Da Pomarance al cuore di Berignone Pedalando#osservando#apprezzando…… il bello intorno a noi! |
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32.4 km, 02:49:07 |
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Galleria foto 27 immagini
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DESCRIZIONE Breve e semplice ciclopercorso che dal paese di Pomarance ci condurrà nel cuore della Riserva di Berignone, in uno dei siti più interessanti e emblematici: il Castello dei Vescovi, conosciuto in passato come ‘la Torraccia di Berignone’. Il tragitto con i suoi 35 km non presenta particolari difficoltà e può essere adatto anche ai ciclisti meno allenati. Tuttavia, a seconda della stagione in cui si volesse effettuare, sarà necessario per la propria sicurezza, tenere presenti e non assolutamente sottovalutate, due condizioni negative che si potrebbero verificare. La prima può essere rappresentata dall'insidia del superamento dei due importanti guadi, l'altra invece dalla possibile presenza di cacciatori nella zona, ovviamente durante il periodo e i giorni di caccia consentita. Dopo aver rifornito le nostre borracce al 'fontanello pubblico' del paese di Pomarance, iniziamo il nostro itinerario raggiungendo la zona del parco giochi della 'Rimembranza' per proseguire oltre il cimitero, sulla 'Via Vecchia Volterrana', detta anche 'Via delle Macie'. Già da questo punto, volgendo lo sguardo verso dx, avremo modo di farci un’idea del giro che andiamo a compiere, spaziando con lo sguardo, sui panorami verso il fiume Cecina e verso Berignone. Iniziamo la lunga discesa che in 3,5km ci porterà nei piani del Cecina, all'incrocio con la Comunale proveniente da Lanciaia, attraversando la bella e curata campagna dai morbidi colori dell'argilla. Sempre in discesa nei pressi di alcuni agriturismo, avremo modo di notare sulla nostra dx, un piccolo masso calcareo semi ricoperto dai rovi, dove un cartello di legno e un codice 'QR' ci raccontano la leggenda del santo. (Coord43°18'49,9''N 10°51'59,7''E) (Approf: Masso di S. Giusto) Continuiamo da qui sempre in costante discesa fino al bivio con la piccola strada pianeggiante, che imboccheremo sulla dx in direzione Sud. Pedalando agevolmente raggiungeremo l'incrocio detto del 'Lebbino', dove abbandoneremo l'asfaltata per immetterci in una strada di terra battuta che da lì a poco ci condurrà nei pressi del nostro primo guado. (detto Guado dell'Ingegnere) Ovviamente se le condizioni di livello dell’acqua del fiume, ci permetteranno di superare agevolmente il passaggio, cercheremo di individuare dalla parte opposta il proseguo della strada, che costeggerà per una lunga distanza il torrente Sellate, affluente del Cecina. Il giorno 8 febbraio dell'anno 1858, con Protocollo XVIII N 35 del Repertorio n.11, viene deciso di costruire la 'Strada di Berignone' detta anche 'Strada del Marchi', che si diparte dal Ponte del Rio (incrocioSS439) per raggiungere il guado del fiume Cecina in località 'Lebbino' e continuare seguendo il corso del torrente Sellate, fino a inoltrarsi nel Bosco di Berignone. Tutto ciò per agevolare il trasporto del combustibile, legname e carbone, destinato all'Aziende delle Reali Saline di Volterra. Dopo aver pedalato per circa 2,2km sempre dritto seguendo il letto del torrente, giungeremo alla confluenza col Fosci e poco dopo volteremo a sx verso il greto del Sellate, per superarne il guado, sbucando in un vasto piazzale adibito a parcheggio per i visitatori della Riserva di Berignone. Proseguiamo per la strada adiacente allo stesso per incontrare da lì a poco un incrocio dove, girando a dx, ci troveremo di fronte alla grande sbarra metallica che delimita l’ingresso principale della Riserva. Aggireremo la sbarra e continueremo lungo la strada, che immersa nel silenzioso bosco di cerri che la circonda, ci darà fin da subito una sensazione rilassante. Andando avanti per circa 500 metri ci troveremo in prossimità di un grande slargo nei pressi di un vecchio edificio, detto 'Il Capannone', importante punto della Riserva che in passato ha costituito un luogo di riferimento e di approvvigionamento per carbonai, boscaioli e partigiani della zona nei tristi anni della guerra. Davanti si allunga una vasta area attrezzata, circondata dal bosco e da cipressi secolari, dove vicino a un grande melo, si trovano un barbecue di pietre e numerosi tavoli, per accogliere i visitatori. Continuiamo il nostro viaggio, dritti nella medesima direzione seguendo il tracciato che pianeggiante si perde ancora nell’infinità dell’ombroso bosco. Pedaliamo nel silenzio più assoluto, fino a incontrare poco più avanti, un guado di cemento che attraversa il Sellate, oltre il quale supereremo un incrocio, in cui una strada sulla dx ci porterebbe ai ruderi del vecchio podere di Casinieri. Noi continueremo a dritto addentrandoci di nuovo nel bosco, dove a prevalere sono ora le piante di carpino nero e bianco, che ombreggiano il nostro passaggio. Da questo punto la strada, che costeggia sulla sx il torrente Sellate, scopre in questo punto, ancora più evidenti, tratti dell’antico selciato medievale, che ogni tanto appaiono a testimoniare l’importanza storica di questi luoghi legati al potere e alle vicende dei Vescovi di Volterra e al prezioso argento che proprio nelle officine del Castello, veniva trasformato in monete. Giungeremo così nei pressi di un secondo guado di cemento che attraversa di nuovo il Sellate, oltre il quale la strada inizia a salire in maniera decisa. Osservando sulla nostra sx, noteremo nei pressi di un enorme masso rotondeggiante (popolarmente chiamato 'Palla di Sansone'), la confluenza del piccolo torrente 'Botro al Rio' che scorre nascosto tra le vertiginose gole di 'Grotta Rossa'. L'affascinante corso del piccolo Botro al Rio che scorre tra le alte, scoscese pareti rossastre di conglomerato lacustre, oltre ad impreziosire il patrimonio naturalistico della Valle del Cecina, è anche inserito nell'elenco dei più importanti geositi italiani. (Approf: conglomerati e Grotta Rossa) Dopo aver attraversato il guado, proseguiamo in costante, discreta salita, su una strada ciottolosa che per circa 600 metri segue i tornanti in direzione del Castello dei Vescovi, finché non inizieremo a scorgerne i maestosi ruderi tra la vegetazione, che sembrano voler custodire la sua la travagliata storia. (Approf: Castello di Berignone) Giungeremo così in uno slargo antistante la mole dell'antico maniero, che dall'alto della collina domina la Vallata del Cecina, del Sellate e quella della profonda gola del Botro al Rio, che spicca tra la vegetazione con le sue vertiginose pareti rosse.
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Dopo una breve pausa per rilassarci e goderci i bei panorami che si affacciano su questo posto speciale, riprenderemo le nostre bici per ripercorrere indietro lo stesso tratto di strada che abbiamo fatto all'andata, che ci riporterà verso il Capannone. Imboccheremo con attenzione la discesa sassosa fino a raggiungere il primo guado del Sellate, per proseguire per l'antica stradina selciata, comoda e pianeggiante, fino all'area attrezzata del Capannone, da dove procederemo ancora a dritto, per circa 500 metri in direzione della sbarra della Riserva. Oltrepassata la sbarra, ignoreremo la strada che continua davanti a noi, che riporterebbe verso Mazzolla e proseguendo invece sulla sx giungeremo di nuovo sulla riva del torrente, che attraverseremo mantenendoci sulla stradina sterrata che volta ancora verso sx. Di qui a breve, sempre sullo stesso lato, gireremo su una sterrata che in costante salita ci accompagnerà fino in prossimità del Poggio di Gesseri, anche se dovremo prestare particolare attenzione nei tratti in cui il fondo appare più ciottoloso e disconnesso, talvolta attraversato da solchi provocati dalla pioggia o dal passaggio di mezzi agricoli. (Attenzione: tenere la dx all’unico incrocio a circa metà salita) Arrivati alla sommità del poggio, si potrà spaziare con lo sguardo, verso le argillose colline volterrane, per proseguire col profilo del vicino Berignone e i rilievi che più a sud, si affacciano sulle vallate del Pavone e del Cecina, mentre i ruderi del grande podere di Gesseri, davanti a noi, sembrano sfidare il tempo. Gesseri era un grandissimo podere che fino alla metà del 1900 ha ospitato numerose famiglie che si dedicavano principalmente all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. Si racconta che il numero delle persone che vi risiedevano, naturalmente tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare da più generazioni, raggiungeva anche 40 elementi!.....e si racconta che le massaie, addette alla cucina, per avvertire tutti quanti al momento del pranzo o della cena, erano solite suonare una piccola campana che serviva come richiamo per sedersi a tavola tutti insieme! Ristorati dai bei panorami, riprendiamo le nostre bici portandoci sulla nostra dx, in prossimità di un pelago pieno di piante palustri, dove proprio di fronte a noi, ha inizio la lunga discesa che ci accompagnerà fino ai piani del Cecina. Proseguiremo con attenzione, dato che in alcuni tratti la strada diventerà molto ripida e via via solcata dalla pioggia, continuando tra i campi incolti, argillosi, che ogni tanto ci regalano il luccichio di qualche frammento di selenite, un cristallo di gesso che abbonda nella zona insieme all'alabastro, estratto in passato nelle vicine cave. Non appena la strada inizierà a spianare in direzione del fiume, proseguiremo sulla sx costeggiando per un tratto il suo alveo fino a giungere nei pressi del guado del Mulino. A questo punto, invece di portarci a dx per attraversarlo, proseguiremo dalla parte opposta sulla stradina sterrata che in qualche centinaio di metri ci condurrà ai 'Piani di Casinieri'. Lambiremo una casetta di mattoni, continuando avanti fino ad attraversare una ombrosa galleria di lecci, che al termine si aprirà sullo spettacolare Masso delle Fanciulle. (Coord43°18'16,1''N 10°56'04,9''E) Una breve meritata pausa, in questo posto speciale, ci potrà ristorare mentre ammiriamo i profondi pozzi d'acqua cristallina, alla base dei massi, che ancora resistono alla sfida della siccità. Riprenderemo di nuovo a pedalare ricalcando lo stesso tratto fatto in precedenza fino a raggiungere il guado del fiume (detto anche Passo del Mulino), che passeremo indirizzandoci sulla strada di Lanciaia, in direzione dei piani del Cecina. Superati i locali dell'acquedotto, proseguiremo sempre a dritto attraversando il guado di cemento sul Possera, fino a soffermarci più avanti in prossimità della 'Querce del Comando', silenzioso testimone di tragici avvenimenti dell'ultimo conflitto mondiale, dove un piccolo cartello con codice 'QR', ce ne spiega la storia. (Approf: Querce del Comando) Di nuovo, sempre avanti a dritto di fronte a noi, fino ad incontrare l'incrocio con la strada del 'Palagetto', dove volteremo sulla sx per seguirla, tra le belle campagne pomarancine fino in prossimità della Fonte di Santa Margherita e degli antichi oliveti terrazzati del 'San Francesco', l'antico 'Poggio al Montino'. Impossibile sapere con certezza se la piccola collina abbia anticamente ospitato un eremo, o come si dice, fosse addirittura un luogo sacro agli Etruschi. Di certo si sa che il vecchio podere, fu acquistato dalla famiglia De Larderel, che nel 1838 lo restauro' completamente, come ci ricorda una lapide e uno stemma, apposti sulla facciata principale dell'edificio. Circa a metà dei caratteristici muri a secco che sulla nostra sx, circondano gli olivi sulla collinetta, scorgeremo dalla parte opposta, una piccola strada di campo che ci porterà in direzione della bella residenza di Corneto. (Coord 43°17'41,5''N 10°53'31,9''E). La imboccheremo e proseguiremo in salita, prima attraverso un boschetto dove, nell'anno 1958 venne rinvenuta una tomba di epoca etrusco-romana, poi aggirando il palazzo di Corneto per proseguire verso Venturello in direzione Palazzone. Da questo punto, sarà piacevolissimo anche il panorama che si apre davanti a noi, sulla parte più antica del Marzocco di Pomarance, contornata più a nord dalle lontane colline Volterrane, fino a scorgere l'Appennino e le Apuane nelle giornate più limpide. Discenderemo oltre il Palazzone, seguendo la stradina sterrata che lambisce numerosi canili, per raggiungere il piccolo agglomerato detto il 'Paduletto', dove attraversando con attenzione la Strada Regionale, ci porteremo verso dx sull'asfaltata di 'Gallerone', che seguiremo a dritto. Oltrepassando il piccolo 'Boschetto di Gallerone' ci riportiamo in prossimità dei giardinetti del 'Fontanello comunale', punto di inizio del nostro piacevole giro. |
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