Arbusto a foglie caduche che può raggiungere i 5 metri di altezza. Cresce di solito in cespugli composti da più piante. E’ una specie piuttosto rara, ma assai longeva che può raggiungere i 100 anni.
Ha foglie sono opposte, ellittiche-acuminate di color verde chiaro con evidenti nervature, portate da un corto piccilo. La superficie è finemente pubescente.
La corteccia del tronco è bruna con crepature rossastre. La crescita lenta della pianta, conferisce al suo legno la proverbiale durezza.
I fiori si sviluppano prima delle foglie e sono riuniti in piccole ombrelle inserite lungo i rami. Hanno un piccolo calice composto da quattro denti e quattro petali appuntiti, di color giallo-dorato, ripiegati verso il basso, con lieve profumo di miele.
I frutti sono piccole drupe ovali-allungate, pendule, lunghe circa 2 cm di un bel colore rosso scarlatto, contenenti un seme oblungo di consistenza ossea. Il loro sapore un po’ asprigno, ricorda la vaniglia.
Ricchi di vitamina C e antiossidanti, vengono utilizzati per marmellate, sciroppi, liquori e grappe.
Anticamente questi frutti erano raccolti a inizio maturazione e conservati in salamoia, chiamati “Olive Corniole” . Ma nemmeno i semi venivano buttati, ma dato il loro delicato aroma vanigliato, erano macinati e tostati per la preparazione di un surrogato del caffe chiamo 'caffè viennese'.
Il Corniolo è usato in erboristeria per le sue proprietà astringenti e toniche.
In tempi passati, tutte le parti della pianta venivano utilizzate per tingere di giallo le stoffe e la lana, mentre i rametti venivano intrecciati per resistentissimi ed elastici cesti.
Il suo legno è ritenuto il più duro di tutte le specie arboree d’Europa e già i Romani e i Greci, ne facevano aste, lance e giavellotti. Per tanto tempo, con questo legno durissimo venivano costruiti pezzi per svariati macchinari, nonché raggi e denti di ruote per carri.
Anche la parola latina “Cornus” si riferisce alla durezza del suo legno, simile appunto a quella del corno. La parola “Mas” invece significa “maschile”, in contrapposizione alla specie “Cornus Sanguinea” definita da Plinio “Cornus foemina”, cioè Corniolo femmina.
|