Pianta eliofila caducifoglia, tipicamente mediterranea, con portamento di cespuglio o di piccolo albero che può raggiungere 3-6 metri di altezza, raramente i 10.
La corteccia di color bruno cenere è liscia da giovane, poi tende a diventare più scura, con nitide screpolature longitudinali. Il tronco è sinuoso e molto ramificato.
La chioma è densa, globosa, allargata di color verde chiaro.
Le foglie sono opposte portate da lungo picciolo, di consistenza coriacea. Hanno forma trilobata con margine intero, leggermente pubescenti nella parte inferiore, di color verde lucido scuro in quella superiore. Hanno un piacevole aspetto nel gioco di trasparenze creato dalla luce, specialmente in autunno, quando si colorano di accese sfumature cromatiche gialle.
I piccoli fiori, di appena 1 cm di diametro, compaiono poco prima o contemporaneamente alle foglie; sono riuniti in corimbi lassi verde-giallastro, inizialmente eretti, poi penduli in piena fioritura. Hanno 5 sepali e 5 petali verdastri, con stami e antere gialle.
I frutti sono ‘disamare’ doppie con ali divergenti, quasi parallele, lunghe 2/3 cm; spesso rossicce a maturità.
Il legno è rossastro, particolarmente durevole e tenace, una volta veniva usato per attrezzi agricoli e calci di fucili, ottimo anche come combustibile.
Le sue gemme, la corteccia e i rametti più giovani possiedono proprietà astringenti, rinfrescanti, antinfiammatorie e curative del fegato. I decotti possono giovare alle pelli arrossate e fragili.
Il nome scientifico proviene dalla parola latina ‘acer-acris’ che significa aguzzo, appuntito, forse per l’antico utilizzo della pianta per la fabbricazione di lance. L’attributo che lo specifica si riferisce alla zona di Montpellier, nella Francia meridionale, dove la pianta è molto diffusa, mentre l’aggettivo ‘minore’ lo identifica tra le altre specie, come quello che raggiunge le dimensioni minori.
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