Piccolo albero con chioma globosa, leggermente a forma di cupola irregolare verso la parte alta. Il tronco è eretto, con corteggia grigiastra nelle piante più giovani, con lenticelle ellittiche più chiare. Negli esemplari più vecchi invece, tende a screpolarsi in fessurazioni irregolari.
Il sorbo ciavardello è facilmente riconoscibile per le sue foglie diverse da quelle degli altri sorbi e abbastanza simili a quelle dell’acero.
Sono divise in 3-5 paia di lobi triangolari acuti, con margini seghettati, decrescenti verso l’alto. Sono alterne di color verde cupo, lucide e glabre da entrambi le parti ed assumono meravigliose tonalità giallo-rossastro-porpora durante l’autunno.
I fiori, riuniti su corimbi eretti, sono profumati di colore bianco crema, portati da peduncoli pelosi. Il calice è formato da 5 piccole lacinie triangolari, presto caduche e la corolla ha 5 petali obovati con stami gialli.
I frutti, (Sorbe) riuniti in grappoli, sono piccoli pomi ovoidali di 1,5 cm di diametro color bruno-cuoio punteggiati di lenticelle e contengono 4 semi rossastri.
Benché commestibili e ricchi di vitamina C, il loro sapore è acidulo ma possono essere utilizzati per marmellate, sciroppi e distillati. Per buona parte dell’inverno rimangono sulla pianta e sono molto ricercati dagli uccelli, tanto che i cacciatori, purtroppo usano fare i loro appostamenti in prossimità di queste piante.
Il legno del Sorbo, dalla calda colorazione rossiccia, molto compatto e omogeneo, può essere utilizzato come quello del noce. Fino al XX secolo, le righe e le squadre in legno, di molti studenti, erano fatte di questo legno.
Ancor oggi è molto ricercato per la produzione di flauti. In passato con la sua corteccia si tingevano le pelli e le stoffe di rosso.
La parola sorbo, derivante dal latino “Sorbum” proviene a sua volta da due parole celtiche col significato di “Pomo aspro”. L’appellativo “Torminalis” deriva da “Tormina” che in latino significava “colica” a conferma che il forte potere astringente delle sorbe, utilizzate come rimedio conto le coliche, era già conosciuto dall’antica medicina popolare.
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