A circa un chilometro di distanza dalla confluenza col Botro Santa Barbara, superati dei grandi costoni franosi di roccia ofiolitica, dopo una piccola ansa, il torrente Trossa saprà sorprenderci, mostrando una serie inaspettata di pieghe geologiche, che si susseguono lungo la riva sinistra per alcune decine di metri.
Per comprendere lo spettacolo che stiamo guardando, dobbiamo immaginare di trovarci molti metri più in basso, o meglio a circa 200-300 metri sotto il livello del mare, in quello che è chiamato “Ambiente Pelagico”.
Dobbiamo pensare quali immani forze siano state necessarie per sollevare fino alla quota attuale, il basamento di Ofioliti, Serpentiniti e Gabbri, con tutta la loro copertura sedimentaria di Diaspri, Calcari a Calpionelle, Argille Palombini (Dominio Ligure Interno). Tutto ciò ha originato questa stratificazione che ci mostra la caratteristica struttura a pieghe, più o meno pronunciate, verticalizzate, con l’alternanza di curve concave e convesse, che si è modificata dalla originale giacitura orizzontale.
Osserviamo inoltre piccoli spostamenti tra strati omogenei, che ci danno l’impressione di “rotture”, che sono in realtà fratture di compressione (formazione della piega in fase duttile) e successiva distensione o rottura (formazione in fase fragile), che hanno generato le deformazioni rocciose che vediamo.
Si può calcolare che il periodo di riferimento, possa aggirarsi intorno al Giurassico Superiore, quando ha avuto luogo l’orogenesi più importante che ha portato alla formazione dell’Appennino Tosco Emiliano e di conseguenza ha dato luogo a tutti i movimenti tettonici e magmatici prossimali, tra i quali la formazione delle Colline Metallifere e di tutte le manifestazioni che le hanno caratterizzate e che caratterizzeranno in futuro le nostre zone.
Dobbiamo pensare quali immani forze siano state necessarie per sollevare fino alla quota attuale, il basamento di Ofioliti, Serpentiniti e Gabbri, con tutta la loro copertura sedimentaria di Diaspri, Calcari a Calpionelle, Argille Palombini (Dominio Ligure Interno). Tutto ciò ha originato questa stratificazione che ci mostra la caratteristica struttura a pieghe, più o meno pronunciate, verticalizzate, con l’alternanza di curve concave e convesse, che si è modificata dalla originale giacitura orizzontale.
Osserviamo inoltre piccoli spostamenti tra strati omogenei, che ci danno l’impressione di “rotture”, che sono in realtà fratture di compressione (formazione della piega in fase duttile) e successiva distensione o rottura (formazione in fase fragile), che hanno generato le deformazioni rocciose che vediamo.
Si può calcolare che il periodo di riferimento, possa aggirarsi intorno al Giurassico Superiore, quando ha avuto luogo l’orogenesi più importante che ha portato alla formazione dell’Appennino Tosco Emiliano e di conseguenza ha dato luogo a tutti i movimenti tettonici e magmatici prossimali, tra i quali la formazione delle Colline Metallifere e di tutte le manifestazioni che le hanno caratterizzate e che caratterizzeranno in futuro le nostre zone.