Il rovo è un arbusto infestante, dai fusti spinosi prima eretti, poi prostrati e arcuati, che ricadendo formano nuove piante, che possono diventare siepi invalicabili, usate una volta per delimitare i confini in campagna. La superficie dei fusti è glabra, rossastra ricoperta di leggera pruina cerosa. Sono muniti di robusti aculei dilatati alla base, che nei fusti sterili si presentano dritti, mentre nei fertili, sono acuati-falciformi.
Le foglie sono formate da 3-5 elementi ovali verde scuro, un po’ pelose nella parte inferiore, con margine dentellato, ricoperte di spine nella venatura, portate da peduncoli altrettanto spinosi.
I fiori si trovano riuniti in pannocchie terminali, pelose. Il calice è composto da 5 sepali ovali lungamente acuminati, ripiegati all'indietro, che tendono a separare i 5 petali, larghi 2-3 cm, di colore variabile dal bianco al rosa.
Il frutto del rovo è la “ mora”, formata da numerose piccole drupe tondeggianti, contenenti ognuna un piccolo seme rotondo. La mora è un caratteristico frutto di bosco dalle innumerevoli proprietà nutrizionali, per la presenza vitamina A e C, omega 3. Maturano in piena estate, passando dal colore verde, al rosso, poi al nero lucente e possono apparire contemporaneamente ai fiori.
Secondo una tradizione popolare, le more non andrebbero più colte dopo il 29 di settembre, giorno di San Michele. Dopo tale giorno infatti, il demonio nel suo girovagare notturno, ci sputerebbe sopra facendole seccare,ma in realtà il frutto dopo quel periodo diventa in maniera naturale più asciutto, isipido e inutilizzabile.
Le more mature sono ottime per la preparazione di marmellate, gelatine, sciroppi e liquori, si possono gustare nel gelato, nello yogurt e nelle torte. Hanno inoltre proprietà aromatizzanti, astringenti, antinfiammatorie e il loro succo viene utilizzato come colorante alimentare o come correttivo del sapore nelle preparazioni farmaceutiche. Anche i germogli del rovo possono essere consumati in cucina, leggermente sbollentati per la preparazione di insalate che hanno anche un’azione depurativa dalle tossine.
La parola “Rubus” proviene dal latino “ruber” (rosso), riferito al colore che assumono i frutti durante la maturazione. L’appellativo “Ulmifolius” dal latino “Ulmus” per la rassomiglianza delle foglie del rovo con quelle dell’olmo.
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