Stregona germanica – Salvia germanica

 

Nome scientifico: Stachys germanica

Famiglia: Lamiaceae

Fioritura: Maggio-Agosto

         

 

Habitat:

terreni calcarei, prati e pascoli incolti, fino a 1400m. Non è presente in Val D’Aosta

Mi sa che c'è qualcosa che non va

DESCRIZIONE

Mi sa che qualcosa non va

Pianta erbacea perenne che può superare anche 30/60 cm, di color grigio verde tomentosa; con radici tuberose secondarie a un rizoma che solitamente ha un portamento obliquo, dal quale già in autunno spuntano le foglie basali.

I fusti sono eretti a sezione quadrangolare, densamente ricoperti da peluria.

Le foglie, opposte a due a due, hanno forma ovato allungata. Le basali sono portate da un lungo peduncolo e spesso formano rosette sterili senza fusti fioriferi. Hanno margine dentellato, di colore verde nella pagina superiore e grigio tomentoso in quella inferiore.

L’infiorescenza, molto lanuginosa, è disposta su vari verticilli che si sovrappongono lungo i fusti, ognuno composto da una serie di fiori riuniti in maniera circolare lungo di essi. Il fiore ha un calice tubuloso, campanulato con 5 sepali e superficie irsuta. La corolla ha 5 petali fusi fra loro, con labbro inferiore molto sviluppato, inclinato verso il basso, vera e propria base di atterraggio per gli insetti impollinatori. Il fiore, color rosa-porporino con striature più scure.

Il frutto è uno ‘schizocarpo’, tipico delle Lamiacee, contenente 4 semi a forma ovoidale..

La pianta era apprezzata in passato come antibatterico, antivirale e disinfettante, utilizzata anche nell’uso esterno per fermare le verruche, mentre la peluria che ricopre le foglie si poteva adoperare come sostituto del cotone nella cura delle ferite. Anticamente anche la Stachys germanica faceva parte dei ‘rimedi contro la paura’, una pratica radicata in alcune aree della Toscana, dove le tradizioni popolari legavano la vita quotidiana contadina, all’armonia della natura. Venivano fatti dei decotti di ‘Stachys’ e aggiunti nel bagnetto, accompagnato da preghiere rituali, per quei bambini che sembravano più fragili, più paurosi o più agitati. Naturalmente non c’era nessun riscontro scientifico in questa cura, era soltanto un modo per infondere coraggio ed aiutare i bambini a credere che alla fine bastavano poche cose per essere più forti e saper allontanare le proprie paure!

L’etimologia di Stachys deriva da una parola greca che significa ‘spiga di grano’ per la disposizione dei fiori sui fusti, mentre ‘germanica’ descrive l’ambiente dove la pianta abbondava al momento della sua classificazione.

 

 

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