Pianta erbacea perenne piuttosto appariscente con grosse radici fascicolate che possono resistere anche agli incendi.
Ha fusto cilindrico, eretto privo di foglie, alto fino a 120 cm.
Le foglie sono tutte basali, nastriformi, ripiegate, piuttosto lunghe (anche fino a 70 cm). Larghe appena pochi cm, sono di color verde glauco.
L’infiorescenza lunga 10-15 cm, è raccolta in racemi molto densi e prima della fioritura è circondata da brattee scure. I fiori, portati da peduncoli eretti, iniziano a sbocciare partendo dal basso. Hanno 6 tepali bianchi di consistenza carnosa, lunghi fino a 18 mm, percorsi da nervature di color verde chiaro. Hanno 6 stami su filamenti bianchi e 6 antere arancioni.
I frutti sono capsule tondeggianti divise in 3 sezioni rugose, contenenti semini verde marrone.
Gli asfodeli, molto citati nelle opere dei poeti e degli scrittori dell’antichità, sono legati a innumerevoli storie e aneddoti.
Ricordati nella mitologia come fiori appartenenti al regno dei morti e perfino Omero nel IX° canto dell’Odissea, spiega che avevano il compito di accompagnare nell’Ade, le anime degli eroi. Plinio invece racconta che l’Asfodelo veniva seminato intorno alle case, contro i sortilegi.
Era definito bastone di San Giuseppe perché una curiosa tradizione vuole che il santo fosse stato prescelto come marito di Maria dai Consiglieri del Tempio, dopo che il suo bastone, fatto con il gambo di un Asfodelo, fiorì improvvisamente.
Questa pianta dai molteplici utilizzi, veniva apprezzata dall’antica medicina popolare come diuretico.
Con i fusti intrecciati dell'asfodelo venivano confezionati cesti utili per la panificazione, mentre facendoli seccare potevano servire per la preparazione di sostanze collose. In Egitto, la pianta era usata per colorare le stoffe di giallo.
Il suo nome deriva dalle parole greche ‘a’ e ‘sphallo’ che significano: ‘senza cadere’, riferito alla robustezza dell pianta. ‘Macrocarpus’ invece, descrive la grande dimensione dei suoi fiori.
Fotografato sul Poggo di Mutti
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