Verso le origini del Cecina: | |||
da Solaio al borgo di Travale |
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42.1 km, 04:06:21 |
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Galleria foto 27 immagini
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DESCRIZIONE Visto il persistere del grande caldo estivo e vista anche la ricchezza e l'interesse di questa parte delle Colline Metallifere, abbiamo deciso di tornare nella zona con un nuovo itinerario, divertendoci a toccare e a scoprire altri punti seguendo i bei tracciati immersi tra la natura selvaggia di questi boschi
Questa volta il nostro punto di partenza, sarà l'antica fattoria di Solaio, dove parcheggeremo le auto per salire in sella alle nostre e-bike. (Coord 43°12' 53,4''N 10°57'46,9''E). Nonostante il crescente stato di abbandono, Solaio appare come un affascinante agglomerato di edifici risalenti al XVI° secolo, che racchiudono all'interno una grande villa circondata da un affascinante giardino all'italiana. Nel piccolo borgo si trova anche una cappella risalente al XVII° secolo, ristrutturata nel 1800. Ci dirigiamo subito in direzione S-SO percorrendo la comodissima e ombreggiata strada asfaltata, che in circa 3 km e mezzo ci condurrà al primo incrocio, dove dovremo abbandonarla, per voltare a sx lungo una ciottolosa strada bianca, in salita. (Coord 43°11'47''N 10°57'09''E). Da questo punto, da circa 600m di altitudine, inizieremo a salire fino a raggiungere quota 882m, dove apparirà di fronte a noi, la vistosa struttura in cemento, eretta in ricordo dei partigiani della XXIII^ Brigata Garibaldi. Dopo la breve visita, continuiamo sul nostro itinerario, fino a scollinare e dove inizieremo a discendere. Da qui la strada si farà più stretta a causa dei rovi che inesorabilmente tentano di riappropriarsi del loro spazio e il fondo si presenta meno ciottoloso, principalmente di terra battuta, ma spesso scavata dalla pioggia. Continuiamo a scendere concentrati alla guida per evitare i vari ostacoli, fino a raggiungere un'importante deviazione dove dovremo fare attenzione per procedere voltando bruscamente sulla nostra sx. (43° 10' 22,1''N 10° 56' 49,5''E). Quella in cui ci immetteremo sarà una vera e propria strada forestale, usata anche durante il recente 'smacchio', per trasportare la legna tagliata. Percorriamo questo tratto in direzione SE, attraversando piccoli ruscelli ormai sofferenti per la lunga siccità e dopo un tratto di decisa salita, giungeremo in un piccolo pianetto dove l'ottima cartellonistica verticale, ci indica di trovarci in località 'Campo al Turco' a circa792m. di altitudine. Continuiamo il nostro viaggio, seguendo l'indicazione del sentiero, raggiungendo il 'Poggetto dei Coltelli' (Coord 43°09'49''N 10°57'52,5''E), dove, anziché salire verso Ritrovoli, devieremo a dx lungo una strada di nuovo comoda e ben percorribile, che ci porterà in brevissimo tempo, nei pressi del castagneto delle Lame per immetterci sulla strada comunale omonima. Qui ci concederemo una breve sosta per ammirare gli enormi castagni secolari che con i loro tronchi contorti e scavati sembrano spiare il nostro passaggio, quindi approfittiamo per dissetarci nei pressi della freschissima sorgente che si trova di fronte. Imbocchiamo poi la comunale a fondo sterrato, in direzione del borgo di Travale, facendo attenzione a tenere la dx all'unico grande incrocio che troveremo di lì a poco. |
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Percorreremo piacevolmente la bella campagna punteggiata di vecchi casolari ben ristrutturati e dopo aver pedalato un lungo tratto in costante discesa, attraverseremo il ponte sul Cecina, anche se non riusciamo a vedere l'acqua che scorre. Da questo punto inizieremo a salire lungo l'angusta asfaltata resa più stretta dall'incombere della vegetazione, per arrivare in breve tempo nei pressi del piccolo cimitero, dove voltando subito dopo a dx, ci dirigeremo verso l'antico borgo di minatori. Doverosa e irrinunciabile la visita tra le piccole case di pietra del borgo di Travale.(Approf. Travale) Travale è una piccolissima frazione del Comune di Montieri, che si affaccia a 520 m. di altitudine, incastonato nelle Colline Metallifere che guardano la Maremma. Appartenuto fin dal medioevo alla ricca famiglia dei Pannocchieschi, passò nel 1400, sotto l'egemonia della Repubblica di Siena, per entrare a far parte del Granducato di Toscana, a metà del XVI° secolo. |
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Rinfrancati dalla sosta e dal caffé che ci siamo concessi alla trattoria adiacente il paese, torniamo indietro per la strada da cui siamo provenuti, per un breve tratto, fino ad individuare sulla dx, (Coord 43°10' 15,8''N 11°00'42,5''E) l'innesto di una sterrata che ci porterà nei pressi del mulino ''Cecina''. Lo schiveremo passando lungo il campetto sulla dx, cercando di individuare il flebile tracciato che in maniera un po' articolata e con qualche piccola difficoltà, ci porterà a ridosso della 'diga', dove sarà doverosa una sosta per approfittare della piacevole frescura dell'ambiente, dove ha origine questo nostro lungo fiume Cecina. Il Cecina è un corso d'acqua a carattere torrentizio che nasce a circa 1000 metri di quota, nelle vicinanze delle Cornate di Gerfalco. Nel suo percorso di 78 km, tocca ben quattro province toscane: nasce in quella di Grosseto, sfiora quella di Siena, scorre in quella di Pisa e sfocia in mare in quella di Livorno. Si ipotizza che il fiume abbia preso il suo nome dall'antica famiglia etrusca dei 'Ceicna' di Volterra, già menzionata nel I° secolo a.C. che costruì i primi nuclei abitativi nella vallata. |
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Di nuovo in sella alle nostre bici, continueremo ora il viaggio lungo un tracciato nei pressi del fiume, che si snoda nell'ombrosa vegetazione. Il percorso, che in qualche punto, diventa uno stretto sentiero, è reso moderatamente impegnativo dalla vegetazione e dal fondo irregolare, ma il piacevole ambiente fa in modo di non toglierci il piacere di pedalare. Correndo ancora avanti incontriamo brevi tratti di vera e propria carrareccia che mano a mano diviene sempre più marcata e definita, fino a arrivare ad immetterci sulla strada asfaltata, in prossimità delle antiche terme delle Galleraie. Le acque termali delle Galleraie, conosciute fin dall’epoca etrusca, sgorgano da ben cinque diverse sorgenti di acqua solfato-bicarbonato-calcica, a una temperatura di circa 29°. Conosciute fin dall’epoca etrusca soprattutto per le cure osteo-articolari, venivano sfruttate in antichità anche per la produzione di zolfo, allume, boro e vetriolo. Nel 1862 venne costruito un complesso alberghiero, con vasche di balneazione, stazione per cavalli e carrozze e una chiesetta. Ristrutturato nel 1987, oggi purtroppo si trova in stato di completo abbandono Ci dirigeremo ora in direzione NE su una ampia strada bianca, dove sarà possibile aumentare l'andatura nonostante il moderato dislivello. Dopo un breve tratto, al primo incrocio volteremo a sx in direzione Porcignano salendo ora in maniera più decisa fino a sfiorare il complesso rurale, oggi attrezzato come ristorante e riserva di caccia. Pedaliamo ancora lungo la salita che ci farà incontrare un secondo podere (Le Quercete) che fa parte della medesima azienda, preceduto da un grande cartello che ne riporta il nome, nei pressi del quale volteremo bruscamente a dx, oltrepassando la catena che ne impedisce l'accesso ai veicoli. Ci troveremo ora nel cuore del Parco delle Carline, che malgrado l'ambiente sia piacevole e rilassante, mostra in questo punto, evidenti segni di trascuratezza. Pedaliamo ancora senza sosta, volgendo lo sguardo ai nostri lati tra il bosco folto che stiamo attraversando e che ci lascia intravedere le strutture delle antiche sorgenti, vera ricchezza e caratteristica di questo versante, descritte da alcuni cartelli scoloriti che ne riportano il nome. Dopo aver pedalato per poco più di 3 km dalla catena, dovremo fare molta attenzione all'ennesima deviazione che sulla nostra dx ci farà abbandonare la strada principale per imboccare una piccola forestale in discesa. (43°11''08,1''N 10°59'09,6''E). Lambiremo i ruderi del vecchio podere Prataccio legato, come altri dei dintorni, alla storia della resistenza partigiana della XXIII^ Brigata Garibaldi. Il nostro amico Spada, fiero partigiano pomarancino, prima che qualche anno fa ci lasciasse, ci ha voluto raccontare i suoi ricordi e gli aneddoti che lo legavano alla Carlina, durante la lotta partigiana. Dalle rocambolesche fughe, ai nascondigli nei boschi, alla calda ospitalità delle famiglie di alcuni poderi, come Prativigna, Prataccio, Faule, Falisei ed altri, che supportarono e condivisero le lotte e la resistenza partigiana. A causa del tracciato divenuto ora più impegnativo, dovremo aumentare la nostra concentrazione e la nostra abilità alla guida, per evitare i rami secchi e piccoli sassi, che via via, intralciano il nostro passaggio. Ci spostiamo quindi in direzione Ovest, lambendo ancora altre sorgenti come quella 'dell'Acero' e quella 'delle Treggiaie', per poi puntare verso Nord-Ovest incontrando a breve i ruderi del grande podere Pescine, da dove potremo proseguire in maniera più spedita, grazie alla strada più ampia e più facilmente percorribile. Schiviamo a ridosso di uno 'scolletto', un ennesimo rudere del podere Casendoli, per immetterci da qui a poco sulla strada asfaltata di Anqua, in prossimità del podere 'Le Croci' e ormai giunti al termine del nostro appassionante viaggio, voltiamo rilassati verso sx, per l'ultimissimo tratto che ci farà raggiungere di nuovo la fattoria di Solaio. Concludiamo così questa interessante avventura alla ricerca delle sorgenti del nostro Cecina, lambendo i luoghi che raccontano la storia partigiana e attraversando i freschi boschi della Carlina, che nonostante il caldo estivo, ci hanno permesso di pedalare con piacere per tutta la mattinata senza difficoltà particolarmente impegnative. |
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