Piccola pianta erbacea perenne alta fino a 30 cm provvista di un tubero cilindrico-ovoidale dal quale si generano le foglie e i fiori.
Le foglie si presentano un po' carnose, cuoriformi-astate, di color verde lucido talvolta ornato di macchie porpora. Sono portate da un lungo picciolo.
Anche l'infiorescenza è sorretta da un lungo stelo alto fino a 20 cm, al cui apice si trova una curiosa struttura floreale consistente in un involucro (spata) a forma di cappuccio lungo 3-5 cm di colore verde giallastro ornato di striature purpuree longitudinali. Questa curiosa infiorecsenza termina con una apertura frontale da cui sporge uno spadice leggermente clavato, alla cui base sono disposti i fiori femminili e in numero maggiore, quelli maschili posti nella parte sovrastante.
Il frutto è una bacca liscia che contiene da 2 a 6 semini chiari.
La fioritura di questa pianta ha un periodo molto prolungato, che inizia in autunno e si protrae fino alla primavera dell'anno successivo.
Anticamente, in alcune zone della Toscana veniva preparato un decotto di foglie di Arisaro per le sue proprietà antireumatiche, anche se tutte le parti di questa pianta sono tossiche. E' comunque molto ricercato dai cinghiali che sono golosi dei suoi tuberi.
Il nome "Arisarum" deriva dal termine greco "Arìsar/on", già usato da Discoride per indicare le piante con bulbo a forma di oliva.
La pianta è stata classificata nel 1700, dal medico naturalista toscano Giovanni Targioni Tozzetti, in una pubblicazione conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
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