cdg a nocciolo 001   Nome scientifico: CORYLUS AVELLANA
  Nome comune: NOCCIOLO COMUNE
  Famiglia: Betulaceae
  Fioritura: Dicembre-Febbraio
  Habitat: si trova su terreni poveri, sassosi, superficiali, ma piuttosto fertili. Si adatta a svariate condizioni ambientali, frequente vicino alle rive dei torrenti. Diffuso spontaneamente nelle zone montane e sub-montane di tutta la Penisola, fino a 1200 metri.


Descrizione

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Arbusto o alberello a foglia caduca, dal portamento cespuglioso, molto ramificato, alto circa 6-7 metri. Ha una crescita veloce e può superare i 60 anni di vita.

L’apparato radicale è piuttosto superficiale, ma molto fitto e esteso. Forma continuamente numerosi polloni, da cui prendono vita nuove piantine.

La corteccia del tronco è un po’ squamosa, di color marrone chiaro lucente.

Le foglie sono semplici, rotondeggianti, cuoriformi, lunghe 6/8cm, disposte sui rami in maniera alterna, portate da un breve piciolo peloso come i rametti più giovani della pianta. Hanno margine dentellato e nervature evidenti, ruvide al tatto, ricoperte di pruina. La parte superiore è verde scuro e l’inferiore leggermente più tenue.

 

cdg a nocciolo 008La fioritura del nocciolo, a seconda della zona appare in pieno inverno ed è veramente spettacolare perché spiccano sui rametti spogli, i vistosi amenti maschili penduli di colore giallastro, che sembrano ornare tutta la pianta. I femminili sono singoli o riuniti in pochi elementi, racchiusi da brattee dalle quali spuntano gli stigmi rossi. L’impollinazione è affidata al vento (pianta anemofila), data l’assenza di insetti nel periodo di fioritura.

 

I frutti sono costituiti da un involucro legnoso tondeggiante che racchiude un grosso seme commestibile: la nocciola. Si possono trovare in gruppi di 3/4, ciascuno racchiuso in una cupola di brattee sovrapposte che rassomigliano a foglie.

La nocciola può essere consumata direttamente come frutto, o usata in pasticceria e nell’industria dei colori e dei cosmetici. E’ un frutto fortemente energetico, ad alto contenuto di potassio, fosforo, magnesio, validi aiuti per combattere i sintomi della stanchezza. La nocciola è ricca anche di grassi monoinsaturi che proteggono l’organismo dall’invecchiamento e dalle patologie cardiache. Ne sono golosi anche scoiattoli, topi, colombacci, ghiandaie, fagiani ecc.

Le foglie e la corteccia della pianta, ricche di fenoli e flavonoidi, sono usate in erboristeria per macerati e infusi che agiscono per la riattivazione della circolazione, sul gonfiore delle varici e sulle flebiti.

Il nocciolo, oggi è largamente coltivato in Sicilia, Campania, Lazio, Piemonte e Liguria, ma le sue origini sono molto antiche e si pensa che la sua diffusione risalga addirittura alla fine dell’ultima era glaciale. I ritrovamenti fossili, soprattutto in Svezia e Danimarca, hanno evidenziato che questi piccoli frutti già integravano la dieta dell’uomo primitivo.

In seguito, coltivato in Mesopotamia, si è diffuso nell’area mediterranea, apprezzato da Greci e Romani.

Veniva ritenuta una pianta magica, tanto che col suo legno si fabbricavano le bacchette dei maghi ed era protagonista di curiose leggende. Si pensava che il nocciolo non potesse essere colpito dai fulmini, fatto dovuto alla riconoscenza della Madonna, che si sarebbe protetta sotto le sue fronde, durante un temporale.

All’inizio del secolo XIX, a seguito del blocco delle importazioni di spezie voluto da Napoleone, sembra che venisse preparata una pasta di nocciole, utilizzata al posto del cacao, che forse ha dato origine all’idea della famosa ’Nutella’.

Anche le bacchette dei rabdomanti vengono costruiti col legno del nocciolo.

 

L’etimologia del suo nome scientifico deriva dalla parola greca ‘Corys’ che significa ‘elmo’, riferito alla forma dell’involucro del frutto. L’epiteto ‘Avellana’ fa riferimento alla città di Avella in provincia di Avellino, dove sin dall’epoca romana si coltivava questa pianta.

 

Fotografata lungo le rive dei fiumi Cecina e Pavone.

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Corylus avellana -- Nocciolo comune