Orbettino – Serpente di vetro --- Anguis veronensis


  • orbettino 006Classe: Reptilia
  • Ordine: Squamata
  • Famiglia: Anguidae
  • Genere: Anguis
  • Specie: Anguis veronensis

DISTRIBUZIONE E HABITAT

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L’orbettino è un piccolo sauro diffuso in quasi tutta l’Europa occidentale, ad eccezione delle nazioni situate più a nord, tra cui Irlanda e Islanda. E’ presente in Africa e nel Bacino mediterraneo, fino alle prime regioni asiatiche; in Italia è comune su tutto il territorio. Il suo habitat naturale sono gli ambienti umidi, erbosi, soleggiati ma freschi, soprattutto se vicini a corsi d’acqua. Ma grazie al suo altissimo livello di adattabilità,spesso lo ritroviamo in ambienti diversi, inclusi quelli antropizzati, come coltivi, orti, giardini.

 

DESCRIZIONE

Per il suo aspetto l’Orbettino, spesso viene confuso per un serpente, ma in realtà si tratta di un’autentica lucertola che nel corso della sua evoluzione ha perso gli arti. Si differenzia dai serpenti anche per le caratteristiche degli occhi, che si presentano muniti di palpebre mobili, pupilla rotonda e iride color bronzo-rame.

Il corpo, che può misurare da 30 a 50 cm, è cilindrico, completamente ricoperto di squame lisce e lucenti, dotate di uno strato osseo (osteoderma), che tende a rendere l’Orbettino più rigido nei movimenti, ma che lo facilitano durante le operazioni di scavo nel terreno. La testa è indistinta dal resto del tronco, leggermente più grande nei maschi, mentre la coda è circa il 60% della totale lunghezza. La pelle ha una colorazione argentea, che va dal grigio al marrone ramato. Le femmine si distinguono per la presenza di una striatura più scura sui fianchi, mentre nei soggetti giovani la colorazione appare molto più chiara (bianco-giallastra), con strie vertebrali accentuate e ventre scurissimo quasi nero.  Il peso non supera i 50gr.

L’orbettino adulto è di solito abbastanza territoriale e solitario, mentre i più giovani tendono a vivere in gruppi.

ALIMENTAZIONE

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Trascorre buona parte della giornata sotto massi o tronchi o in buche scavate, termoregolandosi non direttamente sotto i raggi solari, ma preferendo superfici già riscaldate.

Lascia la sua tana verso il tramonto per tornarvi solo al mattino e dedica questo spazio di tempo alla ricerca di cibo.

Essendo privo di denti, la sua alimentazione comprende in prevalenza, insetti, lumache, lombrichi,piccoli molluschi e vermi; meno frequentemente anche piccoli di lucertola, anfibi e nidiacei.

Curiosa la sua abitudine, di liberarsi dal muco, strofinando il muso nella terra, dopo aver mangiato lumache.

 RIPRODUZIONE

orbettino 004Verso la metà di novembre l’Orbettino si rifugia nella tana che ha precedentemente scavato e rimane in letargo fino all’arrivo della primavera. Verso aprile inizia il periodo di riproduzione che si protrae fino a giugno.

La maturità sessuale inizia intorno ai 3 anni, quando il serpentello arriva a misurare circa 25cm. Durante la stagione degli amori i maschi  tendono a litigare ferocemente tra loro per la conquista della femmina.

L’orbettino è ovoviviparo e dopo  11-13 settimane dall’accoppiamento, la femmina partorirà da 6 a 15 piccoli, completamente autonomi, lunghi  6 a 8 cm, avvolti in una sottile membrana trasparente che si lacera immediatamente durante il parto.

 PERICOLI

orbettino 005L’Orbettino può essere predato da  uccelli rapaci diurni e notturni, da serpenti e da  diversi mammiferi tra cui i mustelidi. Gli elementi più giovani possono essere occasionalmente preda anche del rospo comune. Purtroppo spesso scambiato per una vipera, viene ucciso miseramente dall’uomo, anche se vi sono paesi in cui è tutelato e ritenuto utile all’agricoltura. Quando si sente in pericolo, l’orbettino è in grado di auto amputarsi la coda, malgrado che una volta persa, non sia più possibile la ricrescita completa. Spesso però con questa manovra riesce a salvarsi la vita, allontanandosi e lasciando la coda spezzata a distrarre l’aggressore.

CURIOSITA'

Il suo nome deriva da un’antica parola tedesca che significa ‘lucente’, mentre il soprannome di ‘lucertola, serpente di vetro o di cristallo’, sottolinea la particolare lucentezza delle squame che lo ricoprono e la rigidità nei movimenti dovuta alle cartilagini ossee. L'epiteto specifico venne ideato da naturalista Ciro Pollini, nel 1818, riferendosi all'area di Verona, dove si osservarono i primi esemplari. Infine proprio la capacità di auto amputarsi la coda, ha alimentato diverse leggende che ritenevano l'obettino così fragile, in grado di spezzarsi come il vetro. Fortunatamente può superare i 30 anni di vita!