Alliaria comune
Nome scientifico: Alliaria petiolata
Famiglia: Brassicaceae
Fioritura: Aprile-Maggio
Hbitat: Lungo sentieri, margini di boschi, radure umide e ombrose. Su terreni ricchi di azoto e sostanze organiche, finoa 1700 m. Assente in Sardegna.
DESCRIZIONE
Pianta erbacea biennale che può raggiungere anche un metro di altezza; con tipica radice a fittone contornata da numerose ramificazioni.
Il fusto è eretto, cilindrico, piuttosto rigido, solitamente ramificato in alto e presenta una leggera peluria concentrata solo nella parte più bassa.
Le foglie sono di color verde brillante, più grandi alla base del fusto (8 x 10 cm) e mano a mano più piccole verso l’apice. Se stropicciate, emanano uno spiccato odore di aglio. Sono portate da un lungo picciolo, hanno forma a cuore-triangolare, con margine dentellato, percorse da nervature evidenti, leggermente pelose nella pagina inferiore. Le superiori sono di forma romboidale, con picciolo più corto e una misura più ridotta, bordate di denti aguzzi.
I fiori sono disposti in gruppetti su un racemo terminale semplice o poco ramificato. Hanno 4 sepali verdastri e 4 petali bianchi lunghi circa foto-cdg-f-alliaria-comune mezzo centimetro. Sono profumati e contengono molto nettare che attira api e farfalle anche notturne, che provvedono all’impollinazione.
I frutti sono strette silique erette, spesse appena 2mm e lunghe circa 5 cm, contenenti due serie di piccoli semini grgiastri, striati, di forma allungata..
Già rinomata presso i Babilonesi, conosciuta e apprezzata dai Greci e dai Romani, si dice che resti di Alliaria siano stati ritrovati nella tomba di Tutankhamon, il famoso faraone egizio.
L’Alliaria conosciuta per le sue proprietà espettoranti, antiasmatiche, antiscorbutiche, antisettiche è interamente commestibile. Con le foglie e i giovani getti si possono preparare insalate, zuppe, minestre, sformati a cui la pianta conferisce un delicato sapore di aglio, garantendo però la digeribilità e un apporto di carotenoidi e di vitamine A e C.
Apprezzate in cucina anche le radici e i fiori freschi, mentre con i semi, che odorano di senape e stimolano l’appetito, si possono insaporire svariate pietanze.
Si dice che nel medioevo, la pianta fosse utilizzata per nascondere il sapore della carne non più fresca.
Il suo nome è dovuto all’odore simile a quello dell’aglio, che si sente stropicciandone le foglie. L’epiteto invece proviene dalla parola latina ‘petiolatus’ diminutivo di ‘base- piede’ riferito al peduncolo che porta le foglie.
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