentifera, Calcopirite, Blenda, Casserite e Limonite che hanno dato vita, fin dall’epoca etrusca, allo sfruttamento di queste risorse metallifere.

Nacque perciò un villaggio, nel cuore di quest’area mineraria, proprio dove alcuni antichi documenti riportano tracce di una chiesa  intitolata a San Silvestro alla Rocca, che aveva in dotazione case, orti e terreni coltivati a vite e a olivo. Tra il X e l’XI secolo per iniziativa della ricca famiglia dei conti Della Gherardesca, nasce un vero e proprio villaggio minerario fortificato, finalizzato allo sfruttamento delle risorse minerarie della zona, conosciuto col nome di ‘Rocca Palmento’. Il significato del curioso nome, è probabilmente legato al fatto che proprio sotto l’antica chiesa, venne ritrovata una macina di frantoio che allora veniva chiamata ‘palmentum’.

La fervida ricerca delle vene metallifere della zona intorno alla rocca, veniva fatta tramite strettissime gallerie, scavando con attrezzi rudimentali per ridurre in pezzi il minerale che vi si trovava all’interno e per rendere più facile il trasporto fino in superficie.   Successivamente una volta all’esterno, il compito di separarlo dalle rocce era affidato anche alle donne e ai bambini e solo dopo queste procedure veniva trasportato finalmente al castello per la lavorazione metallurgica e la fusione. I metalli erano destinati alla produzione monetaria delle zecche toscane, principalmente di Pisa e Lucca.

Dopo un periodo di decadenza politico-economica, nel XII° secolo i conti Della Gherardesca, lasciarono la proprietà e la gestione di Rocca San Silvestro.  Vi succedettero i loro ‘Visdomini’: dei vicari con funzioni militari, che allora facevano parte delle famiglie aristocratiche e che  prendendo spunto dal nome del villaggio, assunsero il nome di ‘Della Rocca’. Con i nuovi proprietari il villaggio ebbe una notevole ripresa economica e urbanistica, tanto che venne riedificata una nuova cinta muraria, dotata anche di porta fortificata. Più in alto, dove si trovava la zona residenziale della nobiltà prese forma un’alta torre quadrata e venne ingrandita la chiesa. Anche le case del borgo furono ristrutturate e ne vennero fatte di nuove e venne costruita anche una grande cisterna per l’acqua. La zona residenziale fu separata da quella artigianale e all’esterno delle mura, trovarono posto una nuova ferriera, una forgia a mantice, la carbonaia.

Gli edifici della Rocca, appaiono ancora oggi costruiti magistralmente con filari di conci di pietra calcarea locale e talvolta edificati direttamente sulla roccia affiorante. Ne sono esempio i gradini di ingresso, dove appaiono ancora intagliate le linee del ‘gioco del mulino’, simile al nostro ‘filetto’, un passatempo di moda  in tutta l’Europa medievale.   

Si ipotizza che nella seconda metà del XIII° secolo, gli anni di maggior attività nella ricerca dei minerali, circa 250 persone abitassero nella Rocca San Silvestro. Al suo interno si trovava anche un forno per il pane, che serviva anche per la cottura della ceramica per piatti, vasellame e mattoni da costruzione. Oltre alla grande cisterna per l’acqua,  ve ne erano altre più piccole per uso personale o collettivo, tutte impermeabilizzate con la tecnica del ‘cocciopesto’ .  Nelle vicinanze della chiesa si trovava anche il frantoio, dato che l’olio in quei tempi, era ritenuto un bene prezioso e indispensabile, non tanto per l’uso alimentare, ma per l’illuminazione delle case e delle gallerie delle miniere.All’interno del nucleo abitativo aristocratico, a ridosso della chiesa dedicata a San Silvestro, si trovava anche il cimitero.

Nella parte esterna dell’insediamento, c’era il cuore  di una vera e propria area industriale per la trasformazione di solfuri e per la produzione di rame e dell’argento, dove ancor oggi si rinvengono numerose scorie e scarti della lavorazione dei minerali. Nei pressi dei forni fusori e delle officine è presente ancora la forgia a mantice per il ferro, sapientemente restaurata. Diverse furono le cause che portarono all'abbandono della splendida rocca, che diventò definitivo circa nel 1400.      

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La Rocca di San Silvestro