Pianta erbacea perenne, di struttura assai gracile, con apparato radicale a fittone, presente in Italia con 2 sottospecie, dalle caratteristiche molto similari.
I suoi fusti fioriferi sono cilindrici, lisci, di color verde chiaro con portamento piuttosto eretto e incurvato all'estremità che sorregge il fiore. Possono essere alti fino a 30 cm e si ramificano solo vicino all'infiorescenza.
Le foglie lineari, lanceolate, acute all'apice, sono di color verde-grigio. Non hanno peduncolo e si presentano apprressate ai fusti.
L'infiorescenza può essere composta da 2 o 4 fiori, piuttosto penduli. Il calice è formato da sepali eretti lanceolati di colore verde. L'ampia corolla, grande da 2 a 4 cm ed è formata da 5 petali, precocemente caduchi; spatolati con margine arrotondato di un bellissimo colore celeste, attraversato da numerose nervature più scure, con stami giallo-biancastri.
I frutti sono capsule ovoidali contenenti semini appiattiti e marronastri, dai quali viene estratto un olio utilizzato nell'industria cosmetica per detergenti e lozioni per il corpo.
La specie prende il suo nome dal greco "Linon", successivamente 'Linum' per i latini, che significa "fibra", per ricordare la preziosità del suo filato. Infatti fin da tempi remoti il lino veniva utilizzato per produrre un filo per la tessitura, come testimoniano i ritrovamenti delle bende con cui gli antichi egizi avvolgevano le mummie. La specie è dedicata a M.Tommasini, studioso botanico vissuto dal 1794 al 1879, che fu anche podestà di Trieste.
Fotografata nel Puntone di Farneta.
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