Piccola pianta erbacea perenne con struttura radicale principale rizomatosa, circondata da radichette secondarie.
Dalla base, piuttosto lignificata, si sviluppano diversi fusti fiorali eretti o ascendenti, di aspetto erbaceo, che talvolta raggiungono 50/80cm di altezza. Di solito sono glabri, ma possono presentare anche una leggera peluria o una sostanza appiccicosa nella parte più alta.
Le foglie di colore verde cenere un po’ cerose, di consistenza un po' grassa, sono opposte, lisce, lineari-lanceolate e avvolgono il fusto in corrispondenza dei nodi. Le basali, anch’esse glauche con riflessi azzurrognoli, hanno un breve picciolo e formano una rosetta irregolare.
L’infiorescenza piuttosto lassa, è posta all’apice dello stelo, formata da diversi fiori penduli con caratteristico calice a palloncino di color verde pallido-rosato, con un reticolo di fitte nervature longitudinali e trasversali. L’apertura del calice termina con piccoli denti triangolari; la corolla ha 5 petali profondamente lobati, di colore bianco talvolta sfumato di rosa.
I fiori sono maschili, femminili o ermafroditi e la loro forma a palloncino, rende difficile l’accesso per gli insetti in cerca di nettare.
I calabroni aggrediscono la pianta forando la base del fiore ed riescono ad estrarre il nettare attraverso l’apertura praticata, ma purtroppo questo procedimento non agevola l’impollinazione.
Il frutto è una capsula globosa che termina con i 6 dentini apicali e contiene al suo interno dei semini convessi e ruvidi.
La pianta conosciuta fin dall’antichità, è apprezzata in cucina per il suo delicato sapore che si adatta a tante preparazioni gastronomiche. Raccolta rigorosamente prima della fioritura, perché le foglioline possano mantenere la loro morbidezza, si possono gustare sia crude che cotte, in minestre, risotti, ravioli, frittate, sformati; apprezzate per il loro delicato sapore che ricorda quello dei piselli.
Conosciuta in tutte le regioni d’Italia, la pianta viene popolarmente chiamata nei modi più svariati. ‘Strigoli’ in Toscana, per descrivere il suono stridulo emesso dallo stropiccìo delle foglie. ‘Schioppettini’ invece perché battendo i suoi calici rigonfi si ottiene un suono scoppiettante.
Il nome scientifico invece, ricorda la pancia rotonda di Silenos, un anziano satiro amico di bevute di Bacco. Ma secondo altre teorie la pianta potrebbe essere dedicata a Selene, la luna, in allusioni ai fiori della specie che si aprono di notte. L’epiteto ‘vulgaris’, di provenienza latina, significa che la pianta si può trovare facilmente.
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