L'Alloro è una pianta piuttosto insolita allo stato spontaneo. Si ipotizza che le attuali popolazioni di Laurus nobilis siano gli ultimi frammenti di una flora dell'Era Terziaria (da 65 a 2 milioni di anni fa), ora relegati in piccole aree caratterizzate dal clima caldo umido simile a quello del periodo di espansione della specie.
I boschi delle Riserve di Berignone e Monterufoli, soprattutto nella parte settentrionale di Corno al Bufalo e di Punta Farneta,ospitano nei substrati serpentinosi,interessanti elementi di questo tipo di vegetazione unica in Italia, di elevato interesse naturalistico e conservazionistico.
L'Alloro è di solito un piccolo albero sempreverde alto fino a 6-8 metri con chioma piramidale espansa color verde scuro. Tronco eretto, sinuoso, con corteccia liscia grigio-brunastra.
Le foglie sono alterne, coriacee, lanceolate (5-10 cm) con margine leggermente ondulato color verde scuro lucido. Se stropicciate sono molto aromatiche, poiché le piccole ghiandole traslucide sulla loro superficie, contengono un profumatissimo olio essenziale.
Anche i fiori sono profumati, di colore giallastro, raccolti in piccole ombrelle all'ascella delle foglie. I maschili e femminili si trovano su piante diverse.
I frutti sono piccole drupe ovoidali di circa 1 cm, nere e lucide a maturità contenenti un seme sferico; rimangono sulla pianta per gran parte dell'inverno.
Questa essenza mediterranea era conosciuta e apprezzata fin da tempi antichissimi per le proprietà aromatiche e medicamentose. Ritenuta da Greci e Romani pianta "classica" per eccellenza, simbolo di onore, sapienza e gloria, sacra a Giove, dedicata ad Apollo, veniva intrecciata in corone per ornamenti celebrativi, tanto che il termine "laurea-laureato" , testimonia l'antica tradizione di cingere con corone d'alloro la testa di imperatori, guerrieri vittoriosi, poeti e letterati, come onorificenza per il raggiunto traguardo.
Nella tradizione popolare veniva considerato simbolo di gloria e potenza, in grado di proteggere dai fulmini, di propiziare il raccolto e di proteggere dal malocchio. Si dice che alcune foglie di alloro messe sotto il cuscino, siano in grado di procurarci sonni e sogni sereni.
Innumerevoli gli usi fitoterapici giunti dall'antichità fino a noi. Consigliato da Ippocrate per alleviare i dolori del parto e da Plinio per curare il nervo sciatico, per millenni è stato utilizzato l'olio estratto dai frutti, contro peste, scabbia, gotta e reumatismi. In epoca medievale e rinascimentale, per l'arteriosclerosi, coliche di reni e di fegato.
Oggi la moderna fitoterapia consiglia l'uso di infusi e decotti di foglie di alloro per la digestione. Con l' "olio laurino" si possono alleviare reumatismi e contusioni e, frizionato sul pelo dei nostri animali domestici, allontana i parassiti.
Con le foglie fresche si prepara l'ottimo liquore "allorino" da consumare come digestivo.
La parola Laurus proviene dal latino Laus =lode che a sua volta deriverebbe dal celtico Lawur col significato di verdeggiante.
Un alloro piantato vicino alle case sembra che abbia il potere di disperdere le negatività e di apportare buona salute.
Fotografato nel percorso di Corno al Bufalo
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