Acino alpino

 

Nome scientifico: Acinos alpinus (Ziziphora granatensis)

Famiglia: Lamiaceae

Fioritura: Maggio–Agosto

         

 

Hbitat:

Ghiaioni, pascoli, fessure di rocce calcaree da 900 a 2500 m.

Mi sa che c'è qualcosa che non va

DESCRIZIONE

Mi sa che qualcosa non va

Una graziosa lamiacea conosciuta con un’infinità di sinonimi. Battezzata come Tymus alpinus da Linneo, è detta ‘Acinos alpinus’, tuttora così menzionata su tanti testi di botanica. Ma c’è chi preferisce chiamarla Satureja alpina, oppure Calamintha alpina, Calamintha patavina, Calamintha pseudoacinos o ancora Clinopodium alpinum, fino all’estroso Ziziphus granatensis.

L’Acino alpino è una pianta perenne che può raggiungere i 30 cm di altezza; ha fusti striscianti di color verde-rossastro, legnosi alla base e ricoperti di peluria. Le caratteristiche radici sono fittonanti, esili ma circondate da numerose radichette secondarie ben sviluppate per potersi aggrappare facilmente tra i terreni rocciosi.

Le foglie, di color verde scuro, sono opposte portate da un esile picciolo. La forma è variabile, da ellittiche a ovali, spesso dentellate sui bordi con nervature principali in evidenza, ricoperte di peluria nella pagina inferiore.

I fiori, tipici delle Lamiacee, sono riuniti in mazzetti di 3- 8 elementi che possono variare dal color viola carico al rosa-porporino, con calice irto di peluria biancastra.

Il frutto è uno ‘schizocarpo’ che giunto a maturazione si divide in 4 piccoli elementi ovoidi e aguzzi..

L’Acino alpino è una pianta commestibile officinale con proprietà febbrifughe. Con le foglie si possono fare tisane rilassanti e infusi tonici e digestivi.

Il nome generico ‘Acinos’ proviene da una parola latina usata da Plinio per descrivere le qualità delle piante aromatiche come il timo; ‘alpininus’, sempre di derivazione latina, indica i luoghi dove la pianta prospera maggiormente. Detta anche Ziziphora granatensis il cui significato vorrebbe dimostrare qualche ignota attinenza col giuggiolo, mentre l’aggettivo si riferisce ai primi ritrovamenti della specie in Spagna, nell’antico Regno di Granada, in Andalusia.

Fotografato in Cornata

 

 

 

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