DISTRIBUZIONE E HABITAT
La lucertola campestre (Podarcis siculus), in passato era considerata tipica della Sicilia, da cui si è originato l’epiteto specifico, ma in realtà si tratta di un piccolo sauro comune in tutta Italia, escluse le Regioni Alpine fino alla Pianura Padana, dove sembra essersi estinto per la scomparsa di un habitat compatibile con le sue caratteristiche. La si può trovare anche in Francia, in Svizzera, Istria e Penisola Balcanica nord-occidentale. Mentre in Spagna, Tunisia, Turchia, Stati Uniti e Africa è da considerare una specie introdotta. Frequente nelle zone marine e pianeggianti, fino a 2200 m.
La lucertola campestre ha abitudini spiccatamente diurne, ama la luce e il calore del sole ed è attiva da febbraio a novembre. Trascorre il periodo invernale rifugiandosi sotto a sassi o spaccature nelle rocce, nei vecchi muri, tane abbandonate, o scavate direttamente all’occorrenza. Si adatta facilmente a diverse tipologie di habitat, come muri, pendii rocciosi, aree urbane, giardini, parchi e prati.
DESCRIZIONE
Anche se all’apparenza il suo corpo potrebbe sembrare elegante e snello, in realtà è piuttosto robusto. E’ un’abile arrampicatrice e saltatrice e talvolta sembra essere anche confidente con l’uomo. La sua morfologia è estremamente variabile dal punto di vista cromatico e anatomico, a seconda delle sottospecie e delle popolazioni locali. Il colore e i disegni del dorso e delle parti superiori sono di solito verde bruno grigiastre, variegate e striate da macchiettature reticolate più scure, mentre il ventre e la gola appaiono di colore chiaro bianco-verdastro. All’attaccatura delle muscolose zampe anteriori possono essere presenti sfumature azzurrate, come sul bordo delle squame del ventre. La lunghezza può raggiungere i 25 cm, compresa la coda, che praticamente risulta essere quasi il doppio della lunghezza del corpo. Le zampe sono provviste di 5 dita sottili, terminanti con un artiglio che permette alla lucertola, un’agile arrampicata anche sulle superfici più difficili.
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ALIMENTAZIONE
Si ciba essenzialmente di insetti (ditteri, coleotteri, lepidotteri) o altri piccoli invertebrati come gasteropodi e aracnidi. I maschi adulti spesso si scontrano tra loro in violenti combattimenti, per la ricerca di cibo nelle zone frequentate e per il predominio sul territorio.
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RIPRODUZIONE
Il maschio raggiunge la maturità sessuale a circa un anno di vita, mentre per la femmina si dovranno aspettare i due anni. Il dimorfismo sessuale vede il maschio molto più possente e più lungo della femmina, riconoscibilissimo anche per i robusti poli femorali, oltre che per la colorazione più accentuata.
Nei mesi primaverili, tra marzo e giugno ha inizio la stagione degli amori. Durante il corteggiamento il maschio insegue la compagna per l’accoppiamento, che ha la durata di pochi minuti. Durante questa fase cerca di trattenerla afferrandola e mordendola, tanto che a volte sul ventre delle femmine appaiono particolari cicatrici a forma di ‘V’. Dopo un paio di settimane la femmina deporrà da 3 a 10 uova, in una buchetta scavata appositamente nella terra, in muretti a secco, o sotto le pietre tra la fitta vegetazione. A seconda della temperatura e del clima, dopo un’incubazione di 2/3 mesi, che corrisponde solitamente col periodo estivo, avverrà la schiusa, che porterà alla luce i piccoli, agili e veloci fin da subito.
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PERICOLI
Le lucertole campestri, possono avere una vita media di circa 10 anni. Sono predate da serpenti, uccelli rapaci, piccoli mammiferi, mentre gli esemplari più giovani rappresentano una prelibatezza anche per le mantidi religiose.
La specie è protetta dalla Convenzione di Berna.
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CURIOSITA'
La lucertola, legata a molte credenze e a tanti proverbi popolari, fin dall'antichità era considerata un animaletto 'portafortuna', simbolo di rinascita e di lunga vita. Si riteneva addirittura che tenesse sulla lingua le chiavi del Paradiso. e che fosse miracolosamente in grado, di riacquistare la vista guardando il sole. La sua immagine veniva scolpita sui chiodi magici contro il malocchio, su amuleti e statuette portafortuna da tenere in casa, con la speranza di contrastare la cattiva sorte.
Il nome del genere ‘Podarcis’ deriva da una antica parola greca che significa ‘più veloce’, mentre l’epiteto specifico vuol dire: ‘tipico della Sicilia’.
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