L' Aspraggine è una pianta perenne o biennale, alta da 30 a 70 cm, resa ispida dai suoi peli uncinati che la ricoprono in ogni sua parte.
Dalle sue radici fascicolate si ergono i fusti ramosi, cilindrici, allungati e fogliosi con portamento eretto ascendente.
Le foglie basali dell'Aspraggine, sono disposte a rosetta, hanno forma oblunga spatolata, verrucose un pò pungenti, leggermente dentate e sinuate, lunghe anche una ventina di cm. Sono di colore verde intenso, talvolta con venature rossastre. Diversamente quelle abbraccianti che si trovano lungo i fusti sono lanceolate, alterne, lunghe solo la metà.
L'infiorescenza si compone di diversi capolini, (15-30mm di diametro), portati da peduncoli gracili e sostenuti da un involucro cilindrico di brattee verdi squamose, un po' svasato che accoglie il fiore completamente ligulato color giallo oro, leggermente ombreggiato di porpora nella parte di sotto.
I frutti sono involucri rugosi (cipsele) bruno-giallastro lunghi fino a 3mm, con strie trasversali e becco prominente, sormontati da un pappo piumoso.
Da sempre in cucina vengono utilizzate le foglie delle rosette basali, che nonostante la loro apparenza ruvida e poco invitante, sono ottime da consumare in frittate, sformati, minestre e risotti, anche in miscuglio con altre erbe spontanee. Ottime anche lessate da gustare insieme alle patate, o squisito condimento per tagliatelle all' Aspraggine e funghi.
Questa pianta dalle proprietà rinfrescanti, emollienti e vitaminizzanti, veniva usata in passato come febbrifugo e messa a impiastro sulla fronte per combattere il mal di testa.
Il nome popolare di "Aspraggine" fa riferimento al suo apprezzato sapore aspro e amarognolo, dal greco "Picros", che significa appunto "amaro". Il suo nome scientifico, formato dalle parole gheche: ''Elmis e Inthos= contenitore di vermi'', descrive la forma degli acheni rugosi che rassomigliano a piccoli vermi, mentre l'epiteto ''echioides'' = ''simile a Echium'' allude alla ruvidità della pianta.
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