lupo cane titolo

In natura le uccisioni tra i carnivori di mammiferi sono comuni, le interazioni possono essere simmetriche (entrambe le specie si uccidono a vicenda) o asimmetriche (una specie uccide l'altra). Le interazioni ed il consumo della vittima appaiono più comuni quando il cibo è scarso o conteso (Palomares e Caro, 1999). Le specie potenzialmente in competizione sono spesso coinvolte in interazioni predatore-preda, infatti nei casi più estremi, la vittima può essere consumata dalle specie dominanti. Questa combinazione di competizione e predazione è nota come intraguild predation (IGP) (Polis & Holt, 1992).

volpe predata
Fig. Volpe predata e parzialmente consumata da lupi. L. Lazzeri.

Nel caso del lupo, questo ha interazioni di tipo competitivo e predatorio con altri carnivori, come ad esempio le volpi (sebbene queste non siano per loro dei veri e propri competitori) ed i coyote.

In gran parte del Nord America, l’azione esercitata dai lupi sui coyote influenza la distribuzione e l'abbondanza di quest’ultimi. I coyote, infatti, sono aumentati drasticamente negli ultimi due secoli a seguito della scomparsa dei lupi da gran parte degli Stati Uniti, viceversa con il ritorno del lupo si sta assistendo ad una contrazione dei coyote, come nel caso dell’Isle Royale dove questi si sono estinti dopo la colonizzazione dei lupi alla fine degli anni '40. Interessante notare che in alcune zone degli Stati Uniti sia stata documentata l’ibridazione tra le due specie, quindi proprio come avviene tra cane e lupo anche coyote e lupo, in condizioni particolari, possono selezionare come possibile partner un soggetto dell’altra specie.

Per quanto concerne l’interazioni lupo-cane queste possono essere di diverso tipo: i lupi sono i progenitori dei cani (Canis familiaris o Canis lupus familiaris secondo a quali autori vogliamo far riferimento) e questi possono incrociarsi generando prole fertile (il fenomeno dell’ibridazione antropogenica è un grave problema per la conservazione del lupo). Tuttavia le interazioni che maggiormente ci interessano in questo articolo sono  quelle di tipo aggressivo, che conducono talvolta all’uccisione ed anche al consumo dei cani da parte dei lupi, le quali sempre maggiormente saltano agli onori delle cronache e le cui spiegazioni sono probabilmente da ricercare nel quadro analizzato sopra, in quanto il predatore difficilmente scinde ciò che noi consideriamo selvatico (cinghiale, volpe, coyote), da ciò che consideriamo domestico (pecora, capra, cane), ma piuttosto ragiona su schemi di valutazione del rischio, dispendio energetico, disponibilità di risorse, competizione, difesa. Questo fenomeno dei “lupi mangia cani”, relativamente recente in Italia, è già invece noto da tempo in altre parti del mondo.

Le possibili ragioni per cui i lupi attaccano i cani sono appunto, secondo alcuni autori, la competizione e la predazione (Kojola e Kuittinen 2002). Fritts e Paul (1989) e Kojola et al. (2004) suggeriscono che alcuni lupi vanno attivamente alla ricerca di cani, e che il comportamento aggressivo dei predatori verso questi possa essere un comportamento ereditario, questo è totalmente plausibile data la trasmissione culturale nota nella specie. Gli incontri possono anche essere puramente accidentali o si possono verificare dopo che è stato il cane ad avere rintracciato il lupo.

Vari studi condotti in più zone: Europea, Russia ed America, dimostrano che gli attacchi avvengono sia a cani nei cortili (addirittura in alcuni contesti si sono registrate le percentuali maggiori rivolte proprio a questa categoria), spesso cani da guardia legati con catena, sia a cani da caccia durante l’attività venatoria, quindi in contesto boschivo. Naturalmente i cani da caccia maggiormente soggetti ad attacchi sono quelli utilizzati in tipologie di caccia in cui il cane si allontana anche per molti km dal padrone, come accade nel nostro contesto per la braccata al cinghiale.

Fritts e Paul (1989) hanno mostrato che gli attacchi di lupo ai cani nei cortili o nei paesi, di solito erano portati da un singolo lupo non appartenente ad un branco. Questo comportamento potrebbe indicare che un lupo solitario, avendo maggiori problemi nel catturare prede selvatiche, si rivolga a prede più semplici quali cani o altri animali domestici. Inoltre i cani maggiormente attaccati ed uccisi sembrano essere quelli di taglia medio piccola, ad esempio in uno studio scandinavo, i segugi utilizzati per la caccia delle alci, che possono raggiungere i 30 kg di peso da adulti, sono risultati la razza che è incorsa di meno in scontri fatali con i lupi (Backeryd J., 2007).

In conclusione, come suggerito da Molinari et al. (2016), i fattori che possono contribuire a determinare questa crescente tendenza del fenomeno sono: (a) una maggiore densità di lupi, che corrisponde ad una maggiore competizione intraspecifica sia per cibo che per spazio, costringendo alcuni lupi/branchi a esplorare e adattarsi a nuove risorse; (b) l'adattamento individuale da parte di alcuni lupi/branchi per cacciare i cani da caccia a causa della condizionalità locale con la successiva fissazione e trasmissione culturale di questo tratto comportamentale; (c) l'espansione recente ed in corso dei lupi nelle aree caratterizzate da una maggiore densità di insediamenti umani e quindi la disponibilità di cani da compagnia o da lavoro come potenziali prede.

Dopo molti anni di persecuzioni, il lupo si sta nuovamente espandendo in molte aree dell'Europa e del Nord America. Tuttavia, quando i lupi colonizzano aree rurali e semi-agricole, i conflitti con le attività antropiche tendano ad aumentare sensibilmente. Come abbiamo visto, le sue predazioni non si limitano a coinvolgere solo  ungulati domestici, ma anche i cani. Perciò questo predatore, è visto: da una parte di cattivo occhio dal mondo zootecnico e  pure da quello venatorio, che già lo inquadra come competitore in quanto sottrattore di prede (ungulati selvatici), dall’altra anche da una parte della collettività dato che nell’immaginario comune il cane raffigura il nostro più fedele compagno. Ormai c’è una crescente preoccupazione e frustrazione da parte dei cacciatori (e non solo) a liberare i propri cani in zone notoriamente occupate dai lupi. Un cane ucciso rappresenta oltre ad una perdita emotiva anche una perdita economica per il proprietario. La morte e la sostituzione di un cane da caccia ben addestrato, ad esempio, può essere una grossa perdita in termini di tempo e denaro.

Il contesto attuale perciò è di forte tensione, con un animale, il lupo, che da sempre è in grado di influenzare emotivamente l’immaginario comune ed attirare anche le attenzioni dei media, questi ultimi troppo spesso, però, ne parlano con toni e modi non proporzionati alla realtà dei fatti, arrivando a falsare la percezione collettiva del problema ed influenzare la classe politica. Questo può condurre a conflitti e problemi di gestione riguardanti la conservazione e l'accettazione del lupo, allontanandoci dalle possibili soluzioni.

Certo è che questa singolare “interazione fratricida” tra lupi e cani, andrebbe investigata e monitorata con maggiore attenzione, perché poco ne sappiamo, sia sulla sua reale dimensione e diffusione, sia sugli schemi, cause e modalità che la determinano.

In Scandinavia, il cacciatore che riesce a dimostrare che il proprio cane è stato ucciso da un predatore, ha la possibilità di ottenere un risarcimento dall’agenzia per la protezione ambientale. Alcune soluzioni utilizzate e in via di sperimentazione in altri paesi, sono dei particolari giubbotti con punte, peperoncino o elettricità, a protezione del cane. In linea generale il suggerimento per i proprietari di cani che non sono nè da lavoro, nè da caccia, è quello di  utilizzare sempre il guinzaglio durante le passeggiate in aree boschive (questo anche nel rispetto della fauna selvatica), e per quei cani che dormono all’aperto, di utilizzare dei box protetti durante le ore notturne, non accessibili ad eventuali predatori.

 

-Backeryd J. 2007. Wolf attacks on dogs in Scandinavia 1995 – 2005 Will wolves in Scandinavia go extinct if dog owners are allowed to kill a wolf attacking a dog? Examensarbete i ämnet naturvårdsbiologi. Institutionen för ekologi, Grimsö forskningsstation.

-Fritts, S.H. and Paul, W.J. 1989. Interactions of wolves and dogs in Minnesota. Wildl. Soc. Bul. 17:121-123.

-Kojola, I. and Kuittinen, J. 2002. Wolf attacks on dogs in Finland. Wildl. Soc. Bul. 2002, 30(2): 498-501.

-Kojola, I., Ronkainen, S., Hakala, A., Heikkinen, S., Kokko, S., 2004. Interactions between wolves Canis lupus and dogs C. familiaris in Finland. Wildl. Biol. 10:2 101-105.

Molinari L., Canestrini M., Andreani M., Reggioni W., Ciucci P., 2016. Recent increase of wolf predation on dogs in the northern Apennines, Italy. Poster X Congresso Atit.

-Palomares F. and Caro T. M., 1999. Interspecific Killing among Mammalian Carnivores. the american naturalist vol. 153, no. 5.

-Polis, G.A., Holt R.D. 1992. Intraguild predation: The dynamics of complex trophic interactions. Trends in Ecology & Evolution 7(5):151-4.