Pianta annuale o biennale diffusa in maniera sporadica nelle regioni centro-settentrionali della nostra Penisola, tanto che viene considerata piuttosto rara. Alta fino a circa 50 cm, ha radici rizomatose contornate da radichette secondarie.
Il fusto è di aspetto gracile, ramoso, leggermente pubescente, con caratteristici nodi ingrossati in corrispondenza dell'attaccatura delle foglie.
Le foglie sono opposte, larghe circa quanto lunghe, 7-9 cm, di color verde brillante glabro, nella parte superiore, leggermente più pelose e più chiare in quella inferiore.
Le inferiori portate da lungo picciolo di 6-12 cm, sono suddivise in 5 lobi oblunghi, mentre le superiori lungo il fusto, sono tripartite, percorse da evidenti nervature. Il margine è lievemente dentato-crenato.
L'infiorescenza, che solitamente porta due fiori sorretti da un lungo peduncolo, è composta da 5 sepali lunghi poco meno di 1 cm e 5 petali non saldati tra di loro di 20-30mm, con forma obovata e apice bilobo leggermente smarginato. Il loro colore rosa-violetto sfuma al centro del fiore, fino a diventare bianco evidenziato da 3 nervature scure su ogni petalo. Anche gli stami e le antere sono di colore violaceo.
Il frutto è una capsula pubescente a 5 lobi, all'interno dei quali è contenuto un solo seme. La parte inferiore è avvolta nel calice, mentre la superiore consiste in un becco allungato fino a 3 cm che a maturità si divide in 5 parti che si arricciano su sé stesse per liberare i piccoli semi rossastri.
Nella medicina popolare, la pianta era apprezzata per le sue proprietà astringenti, cicatrizzanti e antinfiammatorie.
Il suo nome, già citato da Plinio, proviene dalla parola greca 'Ghéranos' che significa geranio e descrive la particolare forma del frutto che ricorda una gru. Con l'epiteto specifico 'nodosum' si allude alla struttura dei rigonfiamenti del fusto in corrispondenza dell'attaccatura della foglia.
Fotografato vicino al torrente Pavone nei pressi di Castelnuovo Val di Cecina.
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