cdg b fusaria 001   Nome scientifico: EUONYMUS EUROPEAUS
  Nome comune: FUSARIA
  Famiglia: Celastraceae
  Fioritura: maggio – giugno
  Habitat: Siepi e margini boschivi misti di caducifoglie, sponde di ruscelli. Predilige terreni freschi di natura calcarea. Fino a 800/1000m.


Descrizione

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La Fusaria è un arbusto deciduo, con portamento cespuglioso, larga chioma ramosa che può essere alto fino a 3 metri.

La corteccia del tronco e dei rami è liscia di color verde chiaro, tendente a diventare grigio- brunastra nelle piante adulte.

Le foglie sono opposte, ovali, lanceolate,  sottili e acuminate, finemente dentate. Di colore verde-blu sopra e più chiare nella parte sottostante; di un bel colore giallo ruggine nella stagione autunnale.

L’infiorescenza è raggruppata in cime formate da 5 a 10 fiori portati su lunghi peduncoli. Il fiore, di circa 1 cm, ha 4 petali (2-3 mm) ovato-acuminati, di color giallo verdastro talvolta rosato, con vistose antere gialle.

I frutti che maturano in autunno, sono capsule pendule composte da 3-4 lobi che ricordano il berretto a spicchi che portavano i preti di una volta. Larghi fino a 2 cm, sono di colore verde per diventare di un bel rosa acceso in fase di maturazione. Al momento dell'apertura mostrano dei coloratissimi semi coperti da un involucro color arancio vivo, lucido.

Tutte le parti della pianta, contenenti glucosidi e alcaloidi, sono molto tossiche e l'eventuale, accidentale ingestione, può provocare diarrea e vomito, fino alla perdita di conoscenza. Perfino la segatura, nelle fasi di lavorazione del legno, può provocare malesseri.

Nonostante la sua velenosità, la pianta in passato, era usata come drastico purgante e con le foglie e i semi, ridotti in polvere, venivano scacciati i parassiti cutanei dei bambini. Con il suo legno compatto e allo stesso tempo leggero, si realizzavano fusi per la filatura della lana, nonché piccoli perni, stuzzicadenti, aghi da cucito e flauti; archi e frecce fino al medioevo. Pochi immaginano che il ''carboncino'' usato perfino da pittori famosi, proveniva dal legno di questa pianta, grazie alla facilità nel poterlo cancellare. Era presente anche nella composizione della polvere da sparo.

Il suo nome 'Evonimus' proviene dalla parola greca 'eu/ev'= bene, buono e da 'onoma' che significava 'buon nome', tutto con chiara allusione scaramantica alla velenosità della pianta. Infatti i Greci chiamavano 'Evonima' (=colei che ha un nome buono), la madre delle temutissime dee della vendetta, dette anche 'popolo cortese', proprio per esorcizzare la loro pericolosità. Col termine fusaria, invece si allude alla produzione di fusi che si faceva con questa pianta.

 

                    



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Fusaria -- Euonymus/Evonymus europeaus