Piccola specie semiparassita con portamento arbustivo che può raggiungere anche 1 metro di altezza.
Vive soprattutto sulle querce o sui castagni e non essendo in grado di effettuare fotosintesi, reperisce per la sua sopravvivenza, i sali minerali e l’acqua a discapito della pianta che la ospita, talvolta colonizzandola completamente. Infatti non possiede vere e proprie radici, ma è fornita di “austori”, un apparato che le permette di assumere, dalla pianta che lo ospita, il nutrimento necessario.
E' costituito da un piccolo fusto legnoso con corteccia liscia e grigiastra e da tanti esili ramoscelli che si ramificano e si biforcano a loro volta.
Le foglie sono caduche, opposte piuttosto carnose di color verde scuro con evidenti nervature, portate da un breve gambo.
I fiori, molto piccoli e giallastri sono riuniti in spighe terminali e compaiono a primavera inoltrata.
I frutti sono bacche rotondeggianti color giallo verdastro, piuttosto coriacee, con un diametro da 5 a 10 millimetri. Queste tossiche per l’uomo, sono invece ricercate da diverse specie di uccelli che provvedono così a facilitare la diffusione di questa pianta.
In tempi passati venivano usate per la preparazione di una poltiglia per la pratica dell’uccellagione (attualmente vietata nell’intero territorio nazionale).
Con le foglie invece, si preparavano infusi dall’effetto antispasmodico. Oggi è apprezzata in omeopatia per curare l’ipertensione.
I lontani racconti mitologici descrivono Enea, con un rametto di vischio d’oro, tenuto in mano per infondere coraggio prima di entrare negli inferi.
Anche il Vischio Quercino è considerata una pianta ben augurante.
L’etimologia del suo nome lo associa a due parole greche: “Loros”= briglia e “Anthos” che significa fiore, probabilmente in allusione ai suoi rametti intricati.
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