Pianta erbacea perenne con robuste radici nerastre, alta da 10 a oltre 50 centimetri. Il suo fusto appare striato, talvolta brunastro e si ramifica nella parte superiore.
Le foglie si trovano raggruppate lungo lo stelo e sono finemente divise, formate da vari elementi sottili, larghi appena 1 millimetro.
L’infiorescenza che solitamente appare al culmine dei fusti, mostra una corolla di un bel colore rosso scarlatto, molto lucido, col centro scuro. E’ formata da 5/8 petali lanceolati, larghi da 2 a 5 cm, con i sepali addossati.
I frutti sono dei piccoli acheni posti in una lunga spiga di forma cilindrica.
La pianta, altamente tossica, può provocare la morte sia negli animali che nell'uomo; era conosciuta in passato per la sua azione terapeutica simile a quella della Digitale, utilizzata per regolarizzare i battiti cardiaci.
Nelle sue foglie e nelle radici sono contenute sostanze velenose, mentre nei petali, vi è una sostanza colorante usata negli allevamenti di salmone per accentuare il colore delle carni.
L’Adonide conosciuta fin dall’era del bronzo, a causa delle coltivazioni intensive e dell’uso indiscriminato dei diserbanti, purtroppo oggi è nettamente regredita, tanto da diventare una specie rara e protetta.
Secondo la mitologia greca, avrebbe preso il nome dal bellissimo Adone, ucciso da un cinghiale e trasformato dalla sua innamorata Afrodite, in questo brillante fiore rosso. L'epiteto 'aestivalis' proveniente dal latino, alludendo al periodo di fioritura della pianta.
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