- Ordine: Lepidoptera
- Famiglia: Papilionidae
- Genere: Papilio
- Specie: Papilio Machaon (Linneus 1857)
Distribuzione e habitat
Il Papilio machaon è un lepidottero piuttosto diffuso nelle aree asiatiche più temperate, fino alle regioni artiche o subartiche del Canada e degli Stati Uniti. E' presente anche in Europa, dove è protetto in alcune nazioni, ma piuttosto raro in Gran Bretagna. In Italia è osservabile più o meno su tutto il territorio: predilige i prati fioriti, ma lo si può trovare anche nei parchi cittadini, dal livello del mare fino a circa 2200 metri.
Descrizione
Il Macaone è uno dei lepidotteri più grandi e appariscenti del nostro paese. Non è raro vederlo volteggiare da maggio a settembre, riconoscibile per i colori esuberanti della sua livrea e per l'ampia apertura alare che può raggiungere anche 8-10 cm.
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Le ali, nella parte superiore appaiono di un bel colore giallo, percorse da venature e strisce nere con un disegno costante; le posteriori hanno una fascia nera cosparsa di squamette blu e una macchia ocellare di colore rosso vivo vicino all'angolo interno, da dove si prolungano due piccole appendici caudali che rendono inconfondibile la specie. I piccoli ocelli rossi così evidenti, hanno lo scopo di distrarre i predatori, in particolare gli uccelli insettivori. La faccia inferiore delle ali appare di colore giallo pallido. Il corpo del Macaone, ricoperto da sottile peluria, è formato dalla testa: piccola e arrotondata, dotata di due antenne; dal torace da cui partono 3 coppie di zampette, le ali superiori e le inferiori; infine dall'addome. Il maschio e la femmina del Macaone sono piuttosto simili tra loro; si può distinguere la femmina solo per le dimensioni maggiori del corpo e per l'addome più rigonfio e arrotondato, che diversamente nel maschio appare più stretto e appuntito. La farfalla adulta si nutre del nettare di fiori diversi o frutta in fermentazione.
Riproduzione
Il maschio del Macaone tende a difendere il proprio territorio, cercando di volare nel punto più alto dove esso si trova. Particolare osservabile anche in altre farfalle, libellule, scarabei, vespe, bombi e mosche. Durante il periodo riproduttivo sono fortemente territoriali, talvolta si esibiscono in combattimenti aerei, con voli veloci, agili e particolarmente eleganti volteggiando in audaci acrobazie per scacciare il nemico. L'accoppiamento avviene dalla primavera all'estate, a cui segue un' ovideposizione direttamente sulla pianta ospite. La femmina depone infatti le sue piccolissime uova, inizialmente di colore arancione, sulla pianta nutrice, che generalmente può essere un' apiacea come finocchio o carota selvatica, o una rutacea. Su di essa procederanno nel loro sviluppo e poco prima dell'uscita della larva, le piccole uova si scuriranno fino a diventare quasi nere. Il bruco cresciuto all'interno dell'uovo, userà il suo apparato boccale per scalfire e successivamente ingerire il guscio dell'uovo, prima di uscire completamente da esso. Una volta fuori, il piccolo bruco, misurerà appena pochi mm, di colore quasi nero, con piccole spinosità sopra il dorso. A questo punto inizierà a nutrirsi della pianta nutrice che lo ospita, affrontando fino a quattro mute, prima di assumere la sua tipica colorazione verde-azzurra. In questa fase presenterà sul dorso sgargianti anelli neri punteggiati di arancione e non appena raggiunti circa 6 cm di lunghezza, inizierà a impuparsi nello stadio di crisalide. Curioso è anche il suo comportamento in difesa dai predatori, che se disturbato, il bruco estroflette un piccolo organo arancione a forma di corno detto osmeterium, in grado di secernere un forte odore repellente provocato dall'acido burritico, con lo scopo di allontanare i nemici.
Non appena il bruco cesserà di nutrirsi, inizierà a secernere un liquido di colore verde semitrasparente e cercando il punto più adatto per la sua trasformazione, tesserà un reticolo di filamenti biancastri setosi che verranno distribuiti dall'estremità inferiore del corpo, fino a completamento con una specie di laccio che fermerà la parte superiore, ancorandola al punto prescelto in attesa di trasformarsi in una crisalide verdastra. La durata della sua metamorfosi può variare a seconda della stagione in cui avviene e può variare da un periodo di solo una decina di giorni, o continuare addirittura anche per diversi mesi, nei periodi più freddi, prima di trasformarsi in una farfalla adulta. In genere lo sfarfallamento avviene da aprile a settembre.
Etimologia
Il nome di questa bella farfalla venne attribuito da Linneo, ispirandosi al personaggio mitologico di Macaone, fratello di Podalirio, figlio di Asclepio ed Epione e pretendente della bella Elena che trovò la morte durante la guerra di Troia; giustificato dal termine 'machomai' (dalla radice greca 'mac') che aveva il significato di combattere. Nella Grecia antica la leggerezza del volo delle farfalle era paragonato all'anima dell'uomo che saliva in cielo. Per gli indiani invece, le farfalle erano simbolo di crescita e di mutamento.
Noi le dovremmo considerare splendidi gioielli della natura, preziosi impollinatori, bellissime creature che sanno aggiungere magia alle nostre passeggiate.
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