Piccola pianta erbacea, perenne con lunga radice strisciante di consistenza legnosa, circondata da fitte radichette secondarie.
Si presenta con una rosetta di foglie basali da cui si dipartono una decina di scapi fiorali, privi di foglie, alti da 10 a 30 cm.
Le foglie, tutte riunite nella rosetta basale sono appuntite, piuttosto carnose di colore verde scuro; lunghe fino a una decina di cm e larghe 2-5 mm. Hanno i bordi interi, a volte lievemente dentati e con scarsa peluria, evidenziate dalla nervatura centrale e da una guaina membranosa triangolare di colore brunastro.
L’infiorescenza portata all’apice dello scapo fiorale, consiste in spighe lunghe fino a 8 cm, formate da numerosi piccoli fiori con calice a 4 sepali a forma di tubo, saldati alla base. La corolla è formata da 4 petali di colore bianco-giallastro.
Il frutto è una capsula seminascosta dai sepali, di forma ovale che contiene semini piatti.
Anche la piccola Piantaggine strisciante, come le piante appartenenti a questa famiglia è una specie officinale commestibile, utilizzata da sempre nella cura delle ferite e delle piaghe. Ha proprietà espettoranti, tossifughe, antinfiammatorie e astringenti soprattutto per le vie urinarie.
Si dice che nella seconda metà dell’XI° secolo, Trotula De Ruggero primo medico donna della storia proveniente dall’antica Scuola Medica Salernitana e studiosa della ‘salute ginecologica delle donne’, attribuiva a questa pianta, dei fortissimi effetti astringenti, tali da ridurre la cavità vaginale e far sembrare le donne ancora vergini: ‘’ut etiam corrupta appareat virgo’’!
L’etimologia del suo nome proviene dalle parole latine ‘planta= pianta e tangere=toccare’ per descrivere la piacevolezza al tatto. L’epiteto ‘maritima’ indica invece il suo areale, mentre la subspecie ‘serpentina’ si riferisce principalmente all’effetto strisciante delle sue radici che ricordano quello di un serpente e non si riferisce direttamente alle rocce serpentine, anche se è uno degli habitat prediletti dalla piantina.
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