Il genere “Crepis” di cui fa parte questa radicchiella, raccoglie in Italia circa una trentina di specie diverse, caratterizzate da un accentuato polimorfismo, tutte piuttosto rassomiglianti, tutte commestibili e interessanti dal punto di vista fitoalimurgico.
La Radicchiella di Terrasanta è una pianta erbacea annuale con apparato radicale formato da una serie di sottili radichette. E' alta fino a una trentina di cm, con fusti eretti pubescenti, che possono essere semplici o ramosi, color verde rossiccio, che emettono un latice biacastro se recisi.
Le foglie basali sono riunite in rosette aderenti al suolo, hanno forma obovata-spatolata, lunghe fino a 10 cm e larghe fino a 2, con margine dentato. Lungo il fusto le foglie si riducono in piccole brattee squamiformi.
L'infiorescenza è formata da capolini singoli o disposti in corimbi di pochi elementi (massimo 4-6). I fiori sono ligulati, di colore giallo brillante, talvolta con sfumature rossiccie nella parte esterna. Le brattee esterne che li avvolgono sono piccole e ovali, quelle più interne hanno forma lanceolata, di poco più lunghe. Spesso durante il periodo di fioritura, la pianta riesce a tappezzare completamente i prati, creando un piacevole effetto cromatico, tanto che nel secolo XVIII° veniva coltivata a scopi ornamentali.
I frutti appaiono con 3 diverse caratteristiche: quelli più esterni sono leggermente compressi, gli intermedi sono fusiformi e appuntiti, mentre i pù interni, anche se fusiformi, sono completamente lisci. Il loro pappo ha un aspetto setoso di colore biancastro.
La rosetta basale della pianta è un ottimo commestibile, da consumare cruda, quando le foglioline sono ancora tenere, appressate al suolo. Molto gradevole anche lessata in misticanza con altre erbe selvatiche.
Utilizzata da sempre nella medicina popolare ha le stesse proprietà depurative, diuretiche, disintossicanti della cicoria e del tarassaco.
Il suo nome scientifico, già usato da Plinio, deriverebbe dalla parola greca “Krepìs”=calzatura, riferito forse alle sue foglie appressate al suolo. L'epiteto 'sancta' sottolinea che la pianta è comunissima in Terrasanta.
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