Minerale del sistema rombico del carbonato di calcio, Ca Co3 classe piramidale rombica, l’Aragonite è un polimorfo della Calcite, con densità dovuta alla maggiore coordinazione del calcio.
Si trova generalmente in cristalli prismatici, con poca ricchezza di forme, talora pseudo-esagonali per geminazione di tre individui. I cristalli sono caratterizzati da terminazioni acuminate a scalpello. Si può trovare anche in aggregati fibrosi e fibroraggianti, in masse reniformi, coralloidi, globulari, stalattitiche o anche sotto forma di incrostazioni. L’Aragonite pura è incolore, con lucentezza vetrosa, tendente al resinoso, spesso perlaceo. Facilmente solubile in acido cloridrico, con viva effervescenza. Si presenta in cristalli sottili, allungati, riuniti in ciuffi, all’interno di fratture, porosità e cavità di rocce gessose e calcaree. Si forma in ambiente sedimentario, ma si può formare anche in aree fumarolitiche o vulcaniche. L’Aragonite fu scoperta nel 1797 da Abraham Gottlob Werner, geologo e mineralista tedesco, vissuto a Dresda dal 1749 al 1817. Considerato il “padre tedesco della geologia”, definì una prima teoria della stratificazione della crosta terrestre e la successiva cronologia delle rocce. Il nome del minerale si deve all’Aragona, regione della Spagna, dove a Molino d’Aragona, vennero segnalati geminati tripli pseudo esagonali grigio- rossastri. I più grandi giacimenti di questo minerale, si trovano negli Usa, in Messico, in Marocco, in Scozia, in Austria e in Germania. I più bei cristalli italiani, invece provengono dalle solfare della Sicilia, dalla Val Malenco in Lombardia, dalla Romagna, dal monte Romazzo in Liguria e dalla Valle del Pavone in Toscana. I campioni di aragonite, esteticamente più belli, sono soprattutto ricercati dai collezionisti o utilizzati per la realizzazione di oggetti ornamentali. In passato, veniva usata anche nell’industria edile, per la preparazione dei cementi. L’Aragonite, apprezzata anche in “cristalloterapia”, sembra che abbia il potere di calmare lo stress e il sovraffaticamento, di rafforzare i muscoli e le ossa, nonché di stimolare il sistema immunitario.
L’Aragonite nella Val di Cecina
In questa zona, l’Aragonite è segnalata nelle miniere di Camporciano e Querceto. Anche nella zolfara di Libbiano è stata rilevata la presenza di Aragonite, lungo la strada che conduce al paese, nei pressi delle putizze di Chiuse di Soppresso. Nella galleria dell’antica miniera di rame di “Fosso Linari”, l’Aragonite ha formato stalattiti di color bianco-gessoso, con struttura finemente fibrosa e cristalli aggregati in habitus prismatico appiattito. Rinvenuta anche sui calcedoni di Poggio Castiglione (Riserva di Monterufoli), sotto forma di sferule biancastre di circa 7/8 mm. I campioni più belli reperiti nelle nostre zone, provengono sicuramente dalle frane del pendio della Rupe di Rocca Sillana, lungo le gole del torrente Pavone. Qui l’Aragonite, ha formato grandi lastre con cristalli vitrei prismatici, tubolari, intrecciati, talvolta lunghi diversi centimetri. Spesso si presentano in piccoli gruppi o in ciuffetti di lucidi cristalli aciculari. Un eccezionale campione di cristallo prismatico pseudoesagonale, lungo oltre 20 cm., venne ritrovato nella zona franosa che costeggia il Pavone ed è tuttora conservato al Museo Minerale di Firenze, ritenuto uno dei migliori esemplari tra quelli provenienti dalle rocce ofiolitiche italiane.
|