cdg-f-lavanda-selvatica   Nome scientifico: LAVANDULA STOECHAS
  Nome comune: LAVANDA SELVATICA
  Famiglia: Lamiaceae
  Fioritura: Gennaio-Maggio
  Habitat: cresce nelle radure delle macchie degradate, su suoli grossolani silicei o calcarei, fino a 600 metri. Presente solo nella costiera tirrenica dalla Liguria alla Calabria, comprese Sicilia e Sardegna.


Descrizione

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E’ una pianta tipicamente eliofila-termofila, aromatica, suffruticosa sempreverde, in grado di resistere agli incendi boschivi. Spesso la troviamo in associazione coi Cisti e si presenta come un piccolo arbusto legnoso con portamento cespuglioso. Ha ramificazioni densamente fogliose a sezione quadrangolare, ricoperte da fitta peluria biancastra; i rametti più adulti hanno la corteccia marronastra che tende a screpolarsi.

 

Le foglie sono persistenti, opposte, lanceolate a lamina intera, lunghe fino a 3 cm, ma larghe solo pochi millimetri. Sono percorse da un’evidente nervatura centrale e tendono a ripiegare il loro bordo verso il basso, ricoperte da fitta lanugine su entrambe le parti, da apparire color verde cotonoso.

 

I fiori formano una vistosa infiorescenza terminale a spiga cilindrica e compatta, leggermente angolosa,  lunga 3-5 cm, con un caratteristico pennacchio di brattee ben sviluppate di colore viola. I piccoli fiori lungo la spiga hanno un calice peloso lungo appena mezzo millimetro di colore violaceo. Anche la corolla è della stessa tonalità di colore, leggermente bilabiata e termina con un tubo diviso in 5 lobi arrotondati.

I frutti sono acheni triangolari scuri, punteggiati, con sfumature iridescenti.

 

Dalla pianta si può estrarre un olio essenziale che trova impiego in profumeria ed era già conosciuto oltre 2500 anni fa, usato durante le fasi di mummificazione.

Anticamente con le foglie e i fiori della Lavanda venivano preparati infusi e decotti da utilizzare per rinvigorire i capelli, come cicatrizzante, come antisettico e per lenire le punture degli insetti.

 

Il suo nome scientifico deriva dal gerundio latino del verbo ‘lavare’, in riferimento all’antica usanza di profumare con questa pianta, l’acqua del bagno e del bucato. L’epiteto ‘Stoechas’, di derivazione greca significa ‘in fila’, alludendo alla disposizione verticale dei fiori. Questo tipo di Lavanda, è oggi molto apprezzato nell’allestimento di composizioni nei giardini rocciosi.

 

Fotografato nelle colline adiacenti alle coste della Maremma Toscana.

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Lavanda selvatica - Lavandula stoechas