Pedalando#osservando#apprezzando…… il bello intorno a noi! |
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32.4 km, 02:49:07 |
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Galleria foto 27 immagini
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DESCRIZIONE Breve e semplice ciclopercorso che dal paese di Pomarance ci condurrà nel cuore della Riserva di Berignone, in uno dei siti più interessanti e emblematici: il Castello dei Vescovi, conosciuto in passato come ‘la Torraccia di Berignone’. Il tragitto con i suoi 35 km non presenta particolari difficoltà e può essere adatto anche ai ciclisti meno allenati. Tuttavia, a seconda della stagione in cui si volesse effettuare, sarà necessario per la propria sicurezza, tenere presenti e non assolutamente sottovalutate, due condizioni negative che si potrebbero verificare. La prima può essere rappresentata dall'insidia del superamento dei due importanti guadi, l'altra invece dalla possibile presenza di cacciatori nella zona, ovviamente durante il periodo e i giorni di caccia consentita.
Già da questo punto, volgendo lo sguardo verso dx, avremo modo di farci un’idea del giro che andiamo a compiere, spaziando con lo sguardo, sui panorami verso il fiume Cecina e verso Berignone.
Continuiamo da qui sempre in costante discesa fino al bivio con la piccola strada pianeggiante, che imboccheremo sulla dx in direzione Sud. Pedalando agevolmente raggiungeremo l'incrocio detto del 'Lebbino', dove abbandoneremo l'asfaltata per immetterci in una strada di terra battuta che da lì a poco ci condurrà nei pressi del nostro primo guado. (detto Guado dell'Ingegnere) Ovviamente se le condizioni di livello dell’acqua del fiume, ci permetteranno di superare agevolmente il passaggio, cercheremo di individuare dalla parte opposta il proseguo della strada, che costeggerà per una lunga distanza il torrente Sellate, affluente del Cecina. Il giorno 8 febbraio dell'anno 1858, con Protocollo XVIII N 35 del Repertorio n.11, viene deciso di costruire la 'Strada di Berignone' detta anche 'Strada del Marchi', che si diparte dal Ponte del Rio (incrocioSS439) per raggiungere il guado del fiume Cecina in località 'Lebbino' e continuare seguendo il corso del torrente Sellate, fino a inoltrarsi nel Bosco di Berignone. Tutto ciò per agevolare il trasporto del combustibile, legname e carbone, destinato all'Aziende delle Reali Saline di Volterra.
Andando avanti per circa 500 metri ci troveremo in prossimità di un grande slargo nei pressi di un vecchio edificio, detto 'Il Capannone', importante punto della Riserva che in passato ha costituito un luogo di riferimento e di approvvigionamento per carbonai, boscaioli e partigiani della zona nei tristi anni della guerra.
Continuiamo il nostro viaggio, dritti nella medesima direzione seguendo il tracciato che pianeggiante si perde ancora nell’infinità dell’ombroso bosco. Pedaliamo nel silenzio più assoluto, fino a incontrare poco più avanti, un guado di cemento che attraversa il Sellate, oltre il quale supereremo un incrocio, in cui una strada sulla dx ci porterebbe ai ruderi del vecchio podere di Casinieri. Noi continueremo a dritto addentrandoci di nuovo nel bosco, dove a prevalere sono ora le piante di carpino nero e bianco, che ombreggiano il nostro passaggio. Da questo punto la strada, che costeggia sulla sx il torrente Sellate, scopre in questo punto, ancora più evidenti, tratti dell’antico selciato medievale, che ogni tanto appaiono a testimoniare l’importanza storica di questi luoghi legati al potere e alle vicende dei Vescovi di Volterra e al prezioso argento che proprio nelle officine del Castello, veniva trasformato in monete. Giungeremo così nei pressi di un secondo guado di cemento che attraversa di nuovo il Sellate, oltre il quale la strada inizia a salire in maniera decisa.
L'affascinante corso del piccolo Botro al Rio che scorre tra le alte, scoscese pareti rossastre di conglomerato lacustre, oltre ad impreziosire il patrimonio naturalistico della Valle del Cecina, è anche inserito nell'elenco dei più importanti geositi italiani. (Approf: conglomerati e Grotta Rossa) Dopo aver attraversato il guado, proseguiamo in costante, discreta salita, su una strada ciottolosa che per circa 600 metri segue i tornanti in direzione del Castello dei Vescovi, finché non inizieremo a scorgerne i maestosi ruderi tra la vegetazione, che sembrano voler custodire la sua la travagliata storia. (Approf: Castello di Berignone) Giungeremo così in uno slargo antistante la mole dell'antico maniero, che dall'alto della collina domina la Vallata del Cecina, del Sellate e quella della profonda gola del Botro al Rio, che spicca tra la vegetazione con le sue vertiginose pareti rosse.
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Dopo una breve pausa per rilassarci e goderci i bei panorami che si affacciano su questo posto speciale, riprenderemo le nostre bici per ripercorrere indietro lo stesso tratto di strada che abbiamo fatto all'andata, che ci riporterà verso il Capannone. Imboccheremo con attenzione la discesa sassosa fino a raggiungere il primo guado del Sellate, per proseguire per l'antica stradina selciata, comoda e pianeggiante, fino all'area attrezzata del Capannone, da dove procederemo ancora a dritto, per circa 500 metri in direzione della sbarra della Riserva. Oltrepassata la sbarra, ignoreremo la strada che continua davanti a noi, che riporterebbe verso Mazzolla e proseguendo invece sulla sx giungeremo di nuovo sulla riva del torrente, che attraverseremo mantenendoci sulla stradina sterrata che volta ancora verso sx. Di qui a breve, sempre sullo stesso lato, gireremo su una sterrata che in costante salita ci accompagnerà fino in prossimità del Poggio di Gesseri, anche se dovremo prestare particolare attenzione nei tratti in cui il fondo appare più ciottoloso e disconnesso, talvolta attraversato da solchi provocati dalla pioggia o dal passaggio di mezzi agricoli. (Attenzione: tenere la dx all’unico incrocio a circa metà salita)
Ristorati dai bei panorami, riprendiamo le nostre bici portandoci sulla nostra dx, in prossimità di un pelago pieno di piante palustri, dove proprio di fronte a noi, ha inizio la lunga discesa che ci accompagnerà fino ai piani del Cecina. Proseguiremo con attenzione, dato che in alcuni tratti la strada diventerà molto ripida e via via solcata dalla pioggia, continuando tra i campi incolti, argillosi, che ogni tanto ci regalano il luccichio di qualche frammento di selenite, un cristallo di gesso che abbonda nella zona insieme all'alabastro, estratto in passato nelle vicine cave. Non appena la strada inizierà a spianare in direzione del fiume, proseguiremo sulla sx costeggiando per un tratto il suo alveo fino a giungere nei pressi del guado del Mulino. A questo punto, invece di portarci a dx per attraversarlo, proseguiremo dalla parte opposta sulla stradina sterrata che in qualche centinaio di metri ci condurrà ai 'Piani di Casinieri'. Una breve meritata pausa, in questo posto speciale, ci potrà ristorare mentre ammiriamo i profondi pozzi d'acqua cristallina, alla base dei massi, che ancora resistono alla sfida della siccità.
Impossibile sapere con certezza se la piccola collina abbia anticamente ospitato un eremo, o come si dice, fosse addirittura un luogo sacro agli Etruschi. Di certo si sa che il vecchio podere, fu acquistato dalla famiglia De Larderel, che nel 1838 lo restauro' completamente, come ci ricorda una lapide e uno stemma, apposti sulla facciata principale dell'edificio.
La imboccheremo e proseguiremo in salita, prima attraverso un boschetto dove, nell'anno 1958 venne rinvenuta una tomba di epoca etrusco-romana, poi aggirando il palazzo di Corneto per proseguire verso Venturello in direzione Palazzone. Discenderemo oltre il Palazzone, seguendo la stradina sterrata che lambisce numerosi canili, per raggiungere il piccolo agglomerato detto il 'Paduletto', dove attraversando con attenzione la Strada Regionale, ci porteremo verso dx sull'asfaltata di 'Gallerone', che seguiremo a dritto. Oltrepassando il piccolo 'Boschetto di Gallerone' ci riportiamo in prossimità dei giardinetti del 'Fontanello comunale', punto di inizio del nostro piacevole giro. |
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