Pianta erbacea perenne a rapida crescita, con radici che strisciano nel terreno e che producono esili fusti cilindrici con base legnosa, erbacei in alto. Anch'essi striscianti e molto ramificati, sono lunghi da 30 cm a 2 metri e crescono appoggiandosi come supporto, su siepi o altre piante vicine.
Le foglie sono alterne di color verde chiaro brillante, di forma variabile, portate da lunghi piccioli. Spesso hanno alla base due orecchiette ovali-lanceolate. Sono divise da 3 a 5 volte, con lobo terminale lanceolato-cuoriforme. Sono lunghe da 3 a 10 cm.
L’infiorescenza è raccolta in cime che portano 10/20 fiori sostenuti da lunghi peduncoli. Il calice campanulato lungo 3-4mm, con 5 brevi lobi ovati. La corolla è rotata, retroflessa a fine fioritura, larga 10-15 mm, di colore violetto con piccole macchie rotondeggianti verdi orlate di bianco alla base del fiore. Al centro sono visibili stami e antere gialle e appariscenti. All’inizio della fioritura le 5 lacinie appaiono aperte, per diventare poco dopo riflesse indietro.
Il frutto portato da peduncoli incurvati, è una bacca carnosa ovoide di 7-10mm, prima verde, poi gialla, poi rossa a fine maturazione, che può rimanere sulla pianta durante tutto l’inverno. All’interno sono contenuti semi rotondeggianti.
Come tutte le solanacee, la Dulcamara è una pianta tossica, contente saponine e alcaloidi, che si concentrano soprattutto nelle foglie, nel fiore e nei fusti che se ingeriti possono provocare paralisi respiratorie e convulsioni.
In passato era impiegata per combattere dermatiti, eruzioni cutanee, congestioni bronchiali, reumatismi e coliti ulcerose. Ha proprietà narcotiche, sedative e calmanti.
Si suppone che il nome generico possa derivare dalla parola latina ‘Solanum=sollievo, consolazione’, che sta a indicare appunto le sue proprietà calmanti e narcotizzanti; ma secondo altre teorie potrebbe derivare da ‘Sol=sole’ per la forma stellata del fiore.
Fotografata in Pavone
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