Dopo i grigi e monotoni giorni d'inverno, ci lasciamo accarezzare dai primi tiepidi raggi di sole e per noi che amiamo camminare all’aria aperta e in mezzo alla natura, questo è un momento molto atteso per dare sfogo alla nostra passione e per programmare nuove escursioni.
È proprio durante le nostre prime uscite primaverili, che abbiamo notato con piacevole sorpresa che il clima mite di questo periodo, ha favorito le condizioni ideali affinchè potessero crescere così tante varietà di erbe spontanee commestibili.
Oltre al piacere della passeggiata potremmo avere così l'opportunità di fare buoni raccolti, divertendoci a riconoscere i germogli delle tante specie commestibili e magari riscoprire qualche vecchia ricetta del passato, quando i nostri anziani facevano delle erbe una preziosa risorsa per la loro alimentazione e per curarsi.
Un ricco patrimonio di conoscenze, custodito e tramandato per garantire la conservazione di antiche e affascinanti tradizioni.
Molte delle specie che raccogliamo hanno infatti caratteristiche culinarie e medicamentose conosciute sin dall’antichità e largamente usate tutt’oggi nella moderna fitoterapia.
Date le numerose varietà delle specie commestibili, sarà importante saper riconoscere queste piante in ogni fase della loro vita, dal fresco germoglio al colorato fiore, fino alla fruttificazione. Sarà doveroso ricordare sempre che, come per i funghi, anche tra le erbe esistono specie tossiche e per questo motivo sarà sempre bene iniziare a raccoglierle sotto la vigilanza di conoscitori o anziani esperti, che saranno lieti di tramandarci un po’ dei loro segreti.
In maniera molto semplice ed elementare anche noi, sul nostro blog abbiamo cercato di descrivere alcune delle specie spontanee che incontriamo durante i percorsi, inserendo semplici schede che ne elencano le caratteristiche principali, aggiungendo qualche curiosità delle più conosciute erbe commestibili, con le loro principali caratteristiche, magari con l’intento di far avvicinare le persone che amano la natura, a questa antica e ritrovata usanza.
……Tutto questo si chiama “Fitoalimurgia”….e oggi, che fa moda e tendenza riscoprire il passato, ci incuriosirà sapere, che questo usatissimo termine dal sapore esterofilo, in realtà non è altro che una parola coniata ben nel 1767, dal medico e naturalista Giovanni Targioni Tozzetti, prendendo spunto dall’espressione greca “A Limòs – Urgìa”, che significava “calmare la fame”. Con la sua opera “De Alimenti Urgentia”, il famoso medico voleva indicare alla gente, il modo meno grave con il quale sopperire alla carenza di cibo e alle carestie, insegnando ad alimentarsi attraverso la raccolta di erbe, bacche e radici commestibili.
Superato oggi (anche se solo in parte) lo stato di necessità, cogliere e consumare erbe spontanee, rimarrà comunque una buona occasione per stare a contatto con la natura, imparando a rispettarne i cicli e i ritmi, consapevoli del patrimonio di tradizioni e di conoscenze, da tramandare con entusiasmo anche alle nuove generazioni più tecnologiche.
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