Pianta annuale erbacea, con i fusti cilindrici, sdraiati, striscianti sul terreno, succosi, carnosi e molto ramificati di colore rossastro. Se tagliati rimangono a lungo vitali, in grado di generare nuovi rami e foglie.
Le foglie sono glabre molto carnose e succose, piccole, obovate, lunghe fino a 3 cm, di colore verde chiaro, talvolta rossastre al margine.
I piccoli fiori, color giallo oro, sono posti all'ascella delle foglie, solitari o in fascetti. Hanno il calice a forma di coppa e i petali oblunghi, arrotondati all'apice, in numero variabile da 4 a 6. Si aprono solo al mattino col sole.
Il frutto è una piccola capsula ovale, ristretta alla punta, che si divide a maturità tramite una fessura circolare, scoprendo dei semini neri. Questi possono avere una vitalità stimata fino a circa 20 anni.
La portulaca originaria del Sub-Continente Indiano, è una pianta completamente commestibile, di cui si possono mangiare sia le sommità fiorite che le foglioline, aggiunte a squisite insalate con pomodori e basilico, oppure mescolate alle patate bollite condite con olio. E' possibile anche lessare le foglioline, per la preparazione di ottime frittelle o aggiungerle a minestroni e a risotti. I rametti e le foglie spezzettati sono apprezzati come sottaceti.
Questa pianta, ricchissima di mucillagine e fibre alimentari, contiene notevoli quantità di vitamina A e C, di fibre e sali minerali, tanto che una volta veniva utilizzata per combattere lo scorbuto.
Nelle sue foglie fresche sono contenuti molti più "Omaga 3" di qualsiasi altro ortaggio e recenti studi hanno dimostrato che questa piantina dall'aspetto insignificante, può essere un valido aiuto per la salute del cuore, preziosa per difese immunitarie.
Da sempre, ha riconosciute proprietà depurative, vermifughe, febbrifughe, toniche e rinfrescanti , usata in passato, anche per guarire eczemi, foruncoli e punture di api.
La Portulaca, già nota agli Egizi ben 2000 anni prima di Cristo, veniva coltivata in Mesopotamia e in Grecia. In seguito, venne apprezzata anche dai Romani, che la piantavano come un comune ortaggio. Nel Medioevo era coltivata come pianta commestibile officinale negli orti dei monasteri di tutta Europa, tanto che inselvatichendosi, è diventata addirittura infestante.
Il nome "Portulaca" deriva dalla parola latina Portula, riferito alla capsula contenete i semi, che giunta a maturazione si apre tramite un coperchietto o una piccola porta.
La parola latina Olera, significa invece "piccolo ortaggio".
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