Maggiociondolo |
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Nome scientifico: | Laburnum anagyroides | |||
Famiglia: | Fabaceae | |||
Fioritura: | Maggio-Luglio | |||
Boschi radi di latifoglie e pendii soleggiati. Fino a 1600 metri. Non è presente in Sicilia e in Sardegna. |
Descrizione
Il Maggiociondolo è una pianta originaria dell’Europa Meridionale e in seguito inselvatichita. In primavera crea macchie di colore giallo, tra il verde dei nostri boschi di latifoglie. E’ un arbusto o un piccolo albero dalla chioma irregolare ovale, disordinata, con rami ascendenti, alta fino a 7 metri. La corteccia del fusto è liscia, di aspettp sericeo, di colore verde-grigiastra o bruna a seconda dell’età della pianta. Le foglie sono caduche, composte da tre foglioline ovali, appuntite lunghe fino a 8 cm di color verde chiaro che nella parte inferiore si presentano più grigie e ricoperte di peluria.
I fiori sono di color giallo vivo, molto profumati con la stessa forma di quelli del pisello, riuniti in grappoli lunghi anche 30cm. I frutti sono baccelli allungati, dai 4 agli 8 cm, all’inizio vellutati, poi glabri o bruni a maturazione avvenuta. Al loro interno si trovano dei semi neri molto velenosi. Tutta la pianta infatti contiene “Citisina”, un alcaloide che può provocare la morte. Il legno durissimo, è usato per palizzate resistenti, lavori al tornio e a intarsio, nonché per costruire le spine delle botti. L’etimologia del suo nome è assai incerta, ma si pensa provenga dal latino “eburneun” che significa “color ebano”, riferito alle caratteristiche del suo legno. Infatti il legno di questa pianta, una volta tagliato, si ossida e si annerisce con facilità e proprio per questa caratteristica veniva usato in sostituzione dell’ebano, sicuramente molto più costoso.
Fotografato nella Riserva di Montenero.
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Maggiociondolo • Laburnum anagyroides |