conglomerato11

 

CONGLOMERATI

 

Un conglomerato è una roccia clastica terrigena a granulometria "ruditica" (>2 mm): si distingue dalla Breccia perché, mentre questa è costituita essenzialmente da frammenti spigolosi e angolosi, esso è costituito da clasti e granuli dai contorni arrotondati, che testimoniano un certo grado di trasporto.

conglomerato

La matrice in queste rocce è costituita dalla sabbia e dal fango e può essere molto variabile dal punto di vista composizionale e generare conglomerati con matrice sabbiosa, fangosa o mista.
Quello che possiamo osservare macroscopicamente e senza necessariamente essere del "mestiere", è che tra un "clasto" e l'altro c'è qualcosa che fa, per così dire da "collante", ovvero che sostiene la varietà di clasti arrotondati che formano il nostro campione o il nostro affioramento. Tale struttura vine chiamata "tessitura".
La tessitura può essere granulo-sostenuta o matrice-sostenuta: nel primo caso lo spazio presente tra i clasti non permette la presenza di più del 50% di fango e sabbia; in un Ortoconglomerato la matrice è tanto scarsa che i contatti tra i granuli sono fortemente suturati e le poche cavità rimaste possono essere riempite da cemento.

Conglomerati di Botro al Rio

Il vasto paesaggio forestale fatto di leccete, di boschi di latifoglie e di macchia mediterranea, ricopre la maggior parte dei rilievi della Riserva Naturale di Berignone e ci accoglie con i suoi numerosi corsi d‘acqua che la arricchiscono e ne modellano il paesaggio, regalandoci ambienti veramente unici.
Il Botro al Rio, piccolo affluente del Sellate, che si getta a sua volta nel fiume Cecina, è un corso d’acqua che scorre profondamente incassato entro enormi pareti rossastre sovrastate dalla mole dei ruderi del Castello dei Vescovi.
La geologia di questa zona, come del resto della Riserva, è prevalentemente caratterizzata dalla presenza di rocce sedimentarie, sia di ambienti marini che continentali, deposti da circa 7 a 9 milioni di anni fa. Nelle zone depresse che allora venivano a formarsi per i movimenti e le fratturazioni della crosta terrestre, confluivano le acque superficiali, che andavano a creare delle vaste aree lacustri. Qui si sedimentavano argille, sabbie e ciottoli dando vita alle Rocce conglomeratiche, argillitiche e marnose.
Il versante Est del Botro al Rio, fino alla località chiamata „Grotta Rossa“ si presenta infatti, fortemente eroso ed è possibile osservare nelle sue impressionanti forre,  ripidi impluvi che corrono tra le rosse pareti di Conglomerato, soggette allo sgretolarsi sotto l'incessante azione erosiva delle sue acque. Da milioni di anni infatti le piogge e le acque superficiali che hanno formato la frattura, la approfondiscono e la allargano nella parte bassa. A sua volta l'erosione dello scorrere delle acque fa crollare le pareti sovrastanti, facendo aumentare sempre più la larghezza del canyon di Botro al Rio. Anche alla confluenza del torrente Sellate, emergono enormi massi rotondeggianti di conglomerato e perfino in prossimità dei ruderi dello stesso Castello dei Vescovi, altri ammassi delineano curiosi profili. La tipica colorazione rossastra delle pareti delle grotte, è probabilmente dovuta alla presenza di ossidi di ferro, accumulati e ossidati con la complicità di un clima particolarmente arido, che ha reso ancor più evidente questo particolare  effetto cromatico.  Il tipico colore non è presente infatti nei grossi ciottoli di Calcari-silicei, Ofioliti, Diaspri e Arenarie. Tutto ciò caratterizza e impreziosisce il patrimonio naturalistico della Riserva e della Valle del Cecina, che vede inserito il piccolo e affascinante Botro al Rio, tra i più importanti geositi italiani, per la sua conservazione e la sua valorizzazione.