DESCRIZIONE
Una lunga traversata tra natura e paesaggi
Dopo la bella esperienza del percorso trekking ’’Da Piazzone a Piazzone’’ abbiamo deciso, sfruttando alcuni tratti di questo itinerario, di crearne uno ad anello da percorrere in bicicletta. Anche questo avrà come scopo quello di unire i due paesi in un avvincente viaggio percorrendo strade e sentieri spesso sconosciuti, che a volte ricalcano tratti di antichi tracciati. Il percorso non presenta grandi difficoltà tecniche, ma per la sua lunghezza e il dislivello sarà sicuramente più congeniale alle moderne e-bike (a meno di non essere atleti particolarmente allenati).
Partiamo dal paese di Pomarance percorrendo la Statale 439 fino al Madonnino dei Gabbri, dove volteremo a sx sulla piccola sterrata. Oltrepassiamo la centrale del Gabbro e subito dopo sfruttando il tracciato del vapordotto voltiamo a sx scendendo e risalendo subito dopo, di nuovo su una sterrata conosciuta come la ‘Vecchia strada dei Gabbri’. Pedaliamo in leggera salita oltrepassando il primo dei 2 grandi cancelli metallici e dopo un breve tratto, quando la strada inizia a spianare oltrepasseremo anche il secondo per trovarci quindi nei pressi della ‘Croce del Masso’.
Croce del Masso è una area verde ai piedi del Poggio della Marruca da sempre punto di ritrovo e aggregazione per gli abitanti di Montecerboli. Piacevole meta di passeggiate, merende e giochi per i bambini, allietati dai racconti sulla ‘Fonte di Beppone’, un’antica sorgente oggi sostituita da un moderno fontanello.
Proseguiamo il percorso attraversando la statale per immettersi sulla comunale di S.Ippolito che in un breve tratto in salita ci conduce ad un incrocio sulla sx con una strada bianca. La imboccheremo e percorreremo il crinale del Poggio alla Pertica fino a raggiungere la grande centrale geotermica di ‘Valle Secolo’, oltrepassata la quale in prossimità di un campo fotovoltaico, troveremo un breve tratto di sterrata fino a immetterci di nuovo su una strada bianca verso l’incrocio con la 439 in prossimità del podere ‘Casa Nuova’. Proseguiamo verso Castelnuovo V.C. per svoltare dopo un breve tratto a dx in direzione Serrazzano e subito dopo pochi metri a sx prendendo una piccola strada imbrecciata che ci condurrà fino alla sommità del Poggio di Castelnuovo, fare attenzione per il cattivo stato del fondo reso insidioso da frequenti “svuotamenti” della pioggia. Oltrepassiamo dopo poco una catena che interdice il traffico agli automezzi e mantenendo sempre la direzione principale, giunti quasi al culmine della salita oltrepasseremo di lato un grande cancello che delimita una vecchia postazione geotermica. Di lì a poco in circa 5/600m giungiamo alla massima altitudine, dove una volta erano collocati dei grandi ripetitori. Discendiamo in direzione sud fino ad incontrare un incrocio con diverse diramazioni dove noi prenderemo quella diretta a sud seguendo anche le indicazioni per l’agriturismo ‘Appennini’. La comoda strada di crinale ci dà la possibilità di ampie vedute soprattutto verso ovest, con bei panorami sui boschi e sui piccoli borghi che ci appaiono in lontananza. Dopo aver pedalato per 1,3 km faremo attenzione sulla nostra sx ad un crocevia dove svolteremo a in una strada in discesa che ci inoltra in floridi castagneti. Scenderemo in maniera decisa e piacevole fino ad incontrare un caratteristico seccatoio, dove volteremo a sx e poco più avanti avremo la possibilità di scegliere se percorrere l’alternativa di un breve single trek. Più a valle, ritornati sulla solita carrareccia, attraverseremo il Possera, che qui si presenta come un piccolissimo torrentello. Scendiamo ancora immersi nel castagneto, voltando a sx all’unico incrocio fino ad immettersi nel tratto stradale della ’’sciagurata’’ variante di Castelnuovo ( costruita recentemente e mai aperta). In breve tempo, giunti in prossimità della grande rotonda all’ingresso del paese proseguiamo seguendo l’indicazione del cippo commemorativo dei Martiri della Niccioleta, oltrepassato il quale, in decisa discesa, ci porteremo alle ultime case del paese, dove volteremo a sx in Via di Caspeci, seguendo in maniera sommaria i segnavia bianco-rossi del percorso C10. Pedaliamo agevolmente e con disinvoltura lungo la comoda strada bianca che ci offre, sulla nostra dx, ampie vedute sulla Vallata del Pavone, mentre dalla parte opposta ci sovrastano le possenti torri refrigeranti della centrale geotermica. Seguendo ancora i segnavia bianco-rossi ed ignorando i numerosi piccoli incroci che troviamo, giungiamo in un punto in cui la strada bianca si esaurisce, lasciando luogo ad una piccola via forestale proprio in prossimità di un cartello turistico esplicativo. Pedaliamo senza difficoltà attraversando tratti di bosco recentemente tagliato e a mano a mano che andremo avanti, la piccola strada di bosco si farà più angusta ed i profondi solchi lasciati dai trattori dei boscaioli ci indurranno ad una maggiore attenzione. Quasi ultimata la discesa in un punto piuttosto pianeggiante dovremo superare un tratto molto fangoso ed insidioso, oltre il quale ci troveremo di fronte ad un grande slargo, dove dovremo voltare obbligatoriamente a sx, prestando maggiore attenzione all’orientamento, dato che da qui inizia un tratto dove non sono presenti i segnavia. Da qui a breve, dopo aver superato un ripido strappo in salita, ci immetteremo nella strada dei Cortini che da Lardello porta verso S. Dalmazio. Passeremo ancora un paio di tratti piuttosto fangosi e giungeremo, dopo avere superato l’agriturismo ‘Apparita’, al bivio con la prov 27, che attraverseremo imboccando la comunale di Lanciaia. Dopo poche decine di metri volteremo sulla sx, per concederci un piccolo tratto di single trek e riportarci poco più a monte sulla stessa strada. Pedaliamo comodamente lungo la comunale tra le vaste vedute sulle campagne di San Dalmazio e sulla Rocca Sillana e dopo aver iniziato a discendere leggermente oltrepassato i ruderi della vecchia fattoria di Lanciaia, poco prima di una grande curva volteremo a sx verso i resti del podere Citerna. Discendiamo con attenzione lungo la piccola stradina di terra battuta, oltrepassiamo i ruderi della vecchia casa colonica voltando a sx al successivo incrocio. Scendiamo ora un tratto impegnativo reso insidioso dalle numerose pietre e dai sassi smossi. Dopo poco voltando a dx in discesa iniziamo a scorgere il selciato dell’antica ‘Strada Pomarancina’.
Purtroppo non esistendo nessuna documentazione scritta, l’antico tracciato chiamato ‘Antica Via Pomarancina’ rimane di incerta cronologia, anche se a detta di alcuni, potrebbe risalire addirittura ad epoca romana, successivamente ripreso nel medioevo e utilizzato fin’oltre l’ 800. E’ comunque ancora evidente l’estrema accuratezza nella sua realizzazione, supportato da passaggi e da muretti di contenimento tuttora visibili, che nel tempo lo hanno preservato dalle frane. L’ordinato selciato, a tratti quasi intatto ed evidente, doveva presumibilmente condurre verso la Rocca Sillana.
Discendiamo con attenzione sopportando le sollecitazioni dovute al fondo pietroso della strada, fino a raggiungere il letto del torrente Possera. Lo guaderemo cercando di individuare nell’altra sponda l’imbocco del sentiero che ci farà percorrere un tratto pianeggiante lungo una vecchia recinzione per poi voltare bruscamente a sx lungo una strada di terra battuta.
Il Possera, affluente di sx del Cecina, lungo appena 16 km, nasce dal rilievo ‘Aia dei Diavoli’ nei pressi di Castelnuovo. Purtroppo fino a metà degli anni ‘70, causa le sostanze reflue della lavorazione del boro e della colemanite, che venivano riversate nel torrente, risultava fortemente inquinato, con presenza rilevante di acido cloridrico e borico, che lo coloravano di grigiastro.. Oggi non più sfruttato come discarica, il torrente è di nuovo limpido e le sue acque sono popolate da pesci e piccoli granchi.
Da questo punto inizia un altro tratto piuttosto impegnativo, per il forte dislivello e per l’insidia del fango presente nella piccolo percorso di campo che in circa un chilometro e mezzo ci farà raggiungere la strada di breccia in prossimità della pineta. Pedalando ora più rilassati e tranquilli ci godiamo la vista che sulla nostra dx si apre lungo la dolce vallata del Possera. Dopo ancora un chilometro e mezzo in prossimità della sorgente ‘La Doccia’ volteremo a dx in salita fino al podere delle ‘Stoppiacce’.
Nel 1912 sul poggio degli Arenicci vennero casualmente scoperte da dei contadini 7 tombe scavate nel tufo, presumibilmente di epoca neolitica, risalenti a 3000 anni fa. Al loro interno furono rinvenuti diversi oggetti tra cui: punte di freccia in silice, lame e asce in rame, vasellame, fibule e armille in bronzo e altri frammenti di lame in ferro. Tutti gli oggetti sono esposti nel piccolo museo ‘Guerrieri e Artigiani’ di Pomarance.
Lo oltrepassiamo e continuiamo a pedalare in un ambiente straordinario che si affaccia sulla bella campagna pomarancina, dominata in lontananza dalla Rocca Sillana, fino a trovare un filare di cipressi secolari che ci accompagnano nei pressi del bel podere di ‘S.Vittore’ e quindi all’agriturismo ‘Poggiamonti’. Proseguiamo in direzione del ‘San Francesco’, immettendoci sulla ‘Comunale del Palagetto’ lambendo la straordinaria oliveta terrazzata, fino alla grande edicola di S.Margherita, dove dopo un breve tratto, volteremo decisamente a sx, continuando a scendere tra i bei poderi ristrutturati.
In fondo alla discesa più ripida oltrepassiamo il piccolo torrente Arbiaia ed ignorando il solito divieto di transito, (messo per scoraggiare il passaggio di moto), proseguiamo verso sx iniziando a percorrere l’antico ‘Viottolo di Sbindo’.
Come riportato sul Catasto Leopoldino, un tempo questo stradello detto ‘Viottolo di Sbindo’, dal torrente ‘Albiaja’ risaliva fino sotto le grotte di Pomarance per andare a congiungere alcune fonti con le antiche concerie delle ‘Concina’ e della ‘Concia’.
Da questo punto attraverso una panoramica campagna, superando alcuni tratti di ripida salita ci porteremo fino all’abitato di Pomarance in prossimità della caserma dei CC, terminando in nostro anello nei pressi dell’ottocentesco Palazzo de Larderel.
Concludiamo così un’altra magnifica occasione per percorrere strade e sentieri che spesso si rivelano davvero piacevoli. Un itinerario che a tratti può sembrare piuttosto impegnativo, ma che complessivamente mantiene una media difficoltà, specialmente se percorso con e-bike e con la voglia di scoprire qualche angolo inconsueto del nostro territorio.
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