GRAND TOUR DELLE CARLINE
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10 luglio 2021 |
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43.5 km, 04:01:54 |
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Galleria foto 39 immagini
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DESCRIZIONE Percorso ad anello, non eccessivamente lungo (circa 44km), che si snoda in gran parte su strade bianche forestali e asfaltate di campagna, con alcuni brevi tratti più impegnativi per dislivello e fondo ciottoloso. Con le nostre e-bike abbiamo deciso di iniziare l'anello nei pressi dell'agglomerato rurale delle 'Croci di Anqua', dove abbiamo parcheggiato le auto e scaricato le bici. Ci siamo indirizzati subito verso la vicina fattoria, voltando a dx poco prima di raggiungerla, sulla sterrata che in discesa ci ha portato a guadare il Rimaggio, superando poco dopo la moderna sbarra che interdice il traffico.
Il Rimaggio, affluente di sx del Cecina, è un torrente limpidissimo lungo appena 5 Km, che nasce dal Poggio Auzzo. Anticamente veniva chiamato 'Rimagno' o 'Riomagno', per la sua abbondanza d'acqua. Da qui ha inizio un breve tratto di salita dove incontreremo subito una serie di diramazioni in cui dovremo fare particolare attenzione alla traccia (verso i ruderi del podere Cucule). Continuiamo lungo la strada ciottolosa ignorando ancora un paio di incroci sulla nostra dx e all'uscita dal bosco oltrepasseremo una vecchia sbarra metallica. Poco più avanti, nei pressi di un crocevia, troveremo di fronte a noi i resti dell'antico cimitero di Elci, dove ci concediamo una breve sosta (coord 43°12'15,9''N 11°00'40,5''E) A questo punto la nostra escursione merita una deviazione per far visita a quello che resta dell'antico castello di Elci, quindi proseguiremo oltrepassando sulla nostra sx una seconda sbarra metallica e ci indirizziamo lungo la stradina alla volta dei ruderi del castello, situati in cima alla collinetta. (Approf: Castello di Elci)
Malgrado l'abbandono, riusciamo a scorgere ancora parte della cinta muraria del castello e più in alto i ruderi dei muri perimetrali della vecchia chiesetta di S. Niccolo', con la sua gradinata di pietra. La piccola campana, rimasta a lungo barcollante sui resti del campanile, alcuni anni fa è stata rimossa per essere collocata nella chiesina di Casino di Terra, insieme ad un'altra proveniente da S. Ippolito.
Dopo la breve visita ritorniamo nei pressi del vecchio cimitero e ci indirizzeremo in direzione S-E continuando a percorrere la strada bianca che avevamo lasciato poco prima. Pedalato per circa km 1 e mezzo dal cimitero, faremo una brusca deviazione a dx in salita, lasciando la nostra strada. Di qui in costante dislivello, a tratti con fondo cementato, lambiremo il podere 'Porcignano' riadattato oggi ad azienda turistico-venatoria. Saliamo ancora mantenendo la strada principale fino a lambire l'agriturismo 'Le Quercete' un tempo detto 'La Casa' e continuiamo la strada che ora tende a spianare costeggiando il bosco e la recinzione metallica che delimita l'area di caccia. Dopo circa 900 metri prima del podere Cetinelle (Coord 43°11'04,2''N 11°00' 02,5''E), dovremo fare molta attenzione sulla dx, all'imbocco di una stradina forestale seminascosta dalla vegetazione. Una volta individuata scavalcheremo la catena che la interdice per iniziare a salire di nuovo all'interno di un bosco di cerri, che pian piano si fa sempre più accogliente. Giunti in cima all'ultimo ripido tratto di salita ci troveremo davanti ad un vasto pianoro alberato da altissimi cerri, che conferiscono all'ambiente un'atmosfera solenne. Seminascosto dalle piante, ci appare all'improvviso il 'Capanno dei Partigiani', impreziosito da epigrafi che lo indicano come rifugio della 23^ Brigata Garibaldi, ricordando anche il sacrificio delle eroiche donne partigiane. Di fronte, oltre la piccola fontanella, ci accolgono in questa atmosfera magica, un gande braciere e numerosi tavoli. Approfittiamo della vasta area ristoro per rilassarci e per consumare il nostro spuntino, mentre non lontano da noi, seminascosti dalla vegetazione, notiamo dei cippi rudimentali di pietra in memoria di quei partigiani che hanno espresso la volontà di far disperdere le loro ceneri nell'infinità di questo luogo! Risaliamo sulla nostra bici per continuare oltre il pianoro sulla strada in discesa, fino a raggiungere dopo circa 1 km in prossimità di una curva, la strada principale. Voltando a sx, la percorreremo ignorando le varie diramazioni laterali, fino ad arrivare al confine del Parco delle Carline. Oltrepassata la catena pedaliamo ancora per qualche centinaio di metri per raggiungere un quadrivio di sentieri detto 'Incrocio della Volpe'.
Ci piace identificare così questo bivio poiché una volta, durante un nostro trekking, ci fermammo nei pressi dell'incrocio per uno spuntino, quando all'improvviso sbucò una volpe, che per nulla intimorita dalla nostra presenza ci fissava immobile. Meravigliati, offrimmo un po' del nostro panino alla bestiola, che comodamente a suo agio, ci onorò della sua presenza per tutto il tempo che rimanemmo seduti.
Da questo punto inizierà un tratto tra i più difficoltosi della nostra escursione, un passaggio in forte pendenza su fondo ciottoloso con aderenza scarsa e precaria, che dovrà essere superato con una certa abilità. Ma appena ultimato il breve e faticosissimo tratto, il terreno ritorna a spianare come per farci riprendere respiro. Incroceremo un' ulteriore strada sulla sx che ignoreremo continuando a salire con minor pendenza, attraversando un bosco di abeti recentemente diradato, per raggiungere in breve l'agognata vetta del Poggio Ritrovoli (1015m.), che dopo la Cornata è una delle cime più alte della zona. Ci soffermiamo qualche minuto per poter ammirare i vasti panorami e per riprenderci dalla fatica dopo la salita affrontata, per poi piombarci nella successiva ripida discesa di terra battuta che bruscamente ci fa arrivare a circa 850m. Qui faremo attenzione a voltare a sx in direzione E, continuando a pedalare lungo la comoda strada bianca che ci farà giungere dopo breve tempo sulla comunale delle Lame. Proprio nel punto in cui ci immettiamo sul nuovo percorso, costeggeremo un magnifico castagneto, con esemplari plurisecolari e dove ci potremo dissetare a una freschissima sorgente. Continuiamo il viaggio lambendo il curioso agglomerato rurale delle Lame, lo oltrepassiamo proseguendo sulla strada bianca in direzione di Gerfalco, naturalmente soffermandoci nei punti in cui la vegetazione ci permette di spaziare con lo sguardo verso l'orizzonte.
Il grazioso borgo di Gerfalco, presumibilmente già abitato dai Sassoni, giunti con le invasioni barbariche per lo sfruttamento delle preziose miniere d'argento della zona, deve il suo nome alle antiche parole tedesche 'Ger -Falke', che significano portatore di falco. Sorto in epoca medievale, da sempre nella sua storia, è stato ripetutamente conteso dai Vescovi di Volterra, dalle famiglie Pannocchieschi e Aldobrandeschi, nonché dalle Repubbliche di Siena e di Massa, per l'interesse verso la ricchezza delle sue miniere.
Giunti all'antico borgo di minatori, dopo l'immancabile anello per visitarlo, ci concediamo un caffè al piccolo bar dove l'Amministrazione Comunale ha persino istallato una postazione per la ricarica delle ebike. Ancora un esempio virtuoso da parte di una piccola ed intraprendente amministrazione, attenta a seguire ed incoraggiare ogni opportunità per il proprio territorio, tenendo anche in considerazione idee e suggerimenti che solo persone appassionate possono dare.
Ci rimettiamo di nuovo in viaggio imboccando, alle porte del paese, un'altra comoda strada bianca (provinciale 71 di Gerfalco) che scorrendo alla base della Cornata, ci porta alle vecchie cave Romano, sovrastate dalle storiche di Rosso ammonitico. Da questo punto cominciamo a scendere lungo le ampie curve fino a trovare un incrocio, dove decidiamo di abbandonare temporaneamente la strada principale e deviare sulla sx per compiere l'anello del Poggio di Mutti. (Coord. 43°09'31,2''N 10°56'29,2''E). E' qui, che troveremo un secondo tratto piuttosto impegnativo per la forte pendenza e il fondo smosso, che riduce l'aderenza nelle nostre bike. Arrivati al punto dove si scollina intravediamo sulla dx l'imbocco di una delle tante antiche grotte-miniere di argento e poco dopo, in prossimità di un piccolo piazzale, si apre un'altra delle antiche cave di Rosso ammonitico, particolare roccia sedimentaria dal colore rosato che fu usata per abbellire i mosaici del Duomo di Siena (Approf: Rosso ammonitico)
Proseguiamo ancora affrontando un ulteriore breve tratto di salita per poi iniziare a scendere lungo il folto bosco di carpini neri fino a raggiungere un crocevia dove volteremo bruscamente a dx in discesa, in direzione SE, raggiungendo di nuovo la strada provinciale abbandonata in precedenza. La imboccheremo voltando a sx, oltrepassando dei grandi massi, dove una caratteristica scritta in ferro, indica il Castello di Fosini.
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Di nuovo una lunga ed insidiosa discesa, ci imporrà particolare attenzione e prudenza, fino al profondo impluvio del torrente Riponti, che nelle stagioni meno siccitose ci mostra le sue cascatelle e i ripidi salti d'acqua. Ancora un breve tratto e attraverseremo di nuovo un secondo torrente, poco prima di iniziare a salire in maniera decisa fino ad arrivare davanti ai ruderi del Castello di Fosini. (Approf: Castello di Fosini) Dopo l'impegnativo tragitto ci fermiamo meritatamente nell'ampio piazzale circondato dai tigli secolari che conducevano fino all'ingresso dell'antico castello. Approfitteremo dell'ombra del bel fontanile coperto, ristrutturato qualche anno fa, per continuare il viaggio lambendo un ultimo punto di interesse costituito dal famoso castagno secolare di Fosini, una enorme pianta monumentale che si mostra sul lato sx della strada. |
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Continuiamo a pedalare sulla via che si fa a mano a mano sempre più facile e pianeggiante, diventando dopo un breve tragitto, un comodo nastro di asfalto che si snoda per quasi 10 km lungo una campagna piacevole e ordinata, dove recentemente sono stati ristrutturati i vecchi casolari e reimpiantati moderni vigneti. Pedaliamo piacevolmente ancora per diversi Km, fino a oltrepassare l'incrocio con la strada del ritorno, che imboccheremo a dx. Proseguiamo fino a incontrare l'antica suggestiva fattoria di Solaio, che accoglie al suo interno una villa risalente al 1600 contornata da un prezioso giardino all'italiana. Raggiungeremo a breve il punto di partenza, per concludere il nostro interessante giro, ma ancora incuriositi dai bei panorami che ci circondano, decidiamo di aggiungere un piccolo prolungamento fino alla vicina villa di Anqua. (Approf: Anqua) Nel bel giardino all’italiana all’interno della villa-fattoria, si trova un enorme leccio plurisecolare, catalogato tra gli alberi monumentali d’Italia. Si ipotizza che possa avere la stessa età della signorile residenza. Concludiamo quindi questo magnifico itinerario che abbiamo deciso di chiamare 'Grand tour delle Carline' perché in poco meno di 50 km, ci ha portato a toccare tantissimi punti di interesse, tutti di elevato valore storico e naturalistico, regalandoci una piacevole avventura in sella alle nostre bici! |
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