Pianta officinale erbacea, perenne, di forma estremamente variabile alta fino a 50cm, con breve rizoma e numerose radichette sottili.
Le sue foglie sono strette, lunghe, dritte, lanceolate, con margine intero o dentato, percorse da cinque evidenti nervature. Talvolta possono essere glabre, talvolta un po' pelose, di colore verde brillante.
L'infiorescenza è una spighetta bianco-verdastra, conica composta da numerosi, piccolissimi fiori, attaccati l'uno all'altro, portati su uno stelo che si sviluppa dalla rosetta basale. Hanno un calice diviso in 4 lobi ovali, con corolla tubolare suddivisa anch'essa in 4, dal cui tubo spuntano gli stami, provvisti di lunghe antere, che si spostano a corona durante il progredire della fioritura.
Il frutto è una piccola capsula ovale-oblunga, avvolta nel calice persistente, contenente una decina di semini neri rugosi.
Le foglie della Piantaggine, possono essere gustate cotte come gli spinaci, mentre le più tenere tagliate a finissime striscioline trasversali, conferiranno alle insalate un delicato aroma di fungo.
La pianta ha proprietà astringenti, depurative, diuretiche, antinfiammatorie e emollienti. Anticamente veniva usata anche per curare le emorroidi. La poltiglia di foglie di Piantaggine, può servire per alleviare tutte le infiammazioni della pelle e delle mucose, per le scottature e per le punture degli insetti.
Curiosità del passato: anticamente la Piantaggine, era chiamata "Erba di Marte", considerata magica, per chi apparteneva ai segni zodiacali dell'Ariete e dello Scorpione.
Da analisi effettuate su pollini, trovati nelle torbiere e in sedimenti lacustri, è stato riscontrato che la pianta era già presente 5.000 anni fa.
Il suo nome deriva dal latino 'Plantago' che significa 'pianta dei piedi'.
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