Da Pomarance verso la Valle del Diavolo | |||
43.9 km, 03:16:20 |
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Galleria foto 27 immagini
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DESCRIZIONE Con un po' di sano campanilismo, dopo le numerose richieste da parte di chi ci segue, eccoci a descrivere un interessante percorso proprio nel cuore di casa nostra! Un appassionante viaggio, che potrebbe essere definito 'escursione di prossimità', che ci porterà a scoprire pedalando, tanti dei luoghi più caratteristici del nostro territorio. Partiremo da Pomarance direttamente con le nostre ebike, e non avendo potuto trovare una valida alternativa all’asfalto, percorreremo la SR 439 in direzione di Larderello fino al “Madonnino dei Gabbri” a circa 6 km e mezzo dalla partenza (coord. 43°16'04,7''N 10°52'45,3''E) Raggiunta la piccola edicola religiosa, volteremo a sx imboccando una sterrata che passa vicino ad un pozzo di reiniezione, e poco più avanti lambirà la Centrale geotermica 'Nuova Gabbro', di cui ammireremo l’imponenza della sua unica torre refrigerante. (La centrale geotermica ''Nuova Gabbro” ha una potenza istallata di 20MW ed è in grado di produrre annualmente 133 milioni di KW, pari al consumo di 50.000 famiglie. Da essa viene anche acquisito il vapore per il teleriscaldamento che serve al fabbisogno di tutto il paese di Pomarance e le campagne vicine). Poco più avanti vicino all’intersezione con la SR, volteremo bruscamente a sx sotto la grande tubazione lucente, in un stretto sentiero che ci permetterà di evitare l’asfalto. Dopo il breve tratto in salita voltiamo di nuovo a sx su di una strada bianca abbastanza ampia, che in costante salita ci porterà a passare accanto ad un secondo pozzo 'Gabbro 9', ancora in piena produzione Il pozzo denominato “Gabbro 9” alimenta la vicina "Centrale Nuova Gabbro" e contribuisce per circa 7MW di produzione, sui 18 totali prodotti da questa centrale. Sappiamo che il pozzo è profondo 958 metri, con casing produzione 13 5/8 fino a m. 860. Il vapore sgorga fino alla superficie con una portata di 60 T/h, ad una pressione di 7 bar, alla temperatura di 234°C. Subito dopo ci aspetterà un tratto di carrareccia abbastanza impegnativo, sia per il dislivello che per il fondo ciottoloso, dove sarà indispensabile ricorrere ad un rapporto agile e ad un supplemento di aiuto-motore! Il bel camminamento che si fa largo tra la vegetazione mediterranea e quella tipica delle rocce serpentine, ci condurrà alla sommità del Poggio della Marruca dove è collocato il curioso puntatore panoramico. Potremo utilizzare il singolare attrezzo e divertirci a riconoscere il profilo dei borghi e dei paesi che punteggiano le colline intorno a noi. Dai vicinissimi Montecerboli e Larderello, affacciati sulla suggestiva Valle del Diavolo, tra gli sbuffi delle torri refrigeranti, ai panorami più a est, verso San Dalmazio, Montecastelli e la Rocca Sillana, spostandoci poi in direzione Radicoldoli, Belforte e Casole d'Elsa. Ancora avanti, dopo i boschi di Berignone e Monte Soldano, vicinissimo di fronte a noi, Pomarance sovrastato dal profilo dell'etrusca Volterra; fino a scoprire in lontananza, oltre il rudere del Monastero di San Michele, le cime delle Alpi Apuane che sfumano verso la linea immaginaria del mare. Scenderemo dopo, con attenzione nei pressi della grande 'Croce degli Scouts', di poco più in basso, recentemente realizzata e istallata da alcuni volenterosi montecerbolini con l'intento di valorizzare il territorio e non disperdere la loro storia. Torneremo poi in prossimità della vecchia strada della 'Croce del Masso', scendendo ancora un breve tratto scosceso, fino a lambire l'accogliente area a verde e la storica croce della leggenda. (Approf. Carrozza di Fuoco)
Attraversiamo ora la regionale per immetterci, immediatamente di fronte, sulla strada di S. Ippolito, resa caratteristica dai secolari cipressi che gli hanno fatto guadagnare l'appellativo di 'Strada degli Alberini'. Pedaliamo in salita per breve tratto e quando il terreno sembra spianare, volteremo a sx lasciando l’asfalto, in un tratto di campagna conosciuto dagli anziani come 'Sassi Ritti'. Passeremo sotto i grandi ripetitori e, oltrepassata una catena che interdice il traffico, inizieremo un breve tratto di crinale che attraversa tutto il piccolo rilievo detto 'Poggio alla Pertica'. Finito il crinale si apriranno sulla nostra dx, larghe vedute dove si può individuare facilmente il podere 'La Corte'. Prima di diventare una grande casa colonica, modesta residenza di diverse famiglie contadine, 'La Corte', nel 1400 ha dato rifugio agli illustri ospiti di Lorenzo de' Medici, frequentatori delle antiche Terme dei Bagni al Morbo. La sua massiccia e poderosa struttura, rappresentava un sicuro rifugio, lontano dalle scorrerie di ladri e dei banditi di quel tempo. |
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Poco più avanti sotto di noi ci apparirà fumante, la grande centrale di 'Valle Secolo', che lambiremo di fianco per raggiungere di nuovo la SR, percorrendola per circa 1 km., ignorando un primo bivio e voltando a sx al secondo proseguendo alla volta di Larderello, dove oltre il ponticello sul Possera, intravediamo alcuni vecchi edifici che ci incuriosiscono. Si tratta delle antiche strutture che circondavano le terme del 'Bagno al Morbo', già identificato come 'Aquae Volaterrae' sulla Tavola Peutingeriana, antica carta militare risalente al III° secolo dopo Cristo, che riporta anche le più rinomate sorgenti termali. Nella seconda metà del 1400, le terme del Bagno al Morbo conobbero gran fama con l'assidua presenza di Lorenzo de' Medici, della sua famiglia e la sua corte di famosi intellettuali. Le acque, dai molteplici poteri curativi, indicate per la sterilità delle donne, erano conosciute come 'Balnea ad morba pellendi', ossia 'bagni scaccia malanni'! All’incrocio successivo di nuovo a sx fino ad entrare nel villaggio industriale progettato dal famoso Michelucci, uno dei più apprezzati architetti italiani del XX° secolo. A circa 500/600 metri dalle prime case, volteremo a dx in Via Fascetti, lambendo i grandi edifici immersi nel verde, oggi in gran parte rimessi a nuovo. Prima di lasciare le ultime case per gettarsi di nuovo nella campagna, non potremo farci sfuggire la bella chiesa del Michelucci, vera perla del villaggio, dedicata alla Madonna di Montenero, col suo originale campanile 'a traliccio'! Il villaggio operaio di Larderello, modello esemplare nel suo genere, sorto dietro la spinta di un eccezionale sviluppo produttivo, fu costruito tra il 1954 e il 1959 su progetto dell'architetto Michelucci. Il villaggio si sviluppa sul fianco della piccola collina che guarda Montecerboli, punteggiato da case torri che ospitavano gli alloggi dei dirigenti, in posizioni di maggior rilievo rispetto alle altre abitazioni, anche se tutti gli edifici sono inseriti nel verde, grazie alla sensibilità dell'architetto di conciliare l'uomo con la natura. Iniziamo a pedalare ora nel bel mezzo della campagna adiacente al paese, lambendo orti, piccoli vigneti e poderi ancora abitati. Dopo aver oltrepassato 'I Cortini', l’ultimo dei 4 poderi di questa zona, la comoda strada bianca finirà e, oltrepassato uno spiazzo, il tracciato da seguire diventerà un' angusta via forestale di terra battuta, che con la stagione delle piogge mostrerà le sue massime difficoltà! Rallentando la velocità ed aumentando l’attenzione per gli imprevedibili ostacoli, giungeremo abbastanza velocemente ai margini di un grande campo, da cui si potrà spaziare in tutta la valle del Possera, verso il borgo di S. Dalmazio e la solenne mole della Rocca di Sillano. Proseguiamo ancora passando vicinissimi ad un grande agriturismo per incrociare subito dopo la strada provinciale 27, che oltrepassiamo per immetterci in quella comunale di Lanciaia. Dopo solo alcune centinaia di metri, dovremo voltare a dx in un ripido accesso in salita che ci porterà nei pressi degli austeri ruderi della Pieve San Giovanni. (Approf: Pieve S. Giovanni e Rocca Sillana) Dopo le immancabili foto, riprendiamo il viaggio lungo il sentiero che prosegue a monte dove dovremo armarci di pazienza, rapporto agile e un buono aiuto motore, data la pendenza ed il fondo insidioso per i ciottoli smossi. Fatto ricorso a tutta la nostra perizia, giungeremo da lì a poco in prossimità di un pianoro sulla dx, in fondo al quale meriterà fare una sosta per ristorarci con le vertiginose vedute sul Pavone e su Montecastelli! |
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Continuiamo il nostro sentiero fino a sbucare su una strada un poco più grande e di lì a poco, nei pressi del podere 'Perucci', ritroveremo di nuovo la comunale di Lanciaia che prenderemo verso dx. Pedaliamo ora più rilassati grazie al fondo asfaltato e alla pendenza leggerissima; oltrepassiamo l’accesso verso la Rocca Sillana e quindi iniziamo a discendere. Da qui la strada si farà di nuovo più insidiosa e sconnessa, fino ad incontrare il 'Podere Quercetello', una grande costruzione ristrutturata. Quasi di fronte, sulla dx individueremo e supereremo una catena, seguendo una piccola stradina di gabbro che in breve tratto ci darà la possibilità di godere di una superba vista sulla sorprendente Valle del Pavone. Tornati sulla comunale continuiamo a scendere in leggera discesa, superando i resti della vecchia fattoria di Lanciaia e della vicina chiesetta. Poco più avanti in prossimità di un grande tornante, ci concederemo, continuando a dritto, una nuova deviazione fino al podere Bruciano, dove ci affacceremo su un ulteriore panorama verso la gola del Pavone, sovrastata dalla Rocca. Torneremo da qui sui nostri passi, in direzione della comunale, dove in ripida e dissestata discesa proseguiamo verso i piani del Cecina, ammirando sulla nostra sx, in prossimità di 'Puretta', i dolci profili della valle del Possera. Giunti in fondo alla discesa, se avremmo scelto per il nostro giro, un periodo di minor affollamento di turisti sul Cecina, sarebbe doveroso e irrinunciabile proseguire verso il Masso delle Fanciulle, che seminascosto dalla fresca vegetazione, saprà regalarci il suo fascino unico, silenzioso custode della sua leggenda. Pedalando tranquillamente lungo la sterminata pianura adiacente al fiume, lambiremo la grande 'Querce del comando', dove durante l'ultimo conflitto mondiale si trovava il comando della 'Polveriera' e dove oggi, un comodo codice QR, ce ne ricorda i particolari. Proseguiremo oltrepassando il bivio del 'Lebbino', per raggiungere quello delle 'Macie', dove ci attende l’ultima fatica in salita per la chiusura del nostro giro. La durezza della pendenza sarà mitigata sicuramente dalle belle vedute sulla tipica campagna pomarancina, con ordinati coltivi e floridi oliveti a ridosso dei numerosi agriturismo che ci ricordano la laboriosità di questa terra legata da sempre al suo grande fiume. Termineremo così questa piacevolissima e interessante passeggiata a due ruote, che partendo comodamente dal nostro capoluogo, con un livello di difficoltà piuttosto accessibile, ci ha accompagnato verso la fumante 'Valle del Diavolo' già descritta da Dante e divenuta oggi, importante motore per la nostra economia. |
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