IL MANGANESE DI CANNETO

autore3

190616 manganese 001

190616 manganese 016Nel comune di Monteverdi M.mo a circa 290 metri s.l.m., il piccolo borgo di Canneto, sorge su uno sperone di roccia ofiolitica, tra il bacino del torrente Sterza e la valle del Cecina.

Il suo territorio rappresenta un ambiente dove l'intreccio della sua geologia e la sua storia, hanno rappresentato, soprattutto in passato, un'area di spiccato interesse che fin dal secolo XVI° si caratterizzava per la ricerca di lignite, magnesite, manganese e pietre dure, come i famosi 'Calcedonj' estratti fino al XIX° secolo dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

190616 manganese 001La zona delle miniere di Manganese è localizzata verso Est, sul Poggio di Canneto (interessato tutt'oggi dalla ricerca di fluidi geotermici da parte dell'Enel), nelle vicinanze del podere 'Le Croci' a circa 1 km di distanza dal paese, ad un'altitudine tra i 350 e i 500 metri sul livello del mare.

Il giacimento manganesifero venne scoperto solo nel 1930, quando in tutta Italia, diventò frenetica la ricerca autarchica di minerali per la produzione siderurgica, di cui il manganese è un elemento basilare nella composizione delle leghe metalliche.

190616 manganese 002190616 manganese 002190616 manganese 005

190616 manganese 006190616 manganese 007Il giacimento di Canneto veniva descritto come un unico filone con spessore variabile (m. 0,80-2,50) inglobato nella formazione dei Diaspri delle serie Liguri di Monteverdi, dove si riscontra inoltre anche tutta la serie che contraddistingue le Ofioliti: Calcari a calpionelle, Basalti, Diaspri e Brecce ofiolitiche con presenza di metalli dal 22 al 50%.

I lavori di coltivazione consistevano in 6 gallerie a una quota tra 400 e 500 metri, con relativi impianti di trattamento del minerale estratto. Nell'impianto più grande e più importante, trovava posto una 'laveria idrogravimetrica', costituita da un reparto di frantumazione e macinazione del minerale, che una folta frantumato e immesso in silos di stoccaggio, veniva prelevato da autocarri che lo trasportavano fino alla stazione ferroviaria di Casino di Terra.

Oggi sul Poggio di Canneto, si possono ancora osservare alcune delle gallerie e varie trincee con i resti murari dei fabbricati, semi sommersi dalla vegetazione.

190616 manganese 009190616 manganese 011190616 manganese 017

190616 manganese 006<<<La miniera di Canneto è stata la miniera di manganese più produttiva, anche se modesta, di tutta la Toscana. La mineralizzazione era costituita da un banco di silicati e ossidi vari di manganese che si immergeva verso Nord, con ingrossamenti colonnari, incassato in una formazione di diaspri, a contatto con una massa di rocce ofiolitiche. Il banco mineralizzato era poi attraversato da un fitto intreccio di piccoli filoncelli di ossidi polverulenti neri di manganese. 190616 manganese 007La consistenza della mineralizzazione variava da punto a punto con tasche e concentrazioni più grandi; fu coltivato anche un filone della potenza fino a 3,5 metri. La potenzialità del giacimento fu stimata in 180.000 tonnellate di minerale con un tenore medio di circa il 30% di manganese. Il primo permesso di ricerca fu concesso nel 1930 ma i primi veri lavori a cielo aperto iniziarono solo nel 1934 quando subentrò un secondo concessionario con mezzi economici più consistenti. Nel 1938 fu data la concessione mineraria alla “Magona di Cecina” e furono ampliati i lavori di ricerca e di estrazione. Nella massa mineralizzata furono scavate tre gallerie: la prima, a quota 440 m che seguiva in direzione S-E il banco di minerale per circa 20 m, per poi arrestarsi contro una faglia. La seconda galleria, localizzata alla stessa quota, e poco distante dalla prima, raggiunse gli 80 m, seguendo verso E il banco di pirolusite, che in quel punto aveva una potenza da 1 a 3 metri. La terza galleria, scavata a circa 20 m sopra il piano della seconda, seguì la mineralizzazione solo per 10 m. Furono inoltre scavate, a quota 482 e 500 m, altre due gallerie di carreggio. In seguito, nei cantieri più alti, le lavorazioni continuarono a cielo aperto senza risultati apprezzabili nel tentativo di seguire il proseguimento del filone verso S.

190616 manganese 006Le coltivazioni proseguirono fino al 1942 quando l’attività di estrazione fu interrotta per la scarsa potenzialità del giacimento e la bassa qualità del minerale troppo ricco in silice per essere utilizzato nell’industria metallurgica. Un nuovo permesso di ricerca fu richiesto nel 1960 dalla “Larderello SpA” senza ulteriore seguito.

190616 manganese 007Nel periodo di massima attività furono impiegati nella miniera circa un centinaio di operai e la produzione giornaliera di “tout venant” raggiunse le 80 tonnellate giornaliere con un tenore di manganese di circa il 30%. Il minerale estratto veniva cernito, lavato e frantumato in posto. Attualmente sulle pendici NO del rilievo di Canneto si possono riconoscere ancora i ruderi degli impianti di trattamento e di stoccaggio del minerale e le 5 gallerie di coltivazione insieme ai vuoti ed alcune trincee delle coltivazioni a cielo aperto Nei dintorni degli impianti, in prossimità degli imbocchi delle gallerie e delle trincee, si trovano ancora cumuli di minerale; si tratta di frammenti di diaspro nero, probabilmente associato a braunite, ed altri ossidi di manganese quali pirolusite e manganite; non esiste uno studio scientifico sistematico che abbia confermato l’identificazione delle fasi minerali presenti.

Altre ricerche di manganese furono effettuate senza successo anche nei pressi di Micciano (Atzeni , 1942), lungo i corsi dei torrenti Malentrata e Ritasso e sul Poggio Donato, in seguito a permessi di ricerca concessi nel 1938 al conte Ugolino della Gherardesca.

(da una relazione del Prof. Paolo Orlandi : -Siti di interesse minerario e minaralogico del territorio della Provincia di Pisa- che ringraziamo!)
 

E' noto che fin dalla preistoria erano conosciuti i pigmenti di manganese, rinvenuti nei tratti delle pitture rupestri risalenti a poco meno di 20.000 anni fa.

Anche gli Egizi e i Romani utilizzavano in manganese per la fabbricazione e la colorazione del vetro, mentre gli Spartani lo aggiungevano al ferro per potenziare la durata delle loro armi.

In seguito fin dal 1700 il manganese, per le sue proprietà deossigenanti, leganti e esfolianti è stato elemento essenziale per la produzione del ferro e per altre leghe di alluminio, rame, zinco, titanio, acciaio inossidabile, oro, argento ecc, oltre che per la colorazione e la decolorazione del vetro e la fabbricazione delle batterie.

Lo ritroviamo utile anche in campo medico e chimico come 'disinfettante permanganato', nella purificazione delle acque, nella formulazione di fungicidi e per il trattamento delle malattie della vite e dei cereali.